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Per rispondere a tono bisognerebbe capire come sono nate le religioni e perché. Io penso che le religioni siano nate per coprire le falle o ignoranze umane coprendole di mistero, un mistero che però in qualche modo poteva essere (illusoriamente) manipolato od a favore o contro chicchessia; un esempio sono le benedizioni e le maledizioni bibliche. Le religioni, quindi, sono nate dall'ignoranza, spesso per consolidare un potere a volte per contrastarlo; man mano che i capi religiosi si sono accorti che questo modo di pensare produceva un certo potere hanno teso ad orientare le religioni per il mantenimento di questo potere, ad esempio tutte le religioni cristiane. Ora nell'epoca in cui i falsi dei sono stati distrutti dalla conoscenza, sarà tuttavia la conoscenza stessa a ricrearne perché noi viviamo nel contingente e nel perpetuo divenire, conoscere e divenire; abbiamo bisogno dell'assoluto come il pane un affamato se no si morirebbe d'inedia. Quindi, per me, l'umanità sarà sempre alla ricerca più che dell'uomo religioso dell'uomo che possiede la religiosità poiché il misterioso fa parte di noi, guardarci scientificamente troppo dentro potrebbe portarci alla disperazione ed alla perdita di valori, a considerarci come macchine. Solo chi rinuncia al divenire e si sofferma sull'essere operando una specie di autoesclusione potrà fare a meno della religione e per lui tutto avrà più senso, ma questi sono casi singoli e difficili da raggiungere. Probabilmente nel futuro prossimo sarà la religiosità a sostituire la religione, e questo sentimento sarà un passo verso la conoscenza di se.
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