Oggi il mondo
Oggi il mondo
[QUOTE=Silenzio;1038900]
Essere in contatto con se stessi, percepire meglio la propria anima
"My one desire, all I aspire / Is in your eyes forever to live / Traveled all over the seven oceans / There is nothing that I wouldn't give / Came from Bahrein, got to Beirut / Looking for someone comparing to you / Tearing down windows and doors / And I could not find eyes like yours"
Io ho il problema opposto: sono troppo in contatto con me stessa.
La mia anima rompe le scatole, parla troppo, si pone troppi problemi,
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
Mica tanto, anche le cicale ridono e cantano, guarda poi che fine fanno in autunno...
Voglio dire, non conta solo cosa fai, ma anche perch
"My one desire, all I aspire / Is in your eyes forever to live / Traveled all over the seven oceans / There is nothing that I wouldn't give / Came from Bahrein, got to Beirut / Looking for someone comparing to you / Tearing down windows and doors / And I could not find eyes like yours"
Trovo difficile rintracciare il nesso fra introspezione e spiritualità e faccio fatica ad accomunare l'io subcosciente (volendo parlare di lato più profondo) con quella cosa, qualsiasi essa sia, che per semplicità viene chiamata anima.
Le anime non si configurano come nevrotiche, i disturbi di personalità invece possono.
Ultima modifica di Gloucester; 21-09-2009 alle 12:30
[QUOTE=Gloucester;1038980]
Le anime non si configurano come nevrotiche, i disturbi di personalit
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
Kein Problem, sei solo la terza a fare confusione fra metafisica e psicologia.
L'introspezione e' fondamentale, se non vogliamo annegare nella materia. Basterebbero anche solo 5 minuti al giorno dedicati a noi stessi, al nostro intimo, ad ascoltare il cuore, per vivere meglio.....
amate i vostri nemici
[QUOTE=Gloucester;1038980]Trovo difficile rintracciare il nesso fra introspezione e spiritualit
"My one desire, all I aspire / Is in your eyes forever to live / Traveled all over the seven oceans / There is nothing that I wouldn't give / Came from Bahrein, got to Beirut / Looking for someone comparing to you / Tearing down windows and doors / And I could not find eyes like yours"
La meditazione buddhista ha come obiettivo il distacco dal mondo materiale mediante il superamento delle passioni; essa è quindi pratica ascetica e non introspettiva, l'obiettivo rimane comunque il superamento del mondo fenomenico e la sua analisi è subordinata a tal fine.
Mah, quando ho letto Joung ho avuto la strana impressione che parlasse di spiritualit
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
Ecco, hai colto il punto. L'introspezione analitica si rivolge al subconscio, ovvero a ciò che opera oltre la coscienza ma che è in noi in quanto prodotto della mente. La mistica si rivolge invece a quanto è fuori da noi; ti inviterei a leggere le prime pagine che Scholem dedicò alla struttura peculiare della mistica ne "Le grandi correnti della mistica ebraica": egli si riferiva alla Qabbalah, ma le linee portanti della sua rappresentazione valgono in generale per la mistica in qualità di manifestazione religiosa. Lo slancio mistico, tendendo verso l'illuminazione, costituisce un tentativo di superare il baratro che la religione istituzionale scava fra l'uomo e Dio allorquando, dall'immanenza del divino propria delle religioni primitive, si passa ad una concezione trascendente in cui l'uomo trova una collocazione segnata dalla subordinazione creaturale (per citare liberamente Sant'Agostino); ossia, un tentativo di avere una cognitio Dei experimentalis, una conoscenza diretta, di quello ch'è divenuto un Deus absconditus. Certo, Scholem vedeva la questione in termini evoluzionistici, considerando la mistica come il terzo stadio di maturazione del sentimento religioso senza considerare che religione istituzionale e mistica spesse volte coesistono; ma il suo concetto di illuminazione mistica come "salto", diretta contemplazione di Dio, credo mantenga la sua validità. Quanto a Jung, mi avvalgo della facoltà di sospendere il giudizio; alcune sue intuizioni sono notevolmente stimolanti, ad iniziare dall'interpretazione del pensiero e delle simbologie alchemiche in quanto legate, oltre che ad una pratica alchemica effettiva, potremmo dire para-chimica o pre-chimica, anche ad un percorso di crescita interiore che esprime gli archetipi dell'inconscio collettivo attraverso rappresentazioni di carattere allegorico-simbolico. Ma il problema del suo pensiero è che in tarda età Jung prese una sonora sbandata per lo spiritualismo, per il misticismo orientale, per soggetti d'analisi scarsamente convincenti come nel caso dei Tarocchi, che credo si potrebbero giudicare alla stregua di sintomi d'un effettivo rincoglionimento.
Ahahahahahahahahaha nessuno e' perfetto.
amate i vostri nemici
Quindi secondo voi è bene fare introspezione.
Ma con quale scopo?
Analizzare se stessi per cercare di evovlersi, o semplicemente per provare ad avvicinarci a noi stessi, al nostro vero io?