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Discussione: Poesie

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  1. #11
    funeralblues
    Guest
    Qualcosa per i soffietti, le suore, i garzoni dei droghieri e te...

    abbiamo tutto e non abbiamo nulla
    e certi uomini lo fanno in chiesa
    e certi uomini lo fanno strappando farfalle
    a metà
    e certi uomini lo fanno a Palm Springs
    mettendolo dentro bionde platinate
    con anime da Cadillac
    Cadillac e farfalle
    nulla e tutto,
    il viso che si scioglie all'ultima tirata
    in una cantina di Corpus Christi.
    c'è qualcosa per i soffietti, le suore,
    i garzoni dei droghieri e te...
    qualcosa alle 8 del mattino, qualcosa in biblioteca
    qualcosa nel fiume,
    tutto e nulla.
    nel mattatoio arriva di corsa appesa a un gancio
    lungo il soffitto, e tu la fai dondolare -
    uno
    undue
    unduetre
    e poi l'hai in spalla, 200 dollari di carne
    morta, le sue ossa contro le tue
    qualcosa e nulla.
    è sempre abbastanza presto per morire
    ed è sempre troppo tardi,
    e il rivolo di sangue nel bianco catino
    non ti dice un bel nulla
    e i becchini che giocano a poker
    davanti al caffè delle 5, aspettando che l'erba
    si scrolli la brina di dosso...
    non ti dicono un bel nulla.

    abbiamo tutto e non abbiamo nulla -
    giorni con gli spigoli di vetro e il fetore insopportabile
    del muschio fluviale - peggio della merda;
    giorni a scacchiera di mosse e contromosse,
    interessi sbolliti, che hanno lo stesso senso
    nella sconfitta e nella vittoria; giorni lenti come muli
    che lo portano ingrugnato, come una scoria lucida di sole,
    per una strada dove un pazzo sta in attesa
    tra scriccioli e ghiandaie presi nelle reti
    e ridotte un grigio squamoso.
    e bei giorni di vino e schiamazzi, risse
    nei vicoli, gambotte di donne che si strizzano
    le viscere sepolte nei lamenti,
    le scritte diamantine nelle arene che strillano
    Mother Capri, viole che spuntano dal suolo
    dicendoti di scordare i morti eserciti e gli amori
    che ti hanno derubato.
    giorni in cui i bambini dicono cose buffe e scintillanti
    come selvaggi che cercano di inviarti un messaggio
    col corpo mentre il corpo è ancora
    abbastanza vivo per trasmettere e sentire e correre
    su e giù senza lucchetti e buste paga e
    ideali e ricchezze e scarafaggesche
    opinioni.
    giorni in cui puoi frignare tutto il giorno
    in una stanza verde con la porta sbarrata,
    giorni in cui puoi ridere del panettiere
    perché ha le gambe troppo lunghe, giorni spesi
    a guardare le siepi...

    e nulla, e nulla, i giorni
    dei boss, uomini gialli
    con grossi piedi e l'alito cattivo, uomini
    che sembrano rane, iene, uomini che camminano
    come se il ritmo non fosse mai esistito, uomini
    per i quali è intelligente assumere e licenziare
    e guadagnarci su, uomini con mogli dispendiose, proprietari
    di 60 acri di terra da sondare
    o da valorizzare o da cintare per difendersi
    dagli incompetenti, uomini che t'ammazzerebbero
    perché sono pazzi e che si giustificano perché
    è la legge, uomini che stanno in piedi davanti a
    finestre larghe 9 metri e non vedono nulla,
    uomini con panfili di lusso che possono navigare
    intorno al mondo e tuttavia non escono mia fuori
    dalle tasche del loro panciotto, uomini come chiocciole,
    uomini come anguille, uomini come lumache,
    e non altrettanto buoni...

    e nulla, intascare l'ultima busta paga
    in un porto, un'officina, un ospedale,
    una fabbrica d'areoplani, una sala attrazioni,
    un negozio di barbiere, un lavoro che tanto
    non volevi.
    Imposta sul reddito, nausea, avvilimento, braccia
    rotte, teste rotte: tutta l'imbottitura
    che vien fuori come da un vecchio cuscino.

    abbiamo tutto e non abbiamo nulla.
    qualcuno per un po' lo fa abbastanza bene
    e poi molla. è la fama o il disgusto
    o l'età o l'assenza di una dieta adeguata o l'inchiostro
    davanti agli occhi o i figli all'università
    o macchine nuove o schiene rotte mentre si va a sciare
    in Svizzera o nuove politiche o nuove mogli
    o il solo cambiamento naturale o il declino:
    l'uomo che conoscevi ieri, capace di boxare
    dieci riprese o bere per tre giorni
    e tre notti sotto i monti Sawtooth, ora è solo
    qualcosa sotto un lenzuolo o una croce
    o una lapide o una facile illusione,
    o che prende una bibbia o una sacca da golf
    o una borsa da avvocato: come vanno, come vanno! - tutti quelli
    che non credevi sarebbero mai andati.
    giorni come questo. come il tuo giorno d'oggi.

    forse la pioggia sulla finestra che cerca
    di arrivare fino a te. oggi che vedi?
    cos'è? dove sei? i giorni migliori
    a volte sono il primo, a volte quello in mezzo
    e certe volte persino l'ultimo.
    gli spiazzi deserti non sono malvagi, non sono
    malvagie le chiese d'Europa sulle cartoline, non è malvagia
    la gente nei musei delle cere congelata nella sua migliore
    sterilità. orribile ma non malvagia. il cannone,
    pensa al cannone. e pane tostato a
    colazione il caffè abbastanza caldo sai
    la lingua è sempre lì. tre gerani
    fuori da una finestra, che cercano d'essere
    gerani. non c'è da meravigliarsi se a volte le donne
    piangono, non c' è da meravigliarsi se i muli non vogliono
    arrampicarsi su per la colina. sei una stanza d'albergo
    a Detroit e cerchi una sigaretta? ancora una buona
    giornata. un pezzettino. e come
    le infermiere escono dall'edificio dopo
    il turno, stufe marce, otto infermiere
    con nomi diversi e posti diversi dove
    andare: attraversando il prato, alcune di esse
    hanno voglia di un giornale e d'una cioccolata in tazza, alcune
    d'un bagno caldo, alcune d'un uomo, alcune
    quasi non pensano a niente. basta
    e non basta. archi e pellegrini, arance
    rigagnoli, felci, anticorpi, scatole di
    carta velina.

    nel sole a volte più decoroso
    c'è un senso di fumo tenue dalle urne
    e il suono registrato di vecchi aerei da combattimento
    e se vai dentro e passi il dito
    sul davanzale della finestra troverai
    polvere, forse terra addirittura.
    e seguardi fuori dalla finestra
    ci sarà il giorno, e invecchiando
    continuerai a guardare
    continuerai a guardare
    succhiandoti un po' la lingua
    ah ah no no forse

    alcuni lo fanno con naturalezza
    alcuni oscenamente
    dappertutto.

    "bukowski"
    Ultima modifica di funeralblues; 27-06-2006 alle 20:03

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