Risultati da 1 a 1 di 1

Discussione: Interrogarivo esistenziale di un giullare. Dialogo socratico/galileiano/bibliografico

Visualizzazione Elencata

Messaggio precedente Messaggio precedente   Nuovo messaggio Nuovo messaggio
  1. #1

    Interrogarivo esistenziale di un giullare. Dialogo socratico/galileiano/bibliografico

    Un giullare che si interroga ed un Teologo Quantico che risponde.

    Giullare
    Amico mio, illustre navigatore sulle onde del nulla, rispondi senza tirar fuori hilbertiane e tensori di Ricci-Curbastro:
    Se il nostro universo nasce da una fluttuazione del vuoto, chi ha riempito il vuoto per questa fluttuazione?
    Perché, me pare, anche il vuoto, per vibrare, deve avere onde, corde, stringhe, membrane...qualcosa
    Teologo Quantico
    Domanda legittima. Ma attento: il vuoto quantistico non è il nulla, come spiegò Dirac, il “Magellano del Mare delle particelle immaginarie" ne “La teoria quantistica dell’elettrone”. È già una struttura, un campo, un insieme di possibilità regolato da leggi , come in meccanica quantistica ha ampiamente mostrato “Mister incertezza”, Heisenberg, nel “Sul contenuto intuitivo della cinematica e della meccanica quantistica”.

    Giullare
    Appunto. E io domando: chi ha stilato, firmato, pubblicato nell'apposita "Gazzetta" e rese esecutive le leggi?
    Chi ha concesso al vuoto di non essere il nulla, ma un vuoto abitato ed abilitato a fare qualche cosa?
    Forse qualcosa che trascende la fisica, come suggeriva Kant, l'orologio ambulante di Königsberg nella “Critica della ragion pura”.
    Teologo Quantico
    Forse la legge si fonda da sé. Come la logica di Gödel, il “Matematico dell’Impossibile completo”nel “Sulle proposizioni formalmente indecidibili dei Principia Mathematica e sistemi correlati”.Oppure, la matematica platonica, come sostiene Penrose, il “Visionario dei Mondi astratti” ne “La mente nuova dell’imperatore”, sarebbe il vero fondamento.

    Giullare
    ... Ma anche i numeri primi hanno bisogno di uno spazio dove significare qualcosa. Senza una mente o un contesto, sono solo silenzio in uno spaziotempo senza orecchie....E rilancio con Wittgenstein, lo "statte zitto, che é mejo"col “Tractatus ”: “I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”.
    Teologo Quantico
    Allora stai cercando un fondamento? Una Causa Prima?
    Come dicono tutti che abbia detto Einstein, il capellone sberleffante, “Dio non gioca a dadi”.
    Anche se oggi sappiamo che la "Natura" é quantistica.

    Giullare
    Si, cerco un fondamento. Non necessariamente un venerabile e venerando signore barbuto in trono con un triangolo al neon 'ncoppa 'a capa.
    Ma almeno una "razionalità generativa".
    Ecco: cerco la ragione per cui ci sono campo, legge, energia di punto zero...eccetera, invece di nulla e basta.
    Teologo Quantico
    Una metafisica, insomma.

    Giullare
    Non proprio... Poetico-metaforicamente "chi/cosa faccia parlare il vuoto"
    Teologo Quantico
    Cioé, per te, "un Dio ", lo riconosceresti nel vuoto stesso?

    Giullare
    No. Riconosco una "razionalità generatica*" nella possibilità che il vuoto esista e funzioni. (*=potenzialmente generatrice. Creatività domenicale )
    Non nel "far" fluttuare, ma nel fatto che ci sia qualcosa che possa fluttuare.
    Teologo Quantico
    E quel quel/qualcosa, sarebbe?

    Giullare
    Un.....un “vassapé originario ", come direbbe un filosofo sud-gariglianico.
    Ma non finisce qui, dimmi ora, Maestro/professore/vate delle equazioni: questo vuoto che fluttua, quando ha cominciato a farlo?
    Teologo Quantico
    Tempo e vuoto non sono separabili. Nel modello dei signori-del-tempo-senza-confini,Hawking e Hartle, in “La funzione d’onda dell’universo” il tempo emerge con lo spazio: non c’è un “prima” in senso classico.

    Giullare
    Ah, la vecchia trappola della relatività generale...il Capellone Tuttoérelativo fa ancora la linguaccia...
    Ma se il tempo emerge, allora ci vuole qualcosa che gli permetta di emergere. No?
    Un pre-temporale, come ipotizzavano alcuni filosofi, tipo McTaggart, l'assassino del Tempo, in “L’irrealità del tempo”.
    Teologo Quantico
    Non pensi, giullare colto da angoscia esistenziale, che il tempo sia solo una funzione del cambiamento osservabile, come postulato dalla termodinamica di Boltzmann, il "Riordinatore/mettapposto di di Entropie” ?

