40

Ora, riguardo alla condizione dell’anima fra la morte e la resurrezione, ecco che mi è stato reso noto da un angelo che gli spiriti di tutti gli uomini, appena hanno lasciato questo corpo mortale, sì, gli spiriti di tutti gli uomini, che siano buoni o cattivi, sono condotti presso Iddio, che diede loro la vita. Ed allora avverrà che gli spiriti dei giusti saranno ricevuti in uno stato di felicità, chiamato paradiso, uno stato di pace, ove si riposeranno da ogni loro tormento, da ogni pena e da ogni dolore. E poi accadrà che gli spiriti malvagi, sì, che sono cattivi, che non hanno né parte né porzione alcuna dello Spirito del Signore, perché hanno scelto opere di male piuttosto che di bene, per cui lo spirito del diavolo è entrato in essi, ha preso possesso della loro dimora, questi saranno rigettati dunque nelle tenebre di fuori e là vi saranno pianti, lamenti e stridor di denti, e ciò a causa delle loro iniquità, essendo condotti prigionieri secondo la volontà del diavolo. Ora, questa è la condizione delle anime dei cattivi, sì, nelle tenebre ed in uno stato di orribile e temibile attesa della fiera indignazione dell’ira di Dio su di loro; così essi rimangono in questo stato, come i giusti in paradiso, fino al momento della loro resurrezione.
Ora, ve ne sono alcuni che hanno supposto che questo stato di felicità o di miseria dell’anima, che precede la resurrezione, fosse una prima resurrezione. Sì, ammetto che possa essere chiamata resurrezione, questa elevazione dello spirito o dell’anima e la loro consegna alla felicità o alla miseria, secondo quanto ne è stato detto. Ed ecco quanto è stato affermato: vi è una prima resurrezione di tutti coloro che sono stati o che sono o che saranno sulla terra fino alla resurrezione di Cristo dai morti.
Ora, noi non crediamo che questa prima resurrezione, di cui si è parlato in codesti termini, sia la resurrezione o l’elevazione delle anime per essere consegnate alla felicità o alla miseria. Non puoi supporre che voglia dir questo. No, ti ripeto, ma significa la riunione dell’anima col corpo di coloro che sono vissuti dai giorni di Adamo fino alla resurrezione di Cristo
(1). (40:11-19)

La parola restaurazione significa forse prendere una cosa dal suo stato naturale e metterla in uno stato contro natura o in una condizione opposta alla sua natura? No, figlio mio, non è il caso, ma il senso della parola restaurazione è la restituzione del male al male, del carnale al carnale, del diabolico al diabolico, del bene al bene, della probità alla probità, della giustizia alla giustizia, della misericordia alla misericordia. (41:12, 13)

Pertanto, secondo giustizia, il piano di redenzione avrebbe potuto effettuarsi solo alla condizione che l’uomo si pentisse durante questo periodo di prova, sì, in questo stato preparatorio; poiché, se questa condizione non si adempisse, la misericordia non potrebbe aver effetto senza distruggere le esigenze della giustizia. Ma l’opera della giustizia non può essere annullata, se no Iddio cesserebbe d’essere Dio. (42:13)

Ecco, difatti, la giustizia esercita ogni sua esigenza, come pure la misericordia reclama quanto le è dovuto; e così non v’è che il vero penitente che sia salvato. Credete forse che la misericordia possa derubare la giustizia? No, vi ripeto, in nessun punto. Altrimenti Iddio cesserebbe d’essere Dio. (42:24, 25)

Nota:

1. Questa è la vera prima resurrezione.