Io penso che far scontare una pena ad una persona dopo 30 anni dalla sentenza di condanna non abbia senso, così come processare una persona a 30 o 40 anni dai fatti.
Non per niente, esiste (per fortuna) tanto la prescrizione dei reati quanto quella della pena.
Giusto sarebbe che quando il resposnabile di un delitto è individuato dopo talemente tanto tempo da non consentire il processo o non poter eseguire la condanna, lo stato risarcisse le vittime del delitto per la sua inefficienza e incapacità nel far giustizia.
Ma non è di questo che vorrei parlare.
A me quello che urta oltremodo sono le posizioni che ho riportato giustificatorie, consolatrici e sempre in odore di persecuzione quando è toccato dalla giustizia "uno di loro".
E' questo spirito di casta che non sopporto.
Le dichiarazioni che ho riportato sono scandalosamente ad personam, riferite e riferibili solo ed esclusivamente a Roman Polanski, a nessuno sfiora l'idea di allargare il discorso su argomenti che possono riguardare la generalità delle persone.
Il discorso biecamente settario è: "ragazzi: uno dei nostri è in una brutta situazione, sfruttiamo la nostra notorietà e il nostro potere mediatico per tirarlo fuori dai guai".
La vittima si fotta.
Le altre migliaia di persone che subiscono dalla legge USA torti ben peggiori (carcerazioni senza fine, iniezioni letali, detenzioni illegali a Guatanamo) si fottano.
L'importante è che il nostro amico Roman non finisca dentro...