[QUOTE]Darwin non ha scoperto nulla... ha solo impostato un ragionamento pi
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[QUOTE=Vega]Questo niente
[COLOR=Green]"Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorer
[QUOTE=marco68]Ti confondi sempre... chiss
[URL="http://n3m0.splinder.com/"][size=1][color=red]Il problema degli uomini non
Ti faccio presente che prima hai detto esattamente il contrario.Originariamente Scritto da marco68
E riguardo all'uso che se ne fa, la responsabilità e il giudizio di valore riguarda chi ne fa uso, non la teoria. In un paese civile le responsabilità sono personali: attribuire i genocidi a darwin significa deresponsabilizzare i nazisti, neanche fossero state persone incapaci di intendere e volere.Originale inviato da marco68
Ah, bè... non c'è dubbio... il problema è quale giudizio di valore assegnare all'apporto dato da Darwin al pensiero umano
No, mi dispiace: Darwin ha compiuto un'opera meritevole e i nazisti l'hanno volutamente stravolta, scegliendo di compiere reati contro l'umanità e commettendo un altro crimine, di tipo culturale: nascondere le loro schifezze dietro teorie scientifiche e quindi cercare di macchiare di sangue le finalità della scienza. Alla fine, la gente come te non distingue le responsabilità e attribuisce a Darwin i crimini di altri. Perche' in realtà questo crimine culturale lo compie anche chi persevera nell'attribuire responsabilità storiche prive di fondamento solo perché di diversa corrente di pensiero.
Guarda, vorrei che mi citassi un solo testo scientifico ove si usasse il termine "verità". Io l'ho trovato solo relativamente a "tabelle di verità", ma probabilmente non ho cultura scientifica sufficiente. Mi spieghi chi ti ha parlato, o dove hai letto, di verità scientifica? Vorrei inoltre farti notare che gli aggettivi hanno un valore: verità scientifica è diverso da verità.Anche a me interesserebbe che tutte le teorie, compresa quella, fossero diffuse nel modo più oggettivo possibile... a cominciare dal fatto che è SOLO una teoria e non una acclarata e comprovata verità scientifica...
e ti ricontraddici, ora il giudizio di merito lo vuoi dare. E soprattutto in modo distorto: Darwin ha parlato di selezione naturale, mentre la frase relativa all'opportunità che qualche etnia debole scompaia è una tua aggiunta. Non so se te ne rendi conto.Mentre sull'aspetto filosofico della questione il giudizio di valore va dato eccome... tante volte uscisse fuori qualcun altro a pensare che la "selezione naturale" tra gli uomini è necessaria per cui qualche etnia "debole" è bene che scompaia... meglio evitare no?
La religione ha sempre cercato di controllare la scienza, ora non può più farlo se non con i comitati di bioetica. I quali fanno la stessa cosa che hai appena esemplificato tu: appena si sa di una scoperta scientifica, si mettono al lavoro per inventarci su una qualsiasi degenerazione d'uso, qualsiasi aberrazione, e l'attribuiscono alla scoperta in sé, mentre è un parto della loro mente.
Ultima modifica di karina; 25-01-2006 alle 19:47
tra l'altro se ci sono persone che hanno anteposto la morale e l'ideologia al paradigma scientifico, esattamente come vorrebbe marco, son proprio i nazisti.
Il rapporto tra etica e scienza non è un rapporto ad escludendum. E' un rapporto dialettico, in un quadro di riferimento giuridico.
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[QUOTE=Konex;189480]PIERO BAROVERO ha pubblicato un piccolo saggio nel quale si propone di mettere a nudo gli equivoci e le incongruenze del cosiddetto
Insomma, parli di storia che va letta nella sua complessità, poi tiri fuori un'equazione semplicistica: cattolici = bravi, protestanti = cattivi.
E' vero che nel Nord America le popolazioni indigene non sono state integrate come nel Sud, ma forse la ragione risiede proprio in quanto fai notare, e cioè che nel Sud erano presente due grossi imperi, gli Aztechi e gli Inca (più i Maya ormai in decadenza). Per quei quattro gatti che seguivano Cortez e Pizarro non doveva essere facile combatterli, se non con alleanze tattiche.
Al Nord, non vi erano imperi ma solo tribù sparse, e la vittoria fu molto più facile. La storia della sterilizzazione di massa non l'ho mai sentita. Ma certo per mia disinformazione.
