"Il padre, l'assente inaccettabile" di Claudio Rise' (continuoa ad ignorare chi sia Risé) anno di pubblicazione 2003 datato ormai

so che la mia esperienza non fa statistica ma mi sembra di vedere i padri trentenni molto partecipi della vita dei loro figli, assi più partecipi rispetto ai padri di vent'anni prima


E, leggendo:

Indubbiamente, ne parlavamo anche ieri: ma la presenza di figure e modelli di riferimento (ad esempio?) erano decisive per affrontarli e uscirne fuori....
Oggi la situazione si presenta tutta nella sua spaventosa drammaticità, Lady: le famiglie frammentate e disgregate, la fuga e l'assenza dei padri (leggi "Il padre, l'assente inaccettabile" di Claudio Rise') la mancanza di fratelli e sorelle nella cultura del figlio unico, professori, insegnanti e maestri considerati antagonisti, nemici che limitano, avversari eccetera. L'ansia della prestazione, del risultato, del successo a tutti i costi, senza più il supporto degli adulti, può avere (e di fatto ha) conseguenze devastanti sulla psiche dei ragazzi. Ora, domandiamoci: tutto ciò è irreversibile? Chi nasce oggi, chi verrà al mondo domani, è condannato all'infelicità? No di certo! Sta a noi adulti ripensare un nuovo modo di aiutarli. Sta a noi genitori, padri, madri, insegnanti, educatori, costruire un mondo più a misura loro, più rispettoso delle loro fragilità e, in due parole, più Umano
mi domando per quale ragione la generazione "adulta" che ha fatto tanti danni non si ritiri in sordina e anche con un poco di vergogna e voglia invece accanirsi nell'aiutare quando non è in grado di farlo