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Discussione: Gerusalemme e Atene

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    Gerusalemme e Atene

    All’attenzione di Breakthru.

    Buongiorno Break, forse già sai che il 2 dicembre a Torino, al teatro Carignano, alle ore 10, ci sarà il dialogo su “Che cosa hanno in comune Gerusalemme e Atene ?”, con il cardinale Gianfranco Ravasi e il latinista Ivano Dionigi.




    Gerusalemme e Atene: contrapposizione e incontro tra fede e filosofia, tra legge(Bibbia) e logos.

    Il filosofo e apologeta cristiano Tertulliano si domandava: "Cosa hanno in comune Atene e Gerusalemme"? Le due città, nell’antichità, possono essere simbolicamente considerate le due radici della cultura occidentale, la greco-romana e l'ebraico-cristiana.

    Nel libro collettivo titolato: “Gerusalemme e Atene” il filosofo tedesco naturalizzato statunitense Leo Strauss scrisse che per comprendere la cultura occidentale dobbiamo capire Gerusalemme e Atene. Sono in quelle due località le radici della nostra cultura: nella prima, la radice religiosa, nella seconda radice, la filosofico-letteraria. Dal loro incontro è nata la civiltà europea.

    L'incontro tra la filosofia greca e la fede ebraica avvenne dopo la conquista della Palestina nel 332 a. C. da parte delle truppe di Alessandro Magno. Gli Ebrei nella Giudea vennero a contatto con la cultura ellenistica. Di questo c'è traccia nella Bibbia, ad esempio nel secondo Libro dei Maccabei dove si depreca la diffusione dell'ellenizzazione (2 Mac 4, 13) che si oppone al giudaismo (2 Mac 2, 21).

    È significativo che due noti autori ebrei dell'antichità scrissero in greco (Filone di Alessandria e Giuseppe Flavio).

    Tra il III e il II sec. a. C. ad Alessandria d’Egitto l’Antico Testamento fu tradotto in lingua greca (versione dei LXX) per la comunità ebraica della diaspora residente in quella città ellenizzata. Essi avevano obliterato la loro lingua e non riuscivano più a leggere in ebraico.

    Nel I sec. d. C. Antiochia di Siria aveva circa mezzo milione di abitanti: molti erano Greci, Siriani ed Ebrei. La località (la terza per grandezza nell’impero romano, dopo Roma e Alessandria d’Egitto) era un luogo d’incontro di culture e religioni. I discepoli cristiani di lingua greca avvicinavano pagani e giudei per convertirli.

    L’apostolo Paolo, nato a Tarso, in quella città aveva ricevuto l'educazione tipica di un centro abitato grecizzato. Aveva letto Euripide e Omero ed era stato formato secondo i principi della retorica del tempo, come è evidente da alcuni suoi scritti. Da essi si desume la sua conoscenza della filosofia stoica. E proprio un trattato filosofico di origine aristotelica molto diffuso a quel tempo, ma oggi perduto, è alla base del discorso di Paolo ad un gruppo di filosofi ad Atene riuniti nell'areopago (significa “collina di Ares”, il bellicoso dio Ares), situato tra l’agorà e l’acropoli.

    Dal discorso di Paolo:

    “Allora Paolo, alzatosi in mezzo all'Areòpago, disse:
    “Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dei. Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell'uomo né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa” (At 17, 22 – 25).
    Ultima modifica di doxa; 28-11-2023 alle 08:51

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