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Discussione: coppia, possesso e identita' di se'

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  1. #1
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    coppia, possesso e identita' di se'

    visto che il 3d originario � stato sputtanato, ripristino questo, che secondo me offre un sacco di spunti di riflessione:
    un passo di Umberto Galimberti, che secondo me � parecchio illuminante; qui si parte dalla nozione di tradimento, ma quello che mi interessa sottolineare � la questione dell'identit�, qui in relazione al possesso;


    Il "tradimento perfetto"

    di Umberto Galimberti

    Se il tradimento non � solo un esercizio di sessualit� a bassa definizione, io penso che abbia una sua dignit�(...)Tradire un amore, tradire un amico, tradire un'idea, tradire un partito, tradire persino la patria significa infatti svincolarsi da un'appartenenza e creare uno spazio di identit� non protetta da alcun rapporto fiduciario, e quindi in un certo senso pi� autentica e vera.

    Nasciamo infatti nella fiducia che qualcuno ci nutra e ci ami, ma possiamo crescere e diventare noi stessi solo se usciamo da questa fiducia, se non ne restiamo prigionieri, se a coloro che per primi ci hanno amato e a tutti quelli che dopo di loro sono venuti, un giorno sappiamo dire: "Non sono come tu mi vuoi".

    C'� infatti in ogni amore, da quello dei genitori, dei mariti, delle mogli, degli amici, degli amanti a quello delle idee e delle cause che abbiamo sposato, una forma di possesso che arresta la nostra crescita e costringe la nostra identit� a costituirsi solo all'interno di quel recinto che � la fedelt� che non dobbiamo tradire.

    Ma in ogni fedelt� che non conosce il tradimento e neppure ne ipotizza la possibilit� c'� troppa infanzia, troppa ingenuit�, troppa paura di vivere con le sole nostre forze, troppa incapacit� di amare se appena si annuncia un profilo d'ombra. Eppure senza questo profilo d'ombra, quella che puerilmente chiamano "fedelt�" � l'incapacit� di abbandonare lidi protetti, di uscire a briglia sciolta e a proprio rischio verso le regioni sconosciute della vita che si offrono solo a quanti sanno dire per davvero "addio". E in ogni addio c'� lo stigma del tradimento e insieme dell'emancipazione.

    C'� il lato oscuro della fedelt� che per� � anche ci� che le conferisce il suo significato e che la rende possibile. Fedelt� e tradimento devono infatti l'una all'altro la densit� del loro essere che emancipa non solo il traditore ma anche il tradito, risvegliando l'un l'altro dal loro sonno e dalla loro pigrizia emancipativa impropriamente scambiata per "amore". Gioco di prestigio di parole per confondere le carte e barare al gioco della vita.

    Il traditore di solito queste cose le sa, meno il tradito che, quando non si rifugia nella vendetta, nel cinismo, nella negazione o nella scelta paranoide, finisce per consegnarsi a quel tradimento di s� che � la svalutazione di se stesso per non essere pi� amato dall'altro, senza cos� accorgersi che allora, nel tempo della fedelt�, la sua identit� era solo un dono dell'altro. Tradendolo l'altro lo consegna a se stesso, e niente impedisce di dire a tutti coloro che si sentono traditi che forse un giorno hanno scelto chi li avrebbe traditi per poter incontrare se stessi, come un giorno Ges� scelse Giuda per incontrare il suo destino.

    Sembra infatti che la legge della vita sia scritta pi� nel segno del tradimento che in quello della fedelt�, forse perch� la vita preferisce di pi� chi ha incontrato se stesso e sa chi davvero �, rispetto a chi ha evitato di farlo per stare rannicchiato in un'area protetta dove il camuffamento dei nomi fa chiamare fedelt� e amore quello che in realt� � insicurezza o addirittura rifiuto di sapere chi davvero si �, per il terrore di incontrare se stessi, un giorno almeno, prima di morire, con il rischio di non essere mai davvero nati.
    Ultima modifica di axeUgene; 08-08-2013 alle 16:37
    c'� del lardo in Garfagnana

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