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Discussione: Ignoranza

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    Ignoranza

    Ignoranza: questo sostantivo deriva dal latino “ignorantia”, parola composta dal privativo “in” + la radice del verbo “(g)noscere” = conoscere.

    L’ignorante non conosce la “verità”, che invece potrebbe sapere se potesse o volesse.

    L’ignoranza allude sia alla mancanza di conoscenza di determinate cose, sia all’individuo che è ignorante perché privo di istruzione o di bon ton.

    Vi ricordate il film “Miseria e nobiltà” ? C’è la scena di Totò scrivano e la lettera che deve scrivere per un “cafone”, ignorante, perché non sa scrivere né leggere

    Cliccate sul link

    https://youtu.be/PL1rngwZ4z4

    Il rapporto Censis informa che troppi studenti arrivano al termine degli studi sapendo a mala pena leggere e far di conto.

    Il rapporto Ocse certifica che in Italia un terzo degli adulti è analfabeta funzionale: sa leggere e scrivere ma non capisce il significato in un articolo di giornale.

    L’ignoranza è un problema sociale: facile dare la colpa ai social, più difficile parlare di fallimento della scuola, ecc..

    Nell’antica lingua greca la parola “conoscenza” si traduceva con “gnosis”.

    La conoscenza gnostica si basa su quattro pilastri: scienza, arte, filosofia e religione.

    La gnoseologia è una branca della filosofia che studia la natura della conoscenza.

    Nell’ambito religioso la gnosi indica una forma speciale di conoscenza, che non procede da contenuti di fede ma si realizza con accesso diretto al divino mediante una sorta di “illuminazione” interiore” (in tal senso la fede di Cono è eloquente) che permette il raggiungimento della salvezza spirituale.

    Nel Qohelet o Ecclesiaste c’è la frase: “Qui auget scientiam, auget et dolorem” (= Chi accresce la propria sapienza, aumenta le proprie sofferenze).

    Commentando questa frase il filosofo Arthur Schopenhauer conferma che la conoscenza, da non confondere con il sapere astratto, quando perviene alla chiarezza e la “conscienza” si eleva , cresce nell’individuo anche il tormento.

    Invece per il filosofo olandese Baruch Spinoza il detto dell’Ecclesiaste è sbagliato: non è vero che “Chi aumenta la propria sapienza, aumenta anche le proprie sofferenze”, ma, al contrario, “Chi aumenta il proprio sapere accresce anche la gioia di vivere”.
    Ultima modifica di doxa; 20-12-2024 alle 21:20

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