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Discussione: Il Dare & L'avere

  1. #1
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    Il Dare & L'avere

    Sono in molti a sostenere che, il Dare & L'avere, in natura, non sia pi
    [FONT="Lucida Console"][COLOR="Blue"]La fantasia

  2. #2
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    E' fondamentale, dal momento che vivi se sodisfi i bisogni, primari, secondari, quindi gli evoluti, per cui se le uscite non si bilanciano con le entrate sicuramente muori.
    Se le entrate superano le uscite hai un accumulo, di riserve, che in un sistema che vive anche di previsioni a breve, medio e lungo termine sono una entrata differita da utilizzare in previsione di ammanchi che ti si potrebbero verificare.

    Però l'avere implica un equivalente dare da parte del contesto in cui si esiste, un dare che a questo sottrae risorse, ma lui al pari di te ha le stesse esigenze di soddisfare i suoi bisogni immediati di vario livello incrementale e di previsione ricevendo.

    Da ciò si genera un imprescindibile meccanismo di scambio utilitaristico che è alla base della motivazione dell'agire che di per se non risponda solo a bisogni propri producendo l'autosufficienza che la complessità dei bisogni rende alquanto improbabile da raggiungere.
    In tale meccanismo il fatto che i risultati siano materiali o immateriali è puramente accidentale e funzionale al livello dei bisogni propri a cui si sta rispondendo dove mediamente i bisogni primari hanno una componente materiale superiore all'immateriale rispetto all'operare per la risposta ai bisogni evoluti, fermo restando che alla base ci stanno sempre i bisogni propri.

    Ne fanno eccezione i bisogni sociali dove semplicemente l'individuo stima di rispondere meglio al proprio operando sul collettivo dove però se il proprio non trova posto viene a mancare la forza motrice contributiva e ciò riporta l'indoviduo ad operare con maggior efficacia direttamente nel proprio gestito individualmente.

    Da cui il ritorno di chi da va sempre considerato, qualunque sia la forma che nel contingente assume visto che poi le cose, beni e servizi, si trattano simbolicamente e per varie ragioni, per lo più lo stesso utilitaristiche, ha una trattazione molto variegata in denominazioni e presentazione perchè l'opera di marketing è parte integrante del meccanismo di base.

    Impostato il meccanismo poi subentra il modo di funzionamento perchè lo scambio implica il criterio del valore che si da in proprio al dato proprio e al ricevuto altrui e realtà vuole che il dato proprio viene valutato sempre di alto valore, mentre il ricevuto altrui di basso valore, lo stesso succede nella controparte, al che, perchè avvenga lo scambio, necessario e voluto dalle parti, si deve raggiungere un equilibrio di valorizzazione ritenuto soddisfacente dalle parti e ciò è cosa non predeterminabile perchè il valore è funzionale di n paramentri variabili, materiali e immateriali determinati di momento in momento dall'individualità di chi scambia e dal contesto dove lo scambio avviene.

    Lo scambio avviene pure solo se c'è qualcosa da scambiare e le parti in causa vogliono scambiarlo, perchè c'è anche la situazione in cui non c'è nulla di voluto dalla controparte da scambiare, al che o si è in grado di rispondere in proprio alla propria necessità di avere, oppure lo sbilanciamento porta alla morte, simbolica e fisica secondo situazioni e livello di ammanco.
    Ultima modifica di Il gatto; 18-07-2010 alle 09:53

  3. #3
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Sono fuori dal tunnel: se questo
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  4. #4
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    L'avere assume forme e dimensioni proprie, pur restando comunque un avere.

