Ieri sera ci siamo rivisti in famiglia il celebre film con Richard Burton (un grande, Richard Burton!) dove intorno al famoso episodio della tunica di Gesù, si dipanano mille rivoli di simbolismo religioso: Come mai, nel racconto di Giovanni, la descrizione della spogliazione del Cristo, della divisione delle sue vesti fra i soldati, della fattura fin nei minimi particolari di quel solo indumento che non viene stracciato....come mai è così importante secondo voi? Partiamo dal testo:

"I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura:
Si son divise tra loro le mie vesti
e sulla mia tunica han gettato la sorte." (Giovanni 19)

Questa invece la trama del film:

Il film è ambientato agli inizi dell'era cristiana. Il tribuno militare Marcello Gallio è un frivolo e impenitente donnaiolo, famoso in tutta Roma per le sue vicende sessuali e sentimentali, motivo di vero e proprio scandalo nel Foro e di profonda vergogna per il padre, un anziano e illustrissimo senatore che da anni si oppone fieramente al crescente potere imperiale. Durante il mercato degli schiavi, Gallio acquista lo schiavo greco Demetrio, contendendolo a Caligola in uno scontro sempre più acceso e personale. Contemporaneamente incontra Diana, una sua vecchia amica d'infanzia, e se ne innamora.

Dopo il diverbio con Caligola, giovanissimo erede di Tiberio, Marcello viene mandato in punizione a presiedere le truppe di frontiera a Gerusalemme, città schiacciata nel sangue dalla ferocia inaudita del governatore imperiale Ponzio Pilato. Durante il suo soggiorno, il giovane tribuno viene incaricato di eseguire la sentenza di crocifissione a carico di tre pericolosi ribelli, uno dei quali è un certo Gesù di Nazareth, di cui vince la tunica giocandola ai dadi. Lo schiavo greco Demetrio ammonisce il padrone: la veste era di un uomo giusto, e ha il potere di tormentare l'animo di colui che si è macchiato di un delitto così orrendo.

Tornato a Capri, dopo essere stato richiamato da Tiberio, prossimo a morire, Marcello Gallio rincontra Diana e dimostra all'imperatore romano che le parole di Demetrio sono vere, poiché da giorni e da notti continua ad avere incubi e visioni spaventose sul colle dei crocifissi di Gerusalemme e sul falegname ribelle. Tiberio, sebbene scettico su questioni di stregoneria, lo rimanda in Giudea con il compito di trovare la tunica e di distruggerla. Il tribuno ritorna in oriente, dove si mescola tra la gente del villaggio galileo di Cana spacciandosi per un mercante di tessuti e fa amicizia con san Pietro, finendo, incredibilmente, con il divenirne uno dei primi e più fidati seguaci.

A Capri, frattanto, Tiberio muore in circostanze assai sospette e Caligola viene nominato nuovo Imperatore dal Senato. Le notizie che gli giungono sul conto di Marcello ne scatenano le ire: un romano che abbraccia l'ideale rivoluzionario di un ebreo giustiziato deve morire. Dopo aver predicato in Grecia e in Oriente gli ideali del Messia, Gallio ritorna a Roma per salvare la vita del vecchio amico ed ex schiavo Demetrio (che era stato fatto arrestare da Caligola) e viene raggiunto da Diana che lo incoraggia, ma viene catturato e trascinato davanti all'imperatore, che gli propone di abiurare l'ideale cristiano, in alternativa alla decapitazione.

Ma Marcello preferisce morire che rinnegare la parola dell'amore, poiché con la sua morte gli sembrerà chiaro che Roma, la Roma dei Cesari, è ormai divenuta corrotta, e che esiste un Re superiore ai sovrani dell'Urbe latina. Egli allora si avvia al martirio insieme a Diana che ha deciso di seguirlo fino a morire con lui.

https://it.wikipedia.org/wiki/La_tunica

Questa infine un po' di esegesi in grado di aiutarci a capire la questione....

"Fecero quattro parti." Il numero quattro allude ai quattro punti cardinali e significa la terra intera. Tutta l'umanità peccatrice riceve l'eredità del Figlio, «ha parte» con lui. A tutti è dato di partecipare: il dono del Figlio è universale, il suo corpo è offerto per tutti i fratelli. Gesù, il salvatore del mondo, ha dato se stesso per la vita del mondo. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché «vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (lTm2,4)

"E la tunica". Dopo aver parlato delle vesti, Giovanni ricorda la tunica, lasciando la frase interrotta. La sospensione è a effetto: crea attesa su ciò che si dirà di questa tunica, come specificazione complementare di quanto si è detto sulle vesti. Come è chiaro il significato delle vesti, così è misterioso quello della tunica. Essa è la parte più intima delle vesti, che si porta sotto il mantello. La cura con cui è descritta denota l'importanza che l'autore le attribuisce. La tunica, come le vesti, indica il corpo, la persona....la sua intrinseca Dignità! Tuttavia i dettagli, riferiti su di essa, evidenziano un intento particolare. Gli antichi autori vedevano raffigurato nelle vesti e nella tunica il mistero della Chiesa, corpo di Cristo, rispettivamente nella sua universalità e nella sua integrità/unità. Le vesti, distribuite in quattro parti, indicano l'universalità: il corpo del Figlio è per tutti i fratelli. La tunica invece indica il mistero della integrità/unità: l'unico corpo donato, rende ognuno figlio, unito al Padre e ai fratelli.