Originariamente Scritto da
Rachele Giacobi
Noto che si continua a vedere Dio come un giudice che ricompensa o punisce a seconda delle azioni del credente (teoria purtroppo divulgata dalle varie chiese).Io ribadisco di vedere Dio come un "parente",un tutore che desidera il mio bene e mi dà le direttive per compierlo,Oltre a questo senso morale esiste un coinvolgimento della sfera dei sentimenti per cui esiste una certa affettività per qualcuno che non vedi personalmente ma percepisci in ciò che ti circonda.Non ho alcun dubbio che gli atei hanno ideali e obiettivi morali notevoli e rispetto profondamente i loro comportamenti conseguenti (che spesso sono migliori di quelli di molti credenti) ma sono convinta che tutto il bene che l'uomo può fare in tutti i campi riceve una spinte da Dio anche per quelli che lo ritengono in'invenzione,una fantasia per tenere buone le coscienze e dare speranze.Quesi suggerimenti non mi vengono dalla razionalità(anzi per certi sono del tutto irrazionali) ma scaturiscono dalla sfera affettiva.