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Risultati da 16 a 30 di 39

Discussione: Mutazione di coscienza

  1. #16
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    Mi sa tanto di fortezza della solitudidine
    La Fortezza della solitudine è un luogo immaginario che fa parte dell'ambientazione dei fumetti di Superman, il rifugio segreto dell'Uomo d'Acciaio, dove egli si riposa a seguito delle imprese più impegnative e in cui sono custoditi gli oggetti a lui più cari, e i suoi più grandi trofei.

    Un po freddina e sconsolata come situazione, la non ti ci vengono manco le escort e nemmeno i trans, poi i balletti verdi come li si organizza?
    Qualche sistemazione un po più frizzantina e calda non ci sarebbe? magari un bel loft spazioso e signorilmente arredato in zona residenziale esclusiva, con tutti i confort e di immediata accessibilità ai servizi ricreativi.

    Ma come, non era....
    Sai com'è, c'è stata una mutazione, cerca il loft, la fortezza rifilala a qualcun altro, io non te la compro.
    Ultima modifica di Il gatto; 28-11-2009 alle 20:13

  2. #17
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    E' no, caro mio Il gatto, io non sono più un ragazzino, ed anche se la solitudine alla mia età sarebbe un bel balsamo per avviarsi verso la porta da cui solo si esce e mai più si rientra, non credo che quella casa sia l'immagine della solitudine, anzi essendo probabilmente posta su di un cucuzzolo può spaziare con la vista allietandosi per la dolce vista delle altre case che sono rimaste in piedi e illuminate ( perché era notte) nonostante la tumultuosità della vita: escort, trans, gay, ecc.
    La coscienza è la fermezza (non quella dei capelli) che salva il naufrago dalle onde e lo porta volonterosamente ad aggrapparsi alla salda roccia e la conoscenza è la sua degna sorella, infatti se il naufrago non sapeva nuotare era bello che spacciato, come il costruttore se non sapeva come costruire la casa era meglio che la prendeva in affitto.
    Ultima modifica di crepuscolo; 28-11-2009 alle 20:39

  3. #18
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    Il vecchio saggio cinese dice però che la forza delle canne sta nel piegarsi al passaggio del vento che così non le spezza e, passato il vento, perchè passa, si rialzano e apprezzano di essere in piedi mentre intorno a loro tante entità ben più dure e pure, di diamantina materia giacciono frantumate dal vento.

    E' evidente che ciascuno sceglie il suo, che suo proprio e non di altri è e, in quel suo, lui sta bene.
    Il concetto di coscienza invece punta ad una coscienza universale che omologhi il ragionamento delle moltitudini ad una fine a quel punto di bene superiore perchè perseguito da una coscienza individuale diffusa in modo similare che, a quel punto, diventa una coscienza collettiva che tanti, troppi aspirano a realizzare a propria immagine e somiglianza.
    Non è cosa, non se po fa e, visto che ci stiamo, ciò una fortezza per le mai, quanto ti interessa spendere? ha un panorama stupendo, i vecchi proprietari hanno avuto una mutazione e si sono trasferiti in una isola dei mari del sud, dicono che ora preferiscono vivere sul loro 30mt. ancorato in una laguna blu al sole tropicale.

    Codice PHP:
    La coscienza è la fermezza (non quella dei capelli) che salva il naufrago dalle onde e lo porta volonterosamente ad aggrapparsi alla salda roccia 
    C'è anche la forza della mobilità, perchè la fermezza salva si dalle onde ma solo di quelle che gli si infrangono contro.
    La linea maginò tanto forte quanto ferma era, era una linea di fortificazioni in cemento, ostacoli anti-carro, postazioni di mitragliatrici e altre difese, che la Francia costruì lungo i suoi confini con la Germania e l'Italia, impenetrabile, solo che passarono intorno senza nemmeno filarsela e in pochi giorni la francia cadeva come una pera cotta.
    Una coscienza strategica della stabilità si era scontrata con una della mobilità.

