La Potenza & L'impotenza del nostro cervello.

[erin]

[QUOTE=Bruco;1192909]In ogni caso questa mattina, guardando un programma su l'integrazione dei figli degli immigrati di seconda generazione, sono rimasto piacevolmente colpito nel sentire dei bambini di colore, sia africani che orientali, parlare romano, vicentino, milanese, siciliano ecc. Allora il pensiero mi

[Bruco]

Ma tu pensi davvero che l'essere umano sia vittima della propria cultura?

A mio modo di vedere, ci potremmo considerare vittime qualora i condizionamenti siano negativi, altrimenti fortunati/e. Infatti, se riuscissimo a vivere una vita serena con una buona partecipazione sociale, perché dovremmo considerarsi vittime? Il condizionamento, come hai affermato tu, sta in tutto quello che ci circonda compresa l'educazione; questo non toglie, però, che essi ci sono eccome (poi chiamiamoli come ci pare), e, in alcuni casi, sono pesanti e particolarmente coinvolgenti.
Per altro, i condizionamenti negavi, a mio parere, non vengono quasi mai dalla cultura, ma da altre esternazioni, sopratutto come l'ignoranza, le paure, gli orgogli, i fraintendimenti, i fondamentalismi, le dittature ecc. inoltre, da quell'intendere la vita che fa parte di tutta una società.

[erin]

[QUOTE=Bruco;1192936]A mio modo di vedere, ci potremmo considerare vittime qualora i condizionamenti siano negativi, altrimenti fortunati/e. Infatti, se riuscissimo a vivere una vita serena con una buona partecipazione sociale, perch

[Il gatto]

Comunque esiste una certa distinzione fra imprinting e apprendimento successivo considerando l'imprinting quell'apprendimento di base allocato in un periodo dove la mente

[Bruco]

Ok, allora cambiamo termine: "prodotto passivo" anzichè "vittime"



Che sono aspetti della cultura...

Il punto è che nessuno di noi è il semplice prodotto della sua cultura di appartenenza, ognuno riceve un condizionamento e lo rielabora in base a quello che è il suo carattere, le sue emozioni, la situazione, le relazioni.
E questo anche da bambini, non solo da adulti.

Giustamente, il gatto voleva attirare l'attenzione sul vero significato d’imprinting o impronta, poiché quella era veramente la prima di una lunga serie che, non sarebbero state mai più come la prima, proprio perché lei già esisteva; e le altre, pur arrivando in un terreno comunque vergine, sarebbero state influenzate a loro volta da quella prima esperienze, come lo sarebbero state tutte quelle che sarebbero arrivate in seguito. Ecco, a mio modo di vedere, è quello che tu chiami rielaborazione. Quindi, tutte le sovrapposizioni di esperienze saranno rivisitate dalla mente, secondo la loro qualità e a quantità di esperienze arrivate nel magazzino mnemonico.
A questo punto dovremmo parlare dei patrimoni interni da te citati (carattere, emozioni ecc.), ma prima di farlo preferirei, se vuoi, che tu leggessi un libro, che ti potrei inviare vie mail e che t’indicherò su mp.