    E l'avere risponde a diversi livelli di bisogno, primari, secondari ed evoluti in linea generale e ciascuno opera per i livelli di bisogno di cui necessita avendo soddisfatto gli altri perch

  5. #5
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    Bruco

    Sono in molti a sostenere che, il Dare & L'avere, in natura, non sia più una semplice teoria, ma che sia assunto a dignità di legge, poiché la vediamo applicare: sia nel mondo animale, nel mondo vegetale e, forse, anche in quello minerale.
    Per esempio: nel mondo animale vediamo i pesci pilota che, funzionando da dentisti, puliscono la miriade di denti del pescecane, mangiandosi, in cambio, i resti del suo pasto.
    Come per esempio, nel mondo vegetale, troviamo i funghi macroscopici che cedono un po’ del loro azoto agli alberi, che si trovano nelle loro vicinanze, mentre questi gli cedono un pochino della loro acqua.
    In natura, questo meccanismo è classificato come "Solidarietà utilitaristica" poiché può avvenire solo se vi è uno scambio, appunto - un Dare & Avere -; ma nell'uomo, questa solidarietà - questo Dare - può avvenire anche senza un ritorno - Avere - oppure no? E quanto è importante questo Dare & Avere per la vita di tutti noi e per la natura in generale?
    Il gatto;

    E' fondamentale, dal momento che vivi se sodisfi i bisogni, primari, secondari, quindi gli evoluti, per cui se le uscite non si bilanciano con le entrate sicuramente muori..../...
    ..../....In tale meccanismo il fatto che i risultati siano materiali o immateriali è puramente accidentale e funzionale al livello dei bisogni propri a cui si sta rispondendo, dove mediamente i bisogni primari hanno una componente materiale superiore all'immateriale rispetto all'operare per la risposta ai bisogni evoluti, fermo restando che alla base ci stanno sempre i bisogni propri.
    Gatto. Mi hai costretto, come il solito, a "bignamare" la tua analisi che trovo interessante ma, forse, un po’ prolissa.
    In ogni caso pensavo di aver postato un qualcosa di pesante e, con questo caldo poteva rappresentare un altro disagio, ma vedo che la cosa interessa e, in particolar modo, ho apprezzato il tuo passaggio la dove affermi che, lo scambio può avvenire: non soltanto sulle cose materiali ma anche in quelle immateriali; quindi: morali, psicologiche etiche ecc.
    Infatti, a un certo punto mi ero domandato: come mai se questa legge di natura è stata tanto importante e valida, da portare l'uomo fin sulla luna, le religioni, da millenni, hanno consigliato solo di dare, indipendentemente dal ricevere? Poi, in un secondo momento, mi sono reso conto che noi riceviamo anche quando non lo chiediamo, poiché facendo del bene agli altri, amando coloro che ci circondano, abbiamo un "Ritorno Morale" che ci gratifica; quindi il ritorno vi è sempre e la legge è salva.[/QUOTE]
    nahui

    Sono fuori dal tunnel: se questo è un meccanismo evolutivo, io sono fottuta.
    Il mio dare è istintivo e sentimentale, il solo pensiero dell'avere di ritorno mi turba come se fosse un furto. Ricevere mi turba: tendo all'autosufficienza, probabilmente per orgoglio. Odio i rapporti sociali di convenienza, quando sorseggiando l'aperitivo ci si informa discretamente sul lavoro altrui facendo calcoli mentali sui favori che l'altro potrebbe farci, per valutare la convenienza di fargliene a nostra volta. La constatazione di questi meccanismi, tanto ad un convegno, quanto ad una cena tra amici, quanto tra le mamme degli alunni di una classe delle elementari, incancrenisce la mia asocialità.
    Invece, credo che io, con questo titolo striminzito, non abbia potuto spiegare bene l'idea che volevo porre, e tu non hai avuto sufficienti indicazioni per la strada giusta. Infatti, a mio modo di vedere, il meccanismo del dare e dell'avere avviene automaticamente, e se andiamo a vedere, in fondo in fondo, un ritorno vi è sempre, indipendentemente dalla valutazione che ne possiamo trarre. Infatti, quando tu affermi che, il solo pensare di un ritorno ti farebbe star male, automaticamente hai scelto la strada che ti porta un beneficio, e anche quello è un ritorno; anzi, a mio modo di vedere, forse più evoluto di altri, poiché veramente, con il tuo libero arbitrio, vorresti solo dare senza ricevere. Nella pratica, non ti meravigliare di questa tua eventuale "superiorità" evolutiva, poiché la tua bellissima e struggente terra, di primati evolutivi ne ha molti, uno su tutti: gli occhi neri, che sono l'evoluzione degli occhi chiari.
    Ora però, per carità, non dirmi che hai gli occhi verdi o celesti altrimenti mi suicido.
    Ultima modifica di Bruco; 18-07-2010 alle 10:51
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  6. #6
    Opinionista L'avatar di claire
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    [QUOTE=Bruco;1214721]Sono in molti a sostenere che, il Dare & L'avere, in natura, non sia pi