    Della serie si la fermezza, forse salva dal naufragio, ma se sei uno e trino e ti regoli duve piazzare il trino sulle condizioni meteo non hai nemmeno bisogno di salvarti da qualcosa in cui non stai
    Ovvero, ridondanza e mobilità superano la fermezza per cui un sistema leggero vive e va dove vuole, uno pesante muore e va solo in paradiso.
    Il gatto ha sette vite, il cane muore per il padrone.
    Ma anche a moro, l'uomo di coscieza l'hanno sparato, andreotti, il camaleonte, l'hanno assolto.

    Ma anche questo: una storia di costruzione agonia e morte di una coscienza collettiva che doveva essere in funzione di tante coscienze individuali che alcuni avevano e i più no.
    Divisione del lavoro e coscienza di classe
    http://www.marxists.org/italiano/mat...produttivo.htm

    « Uno schiavo che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più schiavo, ma uomo libero »
    Coscienza di classe, può definirsi, in generale, la consapevolezza di essere inseriti in una determinata classe sociale, tramite l'analisi della posizione sociale acquisita nell'ambito della società osservata. Assieme agli altri membri appartenenti alla classe, l'individuo condivide interessi, talvolta, conflittuali con quelli delle altre classi costituenti la società.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Coscienza_di_classe
    Anche qui, tanta coscienza, poi una tempesta di raggi gamma provocò la gran mutazione

    « Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.

    Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
    E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
    E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo...
    come lacrime nella pioggia.

    È tempo... di morire. »
    Ultima modifica di Il gatto; 28-11-2009 alle 21:36

  4. #19
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    Famo ( tr. facciamo) i corni, ma non alle mogli ai tori che scornano gl'infedeli. La roccia e l'acqua sono doppi che vengono da un'unica fonte: l'He.; strano, poi, che il vento che piega una o più acnne disintegri la roccia, e che è? Il vento di Dio oppure il vento del deserto detto Ghibli che polverizza la roccia in sabbia?.
    Inoltre puoi dire ai mutanti di ritornare a casa perché con lo scioglimento dell'h2o le spiagge dei mari del sud a causa del nord verranno sommerse ...allora a voglia a notare con fermezza, tanto la costa non c'è più
    Sul cuucuuuuzzolo della montaaaagna con la neeeve sciolta alta così, si guarda verso ciò che abbiamo lasciato e si vedono molte canne al vento irrigidite e cracchiate
    Comunque la casa non la compro, per via della bolla ho paura che me la portino troppo in alto e tu sai che se a offerta non segue domanda l'affare non si conclude, e poi la casa ce l'ho, dovrei venderla con la famiglia e tutto, poi rimango da solo.
    Oè son le ventitré ( rima baciata) e l'ora che volge al desio e per questo ti auguro una buona notte e sogni d'oro. mi raccomando non sognare la trinità, c'è da confondersi, e soprattutto non sognare gli schiavi che se hanno schiavi son pure schiavi; il problema nel sogno poi sarebbe contare se i primi schiavi son più dei secondi.
    Buonanotte e sogni d'oro, quelli fanno sempre bene, ma visto che l'oro aumenta di giorno in giorno non facciamolo aumentare anche di nottte ( tre t per via della trimurti)..
    Ultima modifica di crepuscolo; 28-11-2009 alle 22:10

  5. #20
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    notte, miauuuuu, anche i mici dormono

    Immagino che fra rocce e sabbie mobili ci si sia capiti lo stesso, sono descrizioni che vanno recepite con elasticità e non alla lettera dove si deve spaccare il pelo per avere l'ovvietà, nulla funziona in assoluto e sempre, la roccia trasmette le onde sismiche in tutta la loro potenza e la casa sulla roccia il terremoto se la porta via, la sabbia no, ma poi la casa sulla sabbia va costruita in una struttura galleggiante altrimenti si affonda, la stessa ragionevolezza va applicata ai sistemi rigidi e a quelli elastici rappresentati dalle canne e dal diamante, da utilizzare opportunamente dove servono le specifiche caratteristiche.
    Ciò ci porta ad una coscienza variabile che alla fine deve rispondere alle esigenze, in generale, di sopravvivenza del titolare di quella coscienza e siccome tali esigenze dipendono dal titolare e dal suo contesto la cosa si fa complicata, tanto per cambiare.

