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Discussione: elezioni regionali a rischio?

  1. #16
    Dotato di opinoni proprie.. L'avatar di carnil_carani
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    [QUOTE=MADDY;1140321]quelli di sinistra sono pi

  2. #17
    [I]"Non vorrei fare la parte dell'eversivo ma lo dico chiaro e tondo: noi attendiamo fiduciosi i verdetti sulle nostre liste, ma non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali. Se ci impediscono di correre siamo pronti a tutto". Non usa mezzi termini il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che in due interviste Repubblica e al Riformista individua i responsabili dei problemi con le liste. "A Roma i radicali hanno commesso un atto di violenza e il magistrato ci ha impedito di presentare le liste. Per non parlare di quelli del Pd... Visto che gli
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    [RIGHT][I]L'ironia

  3. #18
    like me, like me L'avatar di erin
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    Citazione Originariamente Scritto da Xilinx23 Visualizza Messaggio
    [I]"Non vorrei fare la parte dell'eversivo ma lo dico chiaro e tondo: noi attendiamo fiduciosi i verdetti sulle nostre liste, [B]ma non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali.
    Intanto per

    Ni sumisa ni devota, libre linda y loca!

    Nel tuo piccolo mondo, tra piccole iene, anche il sole sorge solo se conviene.

  4. #19
    ricercatore di cosa? BOH!!! L'avatar di erestor
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    Mi sbaglio o nel centro destra c'
    [SIZE="4"][COLOR="Blue"][FONT="Book Antiqua"]"Io oso fare tutto ci

  5. #20
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Il vuoto al potere
    DI MASSIMO GIANNINI


    LA DEMOCRAZIA è in pericolo, tuonano le corti berlusconiane di fronte alla bocciatura dei listini di Roberto Formigoni e di Renata Polverini decretata dalle Corti d'appello di Milano e di Roma. Certo, una tornata decisiva di consultazioni regionali dalla quale mancasse l'insegna del partito di maggioranza relativa in Lombardia e nel Lazio sarebbe un test elettorale assai incompleto e incomprensibile. Ma nell'attesa che i tribunali amministrativi dicano l'ultima parola sui ricorsi presentati dal Pdl, e al di là delle complicate valutazioni giuridiche del caso, una considerazione politica si può e si deve trarre.

    In base a quanto si è visto in questi mesi e in questi giorni, ad essere in pericolo non è la vita della democrazia, ma piuttosto la sopravvivenza del Pdl. Cos'altro è questa farsesca tragicommedia delle liste, taroccate o presentate fuori tempo massimo, se non la plastica dimostrazione di un partito che sta morendo in culla? Cos'altro dicono le convulsioni e i veleni interni al mistico Popolo delle libertà, se non il dilettantismo e l'avventurismo di un esperimento identitario che non ha funzionato perché in realtà (come avevamo scritto su questo giornale la settimana scorsa) un centrodestra italiano moderato e moderno non è mai nato, né dal punto di vista politico né dal punto di vista culturale?

    Secondo la bugiarda vulgata berlusconiana, dagli anni Novanta in poi i "comunisti" hanno usato le toghe "rosse" per liquidare la vecchia Cdl per via giudiziaria: pm invasati, pool milanesi esagitati, e così via sragionando. Adesso gli stessi "comunisti" starebbero usando le toghe "grigie" per liquidare il nuovo Pdl per via amministrativa: discreti magistrati di Corte d'appello, anonimi giudici di Tar, e via sproloquiando. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Quello che il Cavaliere non dice, e i suoi scudieri non ammettono, è che questa volta non reggono il teorema dell'opposizione barricadera e dei pubblici ministeri torquemadisti né la teoria del "nemico esterno".

    Stavolta, molto più semplicemente, questo centrodestra si sta auto-liquidando per via politica. Questa è la pura e semplice verità, disvelata in modo quasi grottesco dal patetico autodafé politico in cui sono involontariamente incappati Formigoni e Polverini. La crisi è tutta interna al Pdl, e nemmeno il collante puramente ideologico del berlusconismo di guerra sembra più reggere. Dal trionfale successo del 13 aprile 2008 in poi, archiviata in troppa fretta la sorprendente parentesi da "federatore" della destra e da "uomo di Stato" dei primi due mesi, il premier si è illuso di poter affrontare e risolvere l'intera legislatura sull'onda del suo autoritarismo populista e plebiscitario. Lui è il "messaggio", tutto il resto non conta niente. L'intera proiezione del governo si esaurisce nell'esibizione della forza e nella manipolazione della propaganda. L'intendenza seguirà, come diceva il generale De Gaulle. Ma questa è la gigantesca, miope illusione, che oggi si infrange e va in frantumi per una banale questione di firme e di timbri. Se non c'è la politica, oltre i decreti urgenti, le ordinanze in deroga e i sondaggi confidenti, l'intendenza non segue affatto. Semmai si auto-tutela, quando addirittura non si auto-distrugge, come dimostrano i sospetti e i veleni che si consumano nella Capitale sulle candidature, tra le correnti forziste e i luogotenenti finiani.

