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Discussione: Mutazione di coscienza

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  1. #20
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    notte, miauuuuu, anche i mici dormono

    Immagino che fra rocce e sabbie mobili ci si sia capiti lo stesso, sono descrizioni che vanno recepite con elasticità e non alla lettera dove si deve spaccare il pelo per avere l'ovvietà, nulla funziona in assoluto e sempre, la roccia trasmette le onde sismiche in tutta la loro potenza e la casa sulla roccia il terremoto se la porta via, la sabbia no, ma poi la casa sulla sabbia va costruita in una struttura galleggiante altrimenti si affonda, la stessa ragionevolezza va applicata ai sistemi rigidi e a quelli elastici rappresentati dalle canne e dal diamante, da utilizzare opportunamente dove servono le specifiche caratteristiche.
    Ciò ci porta ad una coscienza variabile che alla fine deve rispondere alle esigenze, in generale, di sopravvivenza del titolare di quella coscienza e siccome tali esigenze dipendono dal titolare e dal suo contesto la cosa si fa complicata, tanto per cambiare.

    Vabbè, dopo esserci divertiti con i nostri linguaggi allegorici vediamo se si riesce a puntualizzare la situazione.

    Direi che in linea di massima la coscienza è la capacità di percepire e quindi valutare la realtà delle cose, in senso ampio, perchè la realtà esiste, oltre che nell'immediato, al passato e pure in prospettiva con una certa prevedibilità.
    Quindi già l'essere in grado di discriominare l'io, il tu, il mio, il contesto, è un livello di coscienza della realtà che mediamente tutti hanno in un certo livello.
    Però mentre per gli animali questa capacità di discriminazione si limita all'immediato temporale e sensoriale vissuto in funzione dei bisogni primari che nell'immediato e nei suoi immediati contorni stanno, l'uomo ha una capacità di astrazione per cui la sua capacità di discriminazione può arrivare a considerare gli infiniti, spaziali e temporali, il che estende a dismisura il problema di valutazione, scelta e correlazione delle azioni, con i risultati collegabili su un sistema di calcolo misto fra il reale e l'astratto, essendo le azioni mediamente sequenziali nel presente che scorre e gli effetti allocabili, da un presente/futuro immediato ad un futuro remoto, magari pure di altra natura, che può arrivare all'infinito.
    Ciò comporta una complessità non trascurabile delle variabili in gioco in quel sistema di calcolo e previsione dei risultati che targhettiamo con il nome di coscienza.

    Questa grosso modo è una parte del problema.

    La seconda parte, il bene e il male, invece andrebbe a definire lo scopo che tanta coscienza dovrebbe raggiungere e in prima battuta implica sapere cosa sia il bene e cosa il male, cosa però non così immediata come può sembrare
    Perchè in se è difficilino dire che una cosa è bene o è male, lo diventa solo in funzione di un riferimento fisso del momento che per convenzione si chiama bene o male, da cui esce il relativismo.

    Il problema nostro è quindi stimare se esiste un riferimento definibile di bene, quello di male esce per differenza, che sia con buona approssimazione tale per tutti e che sia diciamo innato e persistente negli individui, che nasce, esiste e muore in una forma costante che tale si mantiene nel tempo e a prescindere dai contesti che poi operano sull'individuo.

    Se ciò si stima esista, una volta messo in correlazione con il sistema di percezione, previsione, calcolo, decisione e attuazione propri dei viventi ne deriva quella cosciena "individuale" e "colletiva" che mediamente si intende.

    Se invece tali riferimenti non si possono considerare fissi, perchè indotti dai contesti, dalle situazioni, dalle estrosità mentali dell'individui e da mille altre sollecitazioni, quella coscienza non esiste anche se il sistema di elaborazione della realtà è piuttosto stabile.
    Il dato a valore aggiunto infatti è il risultato che l'elaborazione da in funzione sia del sistema di elaborazione che del dato da eleborare, in questo caso il riferimento di bene.
    Ultima modifica di Il gatto; 29-11-2009 alle 09:11

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