    Vabbè, dopo esserci divertiti con i nostri linguaggi allegorici vediamo se si riesce a puntualizzare la situazione.

    Direi che in linea di massima la coscienza è la capacità di percepire e quindi valutare la realtà delle cose, in senso ampio, perchè la realtà esiste, oltre che nell'immediato, al passato e pure in prospettiva con una certa prevedibilità.
    Quindi già l'essere in grado di discriominare l'io, il tu, il mio, il contesto, è un livello di coscienza della realtà che mediamente tutti hanno in un certo livello.
    Però mentre per gli animali questa capacità di discriminazione si limita all'immediato temporale e sensoriale vissuto in funzione dei bisogni primari che nell'immediato e nei suoi immediati contorni stanno, l'uomo ha una capacità di astrazione per cui la sua capacità di discriminazione può arrivare a considerare gli infiniti, spaziali e temporali, il che estende a dismisura il problema di valutazione, scelta e correlazione delle azioni, con i risultati collegabili su un sistema di calcolo misto fra il reale e l'astratto, essendo le azioni mediamente sequenziali nel presente che scorre e gli effetti allocabili, da un presente/futuro immediato ad un futuro remoto, magari pure di altra natura, che può arrivare all'infinito.
    Ciò comporta una complessità non trascurabile delle variabili in gioco in quel sistema di calcolo e previsione dei risultati che targhettiamo con il nome di coscienza.

    Questa grosso modo è una parte del problema.

    La seconda parte, il bene e il male, invece andrebbe a definire lo scopo che tanta coscienza dovrebbe raggiungere e in prima battuta implica sapere cosa sia il bene e cosa il male, cosa però non così immediata come può sembrare
    Perchè in se è difficilino dire che una cosa è bene o è male, lo diventa solo in funzione di un riferimento fisso del momento che per convenzione si chiama bene o male, da cui esce il relativismo.

    Il problema nostro è quindi stimare se esiste un riferimento definibile di bene, quello di male esce per differenza, che sia con buona approssimazione tale per tutti e che sia diciamo innato e persistente negli individui, che nasce, esiste e muore in una forma costante che tale si mantiene nel tempo e a prescindere dai contesti che poi operano sull'individuo.

    Se ciò si stima esista, una volta messo in correlazione con il sistema di percezione, previsione, calcolo, decisione e attuazione propri dei viventi ne deriva quella cosciena "individuale" e "colletiva" che mediamente si intende.

    Se invece tali riferimenti non si possono considerare fissi, perchè indotti dai contesti, dalle situazioni, dalle estrosità mentali dell'individui e da mille altre sollecitazioni, quella coscienza non esiste anche se il sistema di elaborazione della realtà è piuttosto stabile.
    Il dato a valore aggiunto infatti è il risultato che l'elaborazione da in funzione sia del sistema di elaborazione che del dato da eleborare, in questo caso il riferimento di bene.
    Ultima modifica di Il gatto; 29-11-2009 alle 09:11

  6. #21
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    Citazione Originariamente Scritto da Il Manu Visualizza Messaggio
    La Coscienza è ciò che ti fa "Essere" ed è legata alla percezione che hai del Cosmo.

    Il Cosmo percepito da un uomo di media evoluzione (media Coscienza) è ben diverso da quello percepito da un individuo altamente evoluto.

    Per questo si può identificare la Coscienza di un uomo da come percepisce l'Universo.

  7. #22
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    Vabbè, la coscienza dell'universo, ovvero la capacità di percezione, previsione ed elaborazione che dia un quadro esatto di quello che potrebbe essere rispetto a quello che poi comunque sarà.

    Ovvero il cosciente ha un livello tale per cui arriva alla conclusione che se va a 200 all'ora su una statale si ammazza, l'incosciente invece non ci arriva, poi la cosa la si può estendere all'infinito per cui il giocatore di scacchi geniale, cosciente, è cosciente di una situazione che si verra a creare dopo 30 mosse, quello mediocre, incosciente, si limita alla situazione immediatamente successiva.
    Su questa possibilità di estensione della coscienza si può arrivare a dimensioni se non proprio universali, diciamo estremamente ampie, come può essere la correlazione fra una microazione del momento e i suoi riflessi sul destino di un'anima nell'eternità di una dimensione trascendentale.

