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Discussione: Mente cosmica (Coscienza cosmica) e teoria del Campo Unificato

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  1. #11
    Opinionista L'avatar di xmanx
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    La resistenza al cambiamento (M. Scott Peck)

    Quando fummo banditi dal Paradiso, fu per sempre. Non potremo mai tornare nell'Eden. Se ricordate la storia, la strada ci è sbarrata da cherubini e da una spada fiammeggiante.
    Non possiamo tornare indietro. Possiamo solo andare avanti.
    Tornare nell'Eden sarebbe come voler provare a tornare nell'utero materno, all'infanzia. Dato che non possiamo tornare nell'utero o all'infanzia, dobbiamo crescere. Possiamo solo andare avanti attraversando il deserto della vita, percorrendo dolorosamente un terreno arido e spoglio verso livelli di consapevolezza sempre più profondi.
    Si tratta di una verità estremamente importante perchè una gran quantità di psicopatologie umane, tra cui l'abuso di droghe, nasce dal tentativo di tornare nell'Eden.
    La senilità non è solo una malattia biologica. Può anche essere una manifestazione o un rifiuto a crescere, un disturbo psicologico che può essere prevenuto da chi opta per un modello di vita ispirato a una crescita psicospirituale che abbraccia l'intera esistenza. Chi precocemente smette di imparare e di crescere, chi smette di cambiare e si irrigidisce, spesso scivola in quel che si può definire una "seconda infanzia". Diventa lagnoso, esigente ed egocentrico. Ma non perchè sia entrato in una seconda infanzia. In realtà non ha mai lasciato la prima e il "travestimento" dell'età adulta si assottiglia, rivelando il bimbo emotivo che si nasconde sotto di esso.
    Ma non possiamo proprio tornare nell'Eden. Dobbiamo andare avanti attraverso il deserto.
    Ma il viaggio è arduo e l'autocoscienza provoca spesso dolore. E così la maggior parte della gente interrompe il viaggio appena può.
    Trova quel che all'apparenza è un luogo sicuro, si seppellisce nella sabbia e resta lì invece di continuare il viaggio attraverso il deserto impervio, con i suoi cactus, le spine e le rocce taglienti.

    Il tentativo di ritornare nell'Eden lo definisco "resistenza al cambiamento".
    La resistenza al cambiamento e alla crescita può assumere varie forme.
    Queste sono le più comuni.


    Dipendenza da alcol e droghe

    Tra le forme più diffuse di resistenza al cambiamento e alla crescita ci sono l'alcol e le droghe. Non per niente alcol e droghe attecchiscono maggiormente nell'età adolescenziale, quando la tentazione di "fuga all'indietro" verso la calda e comoda sicurezza dell'infanzia è fortissima.
    Penso che chi diventa schiavo dell'alcol e delle droghe voglia più di altri tornare in un certo senso all'Eden - tornare al Paradiso e alla calda e comoda sicurezza dell'utero materno. Cerca disperatamente di riguadagnare quel caldo e piacevole senso di fusione col resto della natura di cui godevamo nel Giardino dell'Eden o nell'utero materno. Per questo motivo il figlio di Kurt Vonnegut, Mark, scrivendo della propria malattia mentale e dell'abuso di droga, ha voluto intitolare il suo libro Espresso per l'Eden.
    Ma naturalmente non si può tornare all'Eden. Si può solo andare avanti attraverso il doloroso deserto. L'unica strada per tornare a casa è quella più impervia. Ma i dipendenti da alcol e droghe, che sentono una potentissima brama di tornare a casa, prendono la strada sbagliata - tornano indietro invece di andare avanti.


    L'illusione dell'amore romantico

    Il grande ideale di amore romantico è un'altra manifestazione della resistenza al cambiamento e alla crescita. Questo ideale crede che sia possibile per Cenerentola cavalcare col principe verso un tramonto di orgasmi infiniti. E' una illusione. Uno dei maggiori problemi dell'illusione dell'amore romantico è che è una "fuga all'indietro", un ritorno al giardino dell'Eden. Un ritorno alla calda e comoda sicurezza dell'utero materno.
    Quel che facciamo è guardare all'amante come a un dio. Cerchiamo nell'amante colui o colei che possa soddisfare tutti i nostri bisogni e tutte le nostre aspirazioni. E, soprattutto, al bisogno e all'aspirazione di riportarci a un durevole Paradiso in terra. Di riportarci a quel giardino dell'Eden primordiale dal quale non vogliamo staccarci. Di riportarci all'età dell'infanzia e a quel caldo e piacevole senso di fusione col resto della natura di cui godevamo nel Giardino dell'Eden o nell'utero materno.
    E funziona. Esattamente come funzionano le droghe. Ma una volta esaurito l'effetto della "droga", si cerca un nuovo innamoramento per tornare ad assaporare quella calda sensazione, in un ciclo interminabile di "innamoramenti" in cui si torna sempre indietro e non si va mai avanti.


