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Metamorphosĕon
Nel mondo antico si viveva circondati dai personaggi del mito: rappresentati all’interno delle case in articolate composizioni parietali o sulle gemme che impreziosivano i gioielli, o ancora sulle casse dei sarcofagi o all’interno delle tombe.
Le numerose leggende che circolavano in età romana furono in parte raccolte nelle “Metamorphosĕon” (=Metamorfosi), poema epico-mitologico di Ovidio.
Il fenomeno della metamorfosi è interessante, nel nostro tempo lo chiamiamo anche “gender fluidity”, al quale dedicherò il prossimo post.
Adesso vi propongo questo dipinto

Sandro Botticelli, Pallade e il centauro, tempera su tavola, 1480 – 1485 circa, Gallerie degli Uffizi, Firenze.
“Pallade”, epiteto di Atena: l'appellativo deriverebbe dal nome di una ninfa chiamata Pallade, una compagna di giochi della giovane Atena, che la uccise per errore mentre simulavano un combattimento. Atena prese quindi il nome di Pallade in segno di lutto per dimostrare il suo rimorso.
Ed ora un po’ d’iconografia.
Questo quadro ha come sfondo un paesaggio lacustre.
Atena, patrona di Atene (per la mitologia romana, Minerva) è raffigurata come una giovane donna, in piedi, con la lunga capigliatura di colore ramato; sul capo ha una corona formata con rametti di ulivo, serti di ulivo (simbolo di pace), sono anche sparsi sul suo abito trasparente. Ci sono pure ricami che raffigurano anelli intrecciati, ognuno con diamante e con il motto "Deo amante" ("A dio devoto"), ma non visibile.
La dea, con il braccio e la mano sinistra regge un’alabarda, con la mano destra trattiene per i capelli un centauro arciere, con arco e faretra, metà uomo (dalla vita in su) e metà cavallo (dalle anche in giù).
I centauri simboleggiano la dualità umana: razionale e irrazionale, ragione e istinto, perciò questo dipinto di Botticelli è da intendersi come un’allegoria della virtù che frena l’impeto.
La scena complessiva potrebbe essere considerata come l'Allegoria della Ragione, di cui è simbolo la dea che vince sull'istintualità raffigurata dal centauro.
I colori tersi e contrastanti, accentuano i gesti e le torsioni delle figure.
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