    Però la questione coscienza da sola non basta a determinare il tutto ed infatti poi c'è il bene e il male che, in funzione del livello di coscienza e della consistenza propria che si da al bene e al male produce l'effetto complessivo finale.

    Infatti io, cosciente, posso essere cosciente che a 200 all'ora ci si ammazza, ma, avendo deciso di ammazzarmi perchè nei miei riferimenti il mio vivere per una qualche ragione è male, ci vado lo stesso a 200, perseguendo quindi coscientemente un bene che così è per me.
    Per un altro la stessa cosa, nel suo riferimento, può essere male, salvo poi ricredersi, mutare, se a fronte della morte mia, si ritrova in mano l'eredità che gli risolve tutti i suoi problemi al che una valutazione partita male su un certo riferimento, diventa bene su uno successivo, salvo essere altro per chi è esterno al tutto e non subisce conseguenza alcuna da un evento che non lo tange, che può valutare si, ma sempre da estraneo che opera anche lui su riferimenti suoi non sollecitati ne dal problema mio, ne dai risultati di chi eredita.

    Ciò per collegare un livello di coscienza vario alla rincorsa di un risultato voluto, cosa che dato il livello di coscienza e il riferimento di bene/male adottato mi va a rappresentare la "coscienza" diversa dalla prima, fatta di sola percezione, che mediamente si indica correntemente, quindi va affrontato più che altro il concetto di bene e di male, ovvero quanto sia comune e stabile nella gente.
    Ultima modifica di Il gatto; 29-11-2009 alle 11:54

  8. #23
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    Mi sembra che il soggetto cosciente che per semplicità potremmo paragonarlo al contadino, senza offesa per l'intellettuale, prima di seminare ( agire, parlare, fare in generale) è bene che prepari il terreno ( forze indefinite che rappresentano il bene ed il male mischiato). Solo così, con un'attenta e scrupolosa preparazione dell'humus separando ( il bene dal male) ciò che è dannoso da ciò che è utile allo sviluppo del seme, il suddetto contadino o agricoltore se è meglio, può aspirare a veder crescere la pianta ( presa di coscienza o coscienza liberata). Ora la visuale passa dall'agricoltore alla pianta, oggetto allegorico del post. e che più interessa perché da una semplice riflessione possiamo intendere che è proprio dalla cura o incuria iniziale che dipende la realizzazione di ciò che noi abbiamo già in mente di far crescere nel nostro campo. Continuando, come da semi uguali possono nascere piante diverse, così in noi possono svilupparsi coscienze diverse; è anche vero che la terra non ce l'abbiamo messa noi, il contadino, che siamo noi, la trova per destino, come per destino il contadino ha quel campo; a questo punto comprendiamo anche quanto la nostra sfera d'intervento sia assai importante per la separazione della terra; tutto ci appare mischiato, come ed in quale misura non lo sappiamo, ma tutto può essere trasformato ( secondo i limiti entro i quali agisce la nostra responsabilit&#224 e secondo la coscienza che abbiamo in mente ( volere o non volere), ma sicuramente una volta che la pianta comincia la sua crescita sarà ancora compito nostro curarla ed annaffiarla affinché ciò che poteva o non poteva essere sia. Concludo dicendo che se la pianta sarà bella e rigogliosa quella pianta così amata e pure sofferta poi rappresenterà ancora l'ulteriore passo verso l'illuminazione, stato superiore di coscienza, dove finalmente il bene ed il male, o terra se preferite, non rappresenteranno più il nostro limite perché la pianta ha già messo frutto.
    Ultima modifica di crepuscolo; 29-11-2009 alle 13:16

  9. #24
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    Crepuscolo e il gatto...avete provato a rileggervi ?