    Il narcisismo individualista

    Anche il narcisismo individualista è una forma di resistenza al cambiamento e alla crescita. E' la sindrome da fantasia del Principe o della Principessa.
    Per spiegare come si sviluppi una fantasia del genere, devo darvi a grandi linee un'idea di quella che è la psicologia infantile. Durante il primo anno di vita, il bambino, per quel che siamo riusciti a capire, giunge a individuare quelli che vengono definiti i confini del proprio io. Prima di quel momento non riesce a riconoscere la differenza tra la propria mano e quella della mamma; per esempio, se il bambino ha mal di pancia crede che la mamma abbia il mal di pancia e che tutto il mondo lo abbia a sua volta. Nel secondo anno impara i suoi confini fisici, ma non quelli del suo potere, e così continua a credere di essere al centro dell'universo in cui genitori, fratelli, animali domestici etc sono solo servi al comando di Sua Maestà.

    Poi durante il terribile secondo anno, mamma e papà cominciano a dirgli: "No, no, Johnny, non puoi fare questo. Non puoi fare neppure quello. No. No. Ti vogliamo tanto bene e sei tanto importante per noi ma quello non lo puoi proprio fare. Non comandi tu.". Così nel giro di un anno il bambino viene declassato da generale a quattro stelle a soldato semplice. Non c'è da meravigliarsi che viva un periodo di depressione, di scenate e di capricci che caratterizzano il terribile secondo anno.
    Tuttavia, se i genitori sanno essere teneri col bambino e lo sostengono il più possibile in quel difficile periodo, una volta superati i due anni, avrà compiuto il primo passo da gigante per liberarsi del prorpio narcisismo. Sfortunatamente le cose non vanno sempre così. A volte i genitori non sono teneri e non sostengono il bambino in questa fase di necessarie umiliazioni, ma aggravano invece la stessa umiliazione.

    Come escono questi bambini da questo periodo delicato? I bambini si aggrappano al proprio narcisismo e alla propria onnipotenza infantile invece di liberarsene. Il meccanismo descritto è così particolare che noi psichiatri lo abbiamo definito "romanzo familiare".
    Quel che fanno questi bambini è dire a se stessi: "Queste persone che dicono di essere i miei genitori in realtà non lo sono. In verità sono la figlia/o del re e della regina, una bambina/o di sangue reale, una principessa, un principe, e un giorno tutti sapranno chi sono. E allora riprenderò il posto che mi spetta."
    Si tratta di una fantasia molto consolatoria che aiuta questi bambini a superare le umiliazioni, solo che quando diventano adulti - e allora la fantasia è molto più inconscia - nessuno viene a condurli dal re e dalla regina, nessuno li riconosce per quelli che credono di essere. E così diventano depressi.
    E' con questa fantasia - o pensiero inconscio - che tali bambini entrano nell'età adulta. Ed è con questa fantasia sviluppata nell'età infantile che molti adulti vivono interamente la propria vita: bambini emotivi che pensano di essere Principi o Principesse.


    Le religioni istituzionalizzate

    Un'altra forma di resistenza al cambiamento e alla crescita possono esserlo le religioni istituzionalizzate. O qualunque organizzazione chiaramente strutturata (ad esempio l'esercito) che fornisca una visione della vita impacchettata e preconfezionata, con le sue regole chiare e precise, i suoi dogmi, i suoi premi e le sue punizioni.
    I bambini che hanno vissuto un rapporto in generale sereno con la propria famiglia di origine, maturano l'intima convinzione che la visione della vita trasmessa loro dai genitori sia la "visione corretta". Per un bambino, infatti, i genitori non sono soli i genitori. Ma sono il mondo.
    Una volta entrati nella preadolescenza e, poi, nell'adolescenza, se i conflitti con i genitori non sono stati eccessivi e devastanti, tali bambini saranno portati a proiettare le figure dei genitori su un'altra entità superiore che continui a svolgere per loro la stessa funzione che hanno avuto padre e madre: dargli una chiara visione della vita.
    E' in questo momento che le religioni istituzionalizzate - o qualunque altro gruppo chiaramente organizzato e strutturato - prendono il posto dei genitori. E da quel momento il bambino acquisisce una nuova visione della vita: quella del gruppo o della chiesa che ha utilizzato per sostituire la figura paterna e materna.
    In questo modo il bambino continua a reiterare lo schema che ha appreso nella sua infanzia: i miei genitori erano la mia visione della vita. La chiesa sono i miei nuovi genitori. La visione della vita della chiesa è la mia nuova visione dell vita.
    Con questa certezza questi bambini entrano nell'età adulta, senza però aver mai abbandonato la loro condizione di figli. Senza mai aver differenziato se stessi dalla loro condizione di figli. Senza aver mai vissuto il passaggio psicologico del distacco (che passa attraverso la "ribellione adolescenziale") rimangono nel caldo e confortante giardino dell'Eden del loro periodo infantile.

    Tutti questi schemi di resistenza al cambiamento e alla crescita non sono fra loro mutualmente esclusivi. Spesso si mischiano e si sommano gli uni con gli altri, generando la proiezione mentale del nostro Io e le fedi con le quali entriamo nell'età adulta.
    Sono mappe scadute attraverso le quali vediamo il nostro Io, il mondo esterno e la nostra relazione con il mondo. Mappe scadute fabbricate dalla nostra natura inferiore che indossiamo come un abito. Un abito che, per crescere, deve essere affrontato, elaborato e superato.
    Ultima modifica di xmanx; 15-10-2019 alle 11:38
    Lo stagista.
    Apprendista stregone.

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