    E senza una solida struttura politica basta una risibile stortura burocratica per smascherare un bluff, per capire che il partito di plastica non è diventato di ferro, e insomma per accorgersi che il re è nudo. Su questo limite genetico dovrebbe riflettere il premier. Su questo deficit originario dovrebbero interrogarsi i suoi accoliti, invece di attaccare e delegittimare l'unico che l'ha capito fin dal primo giorno, cioè il presidente della Camera Gianfranco Fini. Rischia di essere tardi, adesso. Come diceva ieri un ministro, "ormai siamo al capolinea, il Pdl così non regge più e presto ognuno di noi tornerà a fare il mestiere che faceva prima...". Come dire: l'amalgama Forza Italia-An rischia di sciogliersi per sempre. E serve a poco urlare contro i sedicenti "furbi" che vorrebbero alterare il risultato delle elezioni (come fa il ministro per la Semplificazione) o invocare improbabili "prove di forza" (come fa la candidata del Lazio). I "furbi" di Calderoli non esistono: sono fantasmi evocati per confondere e intorbidare le acque. E la "piazza" della Polverini è a dir poco surreale: contro chi marcia, stavolta, il vasto Popolo delle libertà? Contro il Tar del Lazio? Viene da sorridere, solo a pronunciare lo slogan. Senza contare, da ultimo, che i giudici amministrativi applicano, come sempre, solo le regole. E quelle sì, assicurano la vita della democrazia.

    Ma questo resta un arcano troppo complesso da far capire a Silvio Berlusconi. Fin dalla sua epica "discesa in campo", il Cavaliere concepisce la democrazia come pura estensione della sua signoria.
    ([email protected])
    amate i vostri nemici

  6. #21
    In attesa di premio Nobel L'avatar di marimba
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    [I]"Non vorrei fare la parte dell'eversivo ma lo dico chiaro e tondo: noi attendiamo fiduciosi i verdetti sulle nostre liste, ma non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali. Se ci impediscono di correre siamo pronti a tutto". Non usa mezzi termini il ministro della Difesa Ignazio La Russa...
    Dopo la marcia su Roma, il marcio su Roma.


    [I][FONT="Book Antiqua"][SIZE="3"]Ges

  7. #22
    Opinionista L'avatar di Amena
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    [QUOTE=petalo_di_stella;1139416]prima il panino che potr

  8. #23
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    Ascoltatevi questa canzone "We are the word for Polverini"
    http://multimedia.quotidianonet.ilso...dia&media=9517
    [B]Piuttosto che maledire il buio

  9. #24
    Opinionista L'avatar di acid75
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    Si legga, a pagina 26, le “Istruzioni per la presentazione e l’ammissione delle candidature”: http://www.interno.it/mininterno/exp...0x_x1-204x.pdf
    “Il cancelliere non può rifiutarsi di ricevere le liste dei candidati, i relativi allegati e il contrassegno o contrassegni di lista neppure se li ritenga irregolari o se siano presentati tardivamente“.


    Persino Mario Adinolfi, giornalista e membro della Direzione Nazionale del Pd nel suo blog scrive:
    “Dite quello che vi pare, ma a me dei giudici che impediscono a Roberto Formigoni di candidarsi in Lombardia e al Pdl di candidarsi a Roma, fanno venire in mente un golpe. Fosse successo ai nostri, staremmo già tutti in piazza. Voglio che il centrosinistra vinca le elezioni, senza scorciatoie e soprattutto senza appoggiarsi alla magistratura“. http://marioadinolfi.ilcannocchiale..../03/golpe.html
    http://marioadinolfi.ilcannocchiale...._le_elezi.html

    E ancora:

    Anno 1994: http://www.radioradicale.it/exagora/...o-i-referendum
    Naturalmente, siccome al governo c'era il centrosinistra, che con le leggi ad personam ha sempre avuto una certa consuetudine, i Radicali furono accontentati, e fu varato un decreto ad hoc.

    Il secondo aiutino fu nel 2005: http://www.ilgiornale.it/interni/la_...e=0-comments=1
    Il 23 aprile 2005, infatti, si sarebbe votato per il rinnovo di alcune amministrazioni locali. Ma a marzo, lor signori Radicali capirono che non avrebbero fatto in tempo a raccogliere tutte le firme necessarie. Sicché bussarono alla porta dell’allora primo ministro, Lamberto Dini, e lo supplicarono affinché concedesse loro una proroga. Anche in quel caso furono accontentati.