  10. #25
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    Codice PHP:
    l'ulteriore passo verso l'illuminazionestato superiore di coscienzadove finalmente il bene ed il maleo terra se preferitenon rappresenteranno più il nostro limite perché la pianta ha già messo frutto. 
    E' parziale perchè identifichi il frutto finale con un "bene" che poi non identifichi con le caratteristiche che rendono quel risultato "il bene" e ci si ritrova in un bene relativo allo scopo del contadino che produce il frutto per mangiarselo o commercializzarlo.

    Restando sull'esempio agricolo due contadini coltivano la terra, per avere gli stessi frutti agresti, poi uno ne fa granaglie e l'altro carburante biologico, chi ha fatto bene e chi male? su quale base universalmente riconosciuta? visto che entrambi i contadini il loro risultato lo hanno ottenuto?
    Oppure il contadino produce frutti avvelenati che sterminano i passeri che si mangiano il suo raccolto, ha fatto bene o male?

    Quindi il soggetto indeterminato resta il concetto di bene o male che poi si farà riferimento proprio e lo stesso resta problema se tale riferimento sia innato e stabile, oppure sia indotto e variabile, piuttosto che una combinazione.

    Ovvero nella questione non si può dare per scontato che il bene sia bene di per se stesso, salvo affermare che sia comunque bene il raggiungere lo scopo proprio nella situazione propria, cosa che può pure essere, però è meglio precisarla e, in quell'accezione, pure il killer che riesce ad uccidere la sua vittima fa bene, se la mancasse farebbe male, quelli d'altra parte sono i suoi frutti, ma è questo il pensiero che si voleva esprimare?

    Quindi cosa fa del bene il bene che si dice e cosa lo rende riferimento condivisibile in proprio per spontanea scelta propria?

    Codice PHP:
    Crepuscolo e il gatto...avete provato a rileggervi 
    Si, la cosa è complicata alquanto, ma il problema non è semplice.
    Ciò tuttavia non ti impedisce di darci la tua definizione del bene e del male e dirci quanto questa tua definizione ricalchi quella presente negli altri e quanto stimi in questi sia stabile nel tempo.

    Del tipo: io ritengo bene ciò che mi torna utile nel momento in cui mi serve quel particolare utile per cui perseguendolo e ottenendolo nel mio ho fatto il bene, ciò rede il mi "bene" diverso da quello altrui e la situazione complessiva è molto variabile di conseguenza per tutti, perchè raramente si persegue un solo scopo proprio che tale sia e si mantenga per una vita.
    Cosa per cui la coscienza è il risultato di una combinazion di contesti e necessità proprie ed è mutabile con il mutare di queste.
    Questa è la mia risposta, ovviamente altri rispondono altro se diversamente è per loro, però il semplice fatto di avere risposte diverse da una risposta alla questione di fondo sull'esistenza di una coscienza uniforme e stabile nella vita di tutti.

    Perchè la questione posta è questa
    Codice PHP:
    La coscienza potrebbe essere l'unico elemento tangibile (nel senso che lo riusciamo a percepire) che può indicarci cosa è giusto o cosa è sbagliato, trasmettendoci relative sensazioni.
    Ma se la coscienza cambia?
    Può succedere che oggi io ritenga sbagliata qualcosa che, domani, riterrò giusta?
    In questo caso non vi sarebbe alcuna "voce interiore" a guidarci nel corso della vita. 
    Ovvero si una percezione del mondo, ma correlata ai concetti di bene e di male, quindi non fatta di sola percezione, cosa per altro piuttosto semplice da rilevare, sono il bene e il male difficiletti da gestire.
    Ultima modifica di Il gatto; 29-11-2009 alle 14:24