    Giullare
    Eh, già: mo' ci mancava solo l'entropia, per fare chiarezza...
    E se il tempo è solo un’illusione dell’osservare,
    chi/che cosa osservava il vuoto mentre decideva di fluttuare?
    Teologo Quantico
    Niente e nessuno: la fluttuazione è casuale, governata da probabilità, secondo Born, il Puro e duro Imperatore del Caso, nei “Fondamenti della meccanica quantistica”.

    Giullare
    Casuale, dici? Allora siamo in mano al Caso? Che non sarebbe allora una divinità ?
    Teologo Quantico
    No, proprio no. Per il principio di indeterminazione di Heisenberg, il “Signore dell’Incertezza”, tutto si svolge coerentemente con statistiche quantistiche. Una forma di obbedienza.

    Giullare
    Ma se tutto è probabilistico,
    da dove viene il meccanismo che calcola la probabilità?
    Chi ha fabbricato il dado? A chi lo lancia ?
    Teologo Quantico
    La struttura della teoria. Il formalismo matematico.

    Giullare
    Struttura?
    Dunque, anche il caso ha bisogno di una " macchina da gioco "...una roulette...o una slot-machine?
    Serve un campo definito, un set di regole, un intervallo di possibilità.
    La casualità non è il caos: è una libertà calcolabile.
    E questo implica ancora una volta.... una grammatica ed una sintassi di tutto il discorso dell'esistenza. Ontologico, essendo l'ora venuta del parolone difficle e di scena. Ancora una "razionalità generatrice". La solita.
    Teologo Quantico
    Quindi tu rifiuti la contingenza come ultima parola?

    Giullare
    Non la rifiuto. La sospetto.
    Il Caso è un ottimo servo, ma un pessimo architetto.
    Serve una razionalità anche solo per stabilire cosa sia permesso che accada a caso.
    Il campo delle possibilità prima che il tempo cominci, prima che la causalità possa inciampare in sé stessa.
    Teologo Quantico
    E anche questa, la chiameresti…?

    Giullare
    Sempre lei.... razionalità generatrice...Il “Vassapé originario"
    E mica mi fermo qui. La metaforica faretra ha ancora frecce: la bellezza delle leggi.
    Perché l’universo, oltre a funzionare, non ti sembra anche elegante?
    Teologo Quantico
    Ah. La trappola dell’estetica.
    Effettivamente… le leggi fondamentali sono spesso più belle che necessarie, come amava sottolineare Dirac, marinaio cultore del romanticismo delle equazioni, nel “I principi della meccanica quantistica
    Simmetrie, invarianze, minime azioni, sintesi formale....
    Come se la realtà avesse una necessità estetica.

    Giullare
    Come se la matematica non fosse solo uno strumento, ma un ambiente naturale per l’essere, secondo Penrose, anche lui, a volte, "poeta delle forme” nell'opuscoletto :“La strada per la realtà”.... Siii..."opuscoletto" é ironico, un volumone per una strada erta e perigliosa che manco... il cammino di campoStilla
    Come spieghi che la struttura del cosmo corrisponda così bene a strutture puramente astratte?
    Teologo Quantico
    Strano, sì. Ma forse inevitabile.
    Forse perché esistiamo in un universo (uno dei tanti potenzialmente esistenti) dove la matematica è efficace. Lo dice Wigner, il “Mago dell’Improbabile” in “L’insensata efficacia della matematica nelle scienze naturali”.

    Giullare
    E perché questa matematica e non un’altra?
    Perché la simmetria di gauge? Perché il gruppo SU(3) e non una nuvola di insensatezza?
    Teologo Quantico
    Non lo so.

    Giullare
    Eppure la bellezza regna. Come se una mente anonima avesse scolpito leggi con criterio estetico.
    Non solo funzionali. Anche Eleganti.
    Teologo Quantico
    Allora torni al punto di partenza?

    Giullare
    Si: Una razionalità generatrice, senza volto, ma con gusto matematicamente estetico.
    Teologo Quantico
    Quindi, per te, "Dio" sarebbe la possibilità di un universo logico e gradevole (de gustibus...) esteticamente

    Giullare
    Esatto.
    Il vassapé originario

    Che potrei anche chiamare "d/Dio". Con la minuscola del dubbio e la maiuscola della necessità.

    Dio= il nome tecnico dell’ignoranza temporanea.
    E mi basta così, finché non si scopra un’altra equazione.
    Ultima modifica di restodelcarlino; 26-05-2025 alle 09:03 Motivo: spaziatura

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
  • Il codice BBAttivato
  • Le faccine sono Attivato
  • Il codice [IMG]Attivato
  • Il codice [VIDEO]Attivato
  • Il codice HTML � Disattivato