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Discussione: Agape > Carità

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  1. #15
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    seconda parte

    Vediamo la pala d’altare che raffigura il trasporto di Gesù al sepolcro. Nel successivo post descriverò la predella con le immagini delle tre virtù teologali

    Per questa rappresentazione Raffaello si ispirò ad un dipinto del suo maestro, Pietro Perugino: il “Compianto su Gesù Cristo”, realizzato nel 1495, attualmente a Firenze, conservato a Palazzo Pitti.


    Raffaello Sanzio, comparto centrale della pala d’altare Baglioni, olio su tavola, 1507, Galleria Borghese, Roma.

    Dopo la deposizione di Gesù dalla croce sul Calvario (in alto a destra visibili le tre croci, la scala per la deposizione dalla croce centrale e due figure), il corpo di Cristo viene disteso sul lenzuolo per il trasferimento nel sepolcro.

    La scena è composta da due parti, con due gruppi di figure: quello di sinistra è intorno al Cristo morto, quello di destra è attorno a Maria, la madre di Gesù, svenuta.

    Tre uomini sono raffigurati inarcati durante lo sforzo per trasportare la salma, sulla quale si vedono i fori dei chiodi per la crocifissione e la ferita sul costato. Quello dietro il capo di Gesù potrebbe essere Giuseppe d’Arimatea, quello anziano con la barba folta Nicodemo, oppure San Pietro, in genere assente nei dipinti con la scena della Deposizione di Gesù, ma qui identificabile per i colori degli abiti: giallo e verde, tipici della sua iconografia. Nicodemo o Pietro guarda verso l’osservatore.

    Dietro i due è raffigurato l'evangelista Giovanni con le mani giunte nell'atto di pregare.

    Il viso del giovane che sorregge il lenzuolo dalla parte inferiore del corpo di Gesù è quello del defunto Grifonetto Baglioni.

    Al centro della composizione Maria Maddalena dolente, guarda Gesù e gli tiene la mano. Il suo volto è quello di Zenobia Sforza, moglie di Grifonetto Baglioni.

    A destra c'è il gruppo delle pie donne che sostengono Maria, la madre di Gesù, svenuta. Il volto è quello di Atalanta, la madre di Federico, alias Grifonetto. E’ sorretta dalla donna dietro di lei, un’altra le regge il capo reclinato sulla spalla, ancora un’altra, inginocchiata, allunga le braccia per sostenerla.

    I due gruppi principali sono raccordati dal giovane con il volto di Grifonetto, che si proietta all'indietro.

    L'oscuro sepolcro nella roccia aiuta a stagliare i personaggi a sinistra,

    A destra le figure sono nelle vicinanze della collina del Golgota.

    Al centro la veduta è sulle colline e su un castello, ben visibile il maschio. Il panorama è quello della località denominata Antognolla, circa 30 km a nord di Perugia. Al tempo di Raffaello apparteneva alla famiglia Baglioni. La scoperta è avvenuta alcuni anni fa. Alessandra Oddi Baglioni, discendente diretta della committente, sapendo che la tavola era in restauro, chiese di poterla osservare da vicino. In tale occasione la Oddi Baglioni riconobbe il paesaggio di Antognolla, visto molte volte, durante la sua infanzia, quando quel luogo ancora faceva parte dei possedimenti della famiglia.

    In lontananza si vedono le montagne velate dalla foschia.

    L’opera è firmata e datata sullo scalino del sepolcro: “RAPHAEL VRBINAS M. D. VII”, ma è poco visibile.

    Su richiesta del pontefice Paolo V (Camillo Borghese), nella notte tra il 18 e il 19 marzo 1608, con la complicità dei frati della chiesa di San Francesco al Prato, la composizione raffaellesca, alta cinque metri, fu prelevata e segretamente inviata a Roma. Il papa la donò al nipote, il cardinale Scipione Borghese, che l’aveva ammirata durante i suoi studi universitari nel capoluogo umbro. Di solito Scipione, appassionato d'arte, non aveva scrupoli ad usare ogni mezzo, lecito e illecito, per arricchire la propria collezione.

    Le proteste dei perugini indusse Paolo V a farne fare una copia, commissionata al Cavalier d'Arpino, pittore tardomanierista molto apprezzato a quei tempi. Questo dipinto è conservato a Perugia nel Palazzo dei Priori.

    segue
    Ultima modifica di doxa; 05-01-2024 alle 07:35

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