  11. #26
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    Io penso che il bene ed il male siano nati, supponiamo nei meno evoluti come uomini primitivi o animali, come sensazione di piacere e di dolore. Un essere che mangia quando ha fame è una sensazione di piacere, un essere che viene ferito è una sensazione di dolore. Notare che sto parlando di essere ma forse per simili elementi sarebbe più utile parle di se in quanto l'idea di essere non è ancora maturata, infatti essa maturera con la coscienza che è sempre collettiva, altrimenti si parlerebbe di ego.
    Con l'introduzione dei mezzi di comunicazione primitivi ad esempio la parola o i gesti simbolici, il soggetto esce da se stesso e inizia a scoprire l'altro, altro che può essere variegato da simili e diversi. Con l'andar del tempo e delle generazioni l'io personale di ognuno acquista conoscenza e riesce anche, guarda caso, ad identificarsi con altri simili a lui con i quali instaura contatti ( se fa male o bene a me probabilmente fa male o bene anche a te).
    Per semplificare possiamo alludere agli ebrei ed a Mosè: i vari singoli devono imparare ad avere una coscienza collettiva e quindi vengono fissate norme che non soddisfano al 100% l'ego di ognuno ma permette di vivere in comune; ecco quindi che sorge la coscienza, prima personale attraverso sensazioni di dolore e piacere, poi collettiva con norme e decreti che servono non al bene singolo ma collettivo che è il piacere di molti ( quindi nell'ottimizzazione di una società anche al singolo, checché ne dica Berlusconi).
    E via di seguito.
    Ultima modifica di crepuscolo; 29-11-2009 alle 15:23

  12. #27
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    Si, ma direi che sempre di un bene proprio si parla, ottenuto anche perseguendo scopi più ampi che comunque lo ottengono e lo comprendono producendo un risultato proprio maggiore, cosa che è solo una estensione del sintetico utile proprio.
    Mentre la questione reale del bene e del male si pone, direi, quando l'utile proprio è conflittuale con un utile diverso, sia esso altrui, collettivo, che di altro ordine.
    E in questa situazione conflittuale che opera un riferimento reale di bene fatto riferimento proprio e che motiva anche oggettivamente azioni, coscenziose, contro se stessi in obbedienza ad una coscienza che dice di fare diversamente da quello che dice di fare la ragione.

    Agire in gruppo limitandosi nel gruppo per avere risultati di gruppo e quindi propri superiori a quelli che si otterebbero da soli, può essere una evoluzione della capacità di percezione del contesto che seguono un po tutti, pure i briganti da freelance si sono organizzati in banda armata perchè così si predava meglio, la mafia stessa non è altro che una applicazione dello stesso concetto e "la cupola" una derivata, ma poi il bene fatto alla collettività dove sta? il che apre la questione sulla collettività da considerare nel bene che si va a fare, perchè poi il bene collettivo si, ma si pone la questione del bene di una collettività circostritta verso un bene universale.

    In ogni caso un elemento discriminante è il sacrificio, risultato negativo, proprio a fronte di un risultato non proprio motivato da ragioni di coscienza e sempre quanto queste ragioni siano uguali nelle moltitudini e quanto stabili nei tempi.

    Della serie uno si sacrifica per il bene collettivo, che però prima vede in un certo assetto e successivamente in un altro per giungere in un terzo tempo alla convinzione che quel bene sta solo in ciò che lui pensa debba essere per tutti, ci sarebbe sempre coscienza collettiva, ma è evidente che il riferimento del bene diciamo è "evoluto" senza che gli si possa attribuire un valore particolare che lo faccia oggettivamente bene superiore per tutti e che lo faccia diventare motivante per scelte proprie a perdere senza che ciò produca perdite di sonno o che gli dia lo stesso valore in altri.

  13. #28
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    In effetti è il sacrificio; per me quello cristiano, riferito ad un Dio che si sacrifica per il bene collettivo, sapendo, nello stesso tempo, che non è in definitiva il suo bene ma anche che è l'unico bene possibile.
    Forse è questo che hanno imparato, dopo la sua morte in croce i discepoli di Gesù: è il sacrificio in vista dell'escatologia che ha senso anche se nel contingente sembrerebbe non averne o addirittura a prima vista sembrerebbe un fallimento di coscienza.

  14. #29
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    E mediamente è questo è il significato che si da comunemente a coscienza, tuttavia, data la definizione, essa è così presente ampiamente come le si richiederebbe e pure costante e immutata, ragionevolmente nel tempo?

    Perchè fissata l'esistenza di una cosa, ciò non la rende mica patrimonio acquisito e stabile di un insieme vasto.

  15. #30
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    Ti premetto che a me piace prendere ispirazione dai Vangeli perch

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