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[QUOTE=piero370;1133940]La mia proposta consiste semplicemente nell'adottare la nuova teoria dell'"evoluzione per punti" che consente di spiegare il passaggio specifico monogenerazionale,mediante l'errore di copiatura del DNA.In questo modo si risolve il problema,senza nessun contrasto n
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Sì, ma è abbastanza inutile rispondere a utenti che non si vedono da anni.
Ni sumisa ni devota, libre linda y loca!
Nel tuo piccolo mondo, tra piccole iene, anche il sole sorge solo se conviene.
marco68
Moderatore Debate Square
"Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti"
- P. Conte -
Angst essen Seele auf
[QUOTE=marimba;1133974]Non si capisce bene quale sia il punto della tua teoria, e probabilmente anche se tu lo spiegassi l'utente medio del forum (ad esempio io) forse lo capirebbe poco.
Quello che turba
Puoi spiegare allora le alternative?
oggi, grazie anche a prove di laboratorio su batteri e moscerini del genere Drosophila abbiamo appurato che le popolazioni possono differenziarsi e quindi non essere più interfertili.
Ogni organismo della specie ha in sè una certa variabilità individuale che può trasmettere alla prole. A causa dell'ambiente, di fenomeni come la deriva genetica,cioè fluttuazioni casuali nella proporzione dei geni alleli nella popolazione di generazione in generazione si possono avere nuove specie. Il "collo di bottiglia", che è una delle possibili conseguenze della deriva genetica, fa si che una piccola popolazione possa staccacrsi dalla popolazione di origine e non aver negli individui che la costituiscono, rappresentata tutta la variabilità. Quindi questa nuova popolazione che si stacca, darà origine a popolazioni geneticamente diverse nel tempo, con una storia diversa sia per il patrimonio genetico, che per mutazioni ed ambiente.
Fatta salva la mia totale ignoranza sulle nuove e vecchie teorie, se non per una vaga cultura liceale di base, mi pare di ravvisare un neo nelle tue considerazioni: ma il concetto di "specie", che mi pare risalga a Linneo, non è un po' visto in modo rigido e dogmatico? Le specie si evolvono anche all'interno di una stessa classificazione, fino a quando le differenze non obbligano a considerare che si tratta di una specie diversa.
Insomma, le classificazioni sono una convenzione didattica , non una realtà immutabile. Questo è quello che capisco.
Noto poi che non rispondi all'altra questione: la "compatibilità" con la religione (e quindi col creazionismo???) di questa nuova teoria, che potresti chiarire almeno in modo divulgativo per noi utenti scartellati e caproni.
Grazie.
[I][FONT="Book Antiqua"][SIZE="3"]Ges
L'introduzione della nomenclatura binomia e del sistema di classificazione si devono infatti a Linneo.
Riguardo alla speciazione va detto che avviene secondo diversi processi. Uno è la speciazione filetica e poi speciazione sensu stricto. Quest'ultima si divide in speciazione allopatrica, simpatrica e parapatrica.
La prima praticamente porta alla trasformazione di una specie in un'altra. Non c'è pertanto aumento del numero delle specie.
La speciazione sensu stricto prevede l'isolamento riproduttivo. Nel modello allopatrico, più comune, una popolazione si separa in due o più popolazioni tramite barriere geografiche (fiumi, catene montuose, deserto..). la diversa azione della selezione naturale accumulano differenze genetiche. Si può creare quindi isolamento riproduttivo fra le popolazioni.
Nella speciazione simpatrica la nuova specie si differenzia nell'areale della popolazione parentale. Molti non escludono che popolazioni in cui una mutazione genetica che implichi ad esempio una differenziazione ecologica. C'è l'esempio della mosca dei fiori di biancospino, Ragholetis pomonella, che in parte si è spostata sui fiori di melo e poi di ciliegio. Le tre popolazioni coesistono nella medesima area. Inoltre c'è la poliploidia, cioè la presenza di più copie di cromosomi (sopratutto le piante hanno questo fenomeno) che causa automaticamente isolati riproduttivamente.
Infine la speciazione parapatrica che consiste in un non completo arresto del flusso genico fra le popolazioni ma qui la selezione naturale prevale sullo scambio di geni. Succede quando le popolazioni rimangono in contatto in due areali confinanti.