Nel Kitáb-I-Asmá’ (Il Libro dei Nomi), testo bahà’ì, scritto dal Bàb:

XVII, 15 CONSIDERA come all'apparire di ciascuna Rivelazione,
chiunque apra il cuore al Suo Autore riconosca la Verità,
mentre i cuori di coloro che non riescono ad afferrare la Verità
siano serrati, perché a Lui si sono chiusi. Nondimeno, l'aprirsi
del cuore è elargito da Dio ad ambo le parti parimenti. Iddio
non desidera sigillare cuore alcuno, foss'anche di formica, e
tantomeno di creatura superiore, salvo che essa non si lasci
avvolgere dai veli, perché Dio è il Creatore di tutte le cose.
Se aprirai il cuore di una sola anima aiutandola ad abbracciare
la Causa di Colui Che Dio manifesterà, le ispirazioni di
quell'augusto Nome colmeranno il tuo intimo essere. V'incombe
pertanto di compiere questa impresa nei Giorni della Resurrezione,
poiché tra gli uomini i più sono smarriti, ma se tu ne
dilatassi i cuori discacciandone ogni incertezza, essi avrebbero
accesso alla Fede di Dio. Palesa dunque questo attributo al
massimo delle tue capacità nei giorni di Colui Che Dio manifesterà.
Se infatti dischiuderai un cuore per amor Suo, ciò ti
varrà più di tutte le azioni virtuose, perché le opere sono subordinate
alla fede in Lui e alla certezza nella Sua Realtà.

Qui si parla di aprire i cuori e anche di dilatarli. Io stesso, tempo fa, parlai della necessità di avere un cuore più grande per amare maggiormente il prossimo, da un punto di vista umano.
Questo testo è importante perché ci si riferisce ai giorni della risurrezione e c'è la conferma che Dio non chiude i cuori di nessuno. La "grazia" della fede è concessa a tutti: alcuni l'accettano, altri no.