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Il piano dell'essere.
Un corpo che non ha nessuna cicatrice
è un corpo che non ha mai vissuto.
Se impari a liberarti dal tuo passato,
le ferite se ne vanno
e ciò che non è accaduto in una vita
può avvenire in un istante.
Ho sempre pensato che in ognuno di noi esista una capacità cosmica, universale, di realizzare la propria unicità .
I due termini sembrano essere in contraddizione: come può l'unico essere il tutto?
La risposta è nel rinascere, nel fiorire.
Rinasce la rosa o in lei sta invece fiorendo il mondo?
La rosa in questo caso è semplicemente un singolo individuo o fa parte di un tutt'uno universale?
Ci avevano avvisato i vecchi chassidici ebraici :" Se nell'universo c'è un altro come te, tanto vale che tu non ci sia". Eppure HaShem ( il creatore, o il pensiero cosmico, o il tutto universale che da sempre esiste e disegna) è anche il signore dei volti, del tuo volto e del volto dell'umanità intera.
O ancora, troviamo Silesius, mistico del XVI secolo :- " Una rosa è senza perchè, fiorisce senza perchè, non bada a se stessa, non si cura di chi la guarda...":-
E' una frase bellissima.
Una rosa è senza perchè, vale a dire che nessun pensiero può spiegare la nostra natura, ciò che siamo.
Fiorisce senza perchè, cioè, anche la fioritura è senza perchè. E' un atto, una funzione costituita dal nostro essere nel mondo. Si fiorisce senza saperlo e nessuna spiegazione genera la creazione del nostro fiore.
Non bada a se stessa, vale a dire che lo sguardo non deve essere centrato sul proprio Io, e quindi sui ricordi, sul passato, sulle proprie aspirazioni.
Il procedere della rosa non è pertinenza del nostro Io, non appartiene all'idea che ci siamo fatti di noi stessi.
E' un inno all'estraneità e alla presenza interiore (così come accade, ad es. , nel pensiero orientale o nello Zen.).
Non si cura di chi la guarda; è una legge che riguarda il mondo esterno, le opinioni dominanti, il giudizio degli altri: non sono loro i riferimenti della nostra evoluzione.
Mentre noi continuiamo a farci domande e adottiamo un atteggiamento valutativo e critico verso noi stessi, il nostro seme sta fiorendo... L'attenzione va spostata sul seme, invece di fissarsi sulle ferite inflitte all'albero.
Anche se il seme lavora nella totale oscurità .
Giù, là sotto, immerso nella terra mette le radici.
E' proprio come la rosa che non bada a se stessa, perchè sa che la realtà è mutevole e sconosciuta, mentre le radici ben riparate e nascoste alla vista provvederanno a nutrirla sino alla fine..
Non badare a se stessi e non curarsi degli altri è la via delle radici che sanno sempre cosa fare e come prendersi cura della pianta.
Fiorire non dipende da noi: è già scritto nel nostro Io come seme.
Una ghianda può, nella sua azione nascosta, diventare solo una quercia.
Come tutti i semi, chiama l'unicità : vive per fare la quercia, dotata com'è di un'azione innata che sa fare l'albero, il "suo" albero.
Quindi se la rosa è una rosa senza perchè, le domande sono, per forza di cose, bandite per sempre dal piano dell'essere.
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