Dallo scorso novembre è in vendita il libro titolato “I Samaritani” (edito da Paideia), scritto da Reinhard Pummer, docente di studi religiosi all’Università di Ottawa, in Canada.

In questo saggio l’autore dà notizie storico-religiose riguardanti l’etnia dei Samaritani del passato e del presente.

In precedenza ha pubblicato altre due monografie sullo stesso tema:

una dedicata ai Samaritani e il samaritanesimo nella letteratura cristiana antica,

l’altra, ai Samaritani in Giuseppe Flavio (38 circa – 100 circa), scrittore e storico ebreo. Il suo nome in ebraico è Yosef ben Matityhau (= “Giuseppe figlio di Maria”); egli assunse il nome in latino Titus Flavius Iosephus dopo la sua liberazione dalla prigionia e conseguente conferimento della cittadinanza romana da parte dell’imperatore Tito (Flavio Vespasiano).

Una digressione su questo scrittore.

Di famiglia sacerdotale, all'età di trent'anni circa guidò alcune truppe in rivolta contro l'esercito romano (66 – 70 d. C).

Dopo quattro anni di guerra, che si concluse con la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio, Giuseppe fu imprigionato ma ottenne di lavorare a Roma come storico nell’entourage di Vespasiano, che poi divenne imperatore. Per questo Giuseppe pospose il nome di Flavio al suo, come tributo di riconoscenza a Vespasiano, che apparteneva alla gens Flavia.

Tra il 75 e il 79 scrisse "Guerra giudaica”, importante riferimento per capire la storia di Israele, l'ambiente sociale nel quale visse Gesù e l’attesa messianica da parte degli israeliti in quel periodo.

Nel quinto capitolo di questo suo libro Giuseppe Flavio ci fa comprendere che il vero motivo che aveva indotto gli Ebrei alla guerra del 66-70 fu l'attesa del Messia annunciato nelle Scritture: “Ma quello che incitò maggiormente (gli Ebrei contro i Romani) alla guerra fu un'ambigua profezia, trovata nelle sacre Scritture, secondo cui in quel tempo un loro connazionale sarebbe diventato dominatore del mondo”.

Nella “Guerra giudaica" non ci sono riferimenti a Gesù di Nazaret, ma Giuseppe Flavio lo cita nel suo successivo saggio titolato “Antichità giudaiche” , elaborato nell’anno 93 circa, nel quale ricostruisce la storia d’Israele dalle origini fino alla guerra contro i Romani.

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