    A Trieste nel 2006 fu riammessa la lista di Di Pietro presentata in ritardo....
    http://www.pdlsenato.it/writable/fil...03-03-2010.pdf

    E quindi....?
    Ultima modifica di acid75; 06-03-2010 alle 11:48

  10. #25
    Aldo L'avatar di Microemozioni
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    Fino all'altro ieri quando ad essere interessata dall'esclusione era solo il Pdl nel Lazio Maroni dichiarava l'impossibilità di un decreto:
    "Non c'è spazio per un provvedimento d'urgenza", ha chiarito il ministro dell'Interno Roberto Maroni, affermando che "non si possono cambiare le regole". Citando un precedente del 1995, Maroni ha spiegato che non può essere considerato come "specifico" poiché, nella circostanza attuale, "il termine è chiuso" e "c'è qualcuno che può vantare dei diritti", mentre nel 1995 il decreto fu emanato l'ultimo giorno utile per la presentazione delle liste al fine di prorogare di tre giorni i termini di presentazione. Quindi, ha affermato Maroni, "non possiamo intervenire modificando i diritti acquisiti".
    http://www.adnkronos.com/IGN/News/Po..._74209417.html
    Poi chissà come mai alle elezioni provinciali di Trento nel 2008 l'Udc che appoggiava Dellai e la coalizione del Pd non si è potuta presentare alle elezioni per motivi inerenti la presentazione delle liste eppure allora andava tutto bene:
    http://trentinocorrierealpi.gelocal....ticolo/1528969

    Oppure chissà come mai alle elezioni regionali in Molise nel 2001 furono addirittura invalidate le elezioni in cui aveva vinto il centrosinistra a causa di problemi appunto sulla presentazione delle liste eppure anche allora andava tutto bene:
    http://www.agi.it/campobasso/notizie...ate_nel_molise
    Ultima modifica di Microemozioni; 06-03-2010 alle 14:02
    "Io il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me". Giacomo Matteotti al termine del suo discorso alla Camera il 30 maggio 1924

  11. #26
    Opinionista L'avatar di acid75
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    "Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella pi

  12. #27
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    Giusto l' Impeachment per Napolitano! Ci spieghi la sua concezione di presidenza.

    Dopo che il Governo e edittato (da editto) il DL interpretativo ad uso e consumo del PdL detto salva-liste e dopo che il Presidente Napolitano lo ha firmato, giustamente l' opposizione si incazza e minaccia ostruzionismo e Di Pietro lancia anche una sacrosanta richiesta di impeachment per il Presidente.
    [B][COLOR="red"]Si perch

  13. #28
    In attesa di premio Nobel L'avatar di marimba
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    Sì, se si pensa che Napolitano ai bei tempi era finanziato da Berlusconi, non c'è da stupirsi che questo ora lo tenga per le palline.
    Insomma, viviamo in un paese dove la Mafia tiene per le palline il presidente del consiglio, e dove questo tiene per le palline il presidente della Repubblica... Se si pensa alla proprietà transitiva...

    In effetti è' già un po' che quando vado all'estero dico di essere svizzera.



    Si, ma poi che c'azzecca il superlotto?
    [I][FONT="Book Antiqua"][SIZE="3"]Ges

  14. #29
    In attesa di premio Nobel L'avatar di marimba
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    Il secondo aiutino fu nel 2005: http://www.ilgiornale.it/interni/la_...e=0-comments=1
    Il 23 aprile 2005, infatti, si sarebbe votato per il rinnovo di alcune amministrazioni locali. Ma a marzo, lor signori Radicali capirono che non avrebbero fatto in tempo a raccogliere tutte le firme necessarie. Sicché bussarono alla porta dell’allora primo ministro, Lamberto Dini, e lo supplicarono affinché concedesse loro una proroga. Anche in quel caso furono accontentati.
    C'è una certa differenza, mi pare, fra prorogare la chiusura delle liste e riaprirle quando sono già chiuse.
    Nel primo caso non danneggi nessuno, perchè tutti sono coperti dalla stessa legge.
    Nel secondo caso chi è già fuorilegge viene graziato, alla faccia di chi è stato onesto.

    I radicali poi non hanno difficoltà a raccogliere le firme, ne hanno sempre raccolte milioni. Hanno difficoltà a raccogliele in modo onesto, perchè tutti gli altri usano liste prefirmate in bianco.

    La seconda difficoltà deriva da un'illegalità dello stato, che non mette a disposizione gli autenticatori delle liste, di cui si possono invece giovare i partiti più grossi perchè usano a questo scopo i loro rappresentanti politici.

    Il precedente e le considerazioni citate sopra sono quindi fuori luogo.
    [I][FONT="Book Antiqua"][SIZE="3"]Ges

  15. #30
    Opinionista L'avatar di acid75
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    Ma voi pensate che gli altri sono migliori?

    Il centrodestra lombardo ha iniziato a visionare la documentazione presentata dal centrosinistra a sostegno delle proprie liste regionali:

    Lista Penati: dopo l

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