Tra gli studiosi mobilitati anche Hawking. Dai virus letali all'atomica, dagli asteroidi agli attacchi cibernetici: ecco i pericoli

CI SIAMO talmente abituati a vederlo minacciato da un'apocalisse al cinema, che si tratti di disastri climatici, asteroidi giganti o alieni mostruosi, che quasi non ci pare uno scenario possibile. Invece la fine del mondo � un'ipotesi reale, al punto che ora hanno deciso di occuparsene alcuni dei pi� eminenti scienziati del pianeta: per indicarci appunto come potrebbe terminare l'esistenza dell'uomo sulla Terra, ma anche il modo per cercare di scongiurarla.

Riuniti in un'associazione che suona come il titolo di un romanzo di fantascienza, il Cambridge Centre for the Study of Existential Risk, l'astrofisico Stephen Hawking, l'astronomo Martin Rees, il filosofo Huw Price e altri brillanti studiosi e accademici hanno compilato una lista dei pericoli che potrebbero distruggere il globo, o perlomeno i suoi abitanti, proponendosi di fornire le soluzioni per evitarli.

Si comincia con l'intelligenza artificiale, una tecnologia cos� sofisticata da prendere il controllo del mondo e poi decidere di sterminare gli umani (qualcosa che gi� Stanley Kubrick aveva immaginato nel suo film "2001 Odissea nello spazio", ma in scala molto maggiore), scenario non pi� esagerato da quando gli algoritmi decidono milioni di transazioni finanziarie al secondo.

Poi ci sono gli attacchi cibernetici, un'ondata di attentati terroristici digitali in grado di mandare in tilt assolutamente tutto, energia e comunicazioni, trasporti e computer. Quindi viene citato il rischio di un'infezione di massa lanciata attraverso le armi batteriologiche, una peste in laboratorio a cui un folle nichilista, un dittatore sanguinario o una guerra civile potrebbero dare il via. E, in alternativa, la possibilit� di una pandemia, un virus che nessun vaccino possa curare.

Altre minacce per l'umanit�: un sabotaggio della catena alimentare; estreme condizioni atmosferiche provocate dal cambiamento climatico, e dunque inondazioni, uragani, terremoti; uno o pi� asteroidi che colpiscono la terra; per finire con la buona, vecchia guerra termonucleare, o chimica, o anche convenzionale, se combattuta con l'intensit� giusta.

"Viviamo in un mondo sempre pi� interconnesso, sempre pi� tecnologicizzato e sempre pi� dipendente dal web", afferma lord Rees, ex-presidente della Royal Society e uno dei promotori dell'iniziativa. "A noi occidentali pu� apparire un mondo pi� sicuro di quanto sia mai stato in passato, ma invece � pi� vulnerabile di come sembra. E poich� i leader politici sono concentrati sui problemi a breve termine, occorre che qualcuno suggerisca all'opinione pubblica internazionale quali sono i pericoli pi� realistici e con quali mezzi si potrebbero contrastare".

Gli scienziati del gruppo di Cambridge non sono delle Cassandre: rimangono ottimisti,

nonostante tutto, convinti che l'uomo abbia le risorse per sopravvivere e affrontare qualunque minaccia. Ma al tempo stesso ammoniscono che i rischi pi� gravi, per il nostro pianeta, oggi non provengono dal cosmo o dalla natura, bens� sono fabbricati dall'uomo stesso. "La fine del mondo non � una trama da cinema", avverte l'astronomo Rees. E il lieto fine, a differenza dal cinema, non � garantito: dipende dagli spettatori. Da noi tutti.
http://www.repubblica.it/scienze/201.../?ref=HREC1-11