  7. #7
    Gallina vecchia L'avatar di cinziatitti
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    [quote=nahui;1214762]Sono fuori dal tunnel: se questo
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  8. #8
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    In natura esistono tra individui due tipi di rapporto: di lotta o di collaborazione.
    La predazione ed il parassitismo sono due rapporti di lotta
    Dipende, perchè anche il predatore da nella sua parallela funzione di anello della catena alimentare o di regolatore biologico del sistema, togliendo di mezzo i sovrannumeri e gli inadatti, o semplicemente pulendo i cadaveri.
    La zanzare succhia sangue poi sono il cibo del pipistrello che pulisce dai succhiasangue e lo stesso abbiamo ritorni materiali, cibo e immateriali, servizi "pubblici".

    Nel naturale animale semmai manca la motivazione presente nel mentalmente evoluto che scaturisce dalla previsione di vario grado, con le sorelle paura e progettualità futura, cosette che richiedono l'azione produttiva in proprio di ora in previsione di un futuro, incerto, di allora, sempre valutato in proprio.
    Ciò complica a dismisura il problema comportamentale e si aggiunge l'ulteriore problema dato dal procedere nel dare e nell'avere determinato dai ruoli, qualora si abbiano funzioni non solo private ed anonime.
    Es un gestore di fondi deve fare proprie nel ruolo le aspirazioni piccole e individuali di milioni di investitori ed ecco come una semplice aspirazione privata con connotazioni umane diventa una aspirazione smisurata, effetto di una moltiplicazioni per milioni, che ha una natura impersonale sviluppandosi nel ruolo che il gestore ha come suo scopo e se non vi risponde "muore", sei sostituito da chi risponde meglio di te producendo a caduta milioni di risposte individuali.

    Ovviamente il dare senza pensare di ricevere nulla in cambio è il massimo che si possa fare perché eleva le persone sopra la materialità terrena e le porta verso un'universalità di cui la società ha decisamente bisogno.
    Certo, il contesto che al pari di te vuole avere, apparendoti come insieme, ma costituito dalla somma di tanti uni che vogliono e ottengono a gratisse, il meglio in proprio che si possa ottenere, ringrazia, ma tu ci muori salvo che oltre a dare non sei pure autosufficiente e mediamente non lo si è, nel ricevere, al che gli equilibri generali del dare e dell'avere generali sono ripristinati e il sistema si automantiene nella sua impostazione generale, che eccezionalmente può deviare un po, salvo subentrare immediatamente i meccanismi di ripristino.
    Ultima modifica di Il gatto; 18-07-2010 alle 11:20

  9. #9
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    Gatto. Mi hai costretto, come il solito, a "bignamare" la tua analisi
    li hai il quadro generale su come imposto complessivamente la questione e all'interno del cui schema mi muoverò in seguito trattando i singoli punti, al netto di variabili nuove che possono intervenire oppure no.

    Puoi fruirne e farti l'idea generale, ma a anche no preferendo seguire il punto punto che sempre a quello porta.

    Però, considerando lo scritto e le risorse che hai speso in tematiche ben più esoteriche e indefinite dove il sesso degli angeli è il motivo primario e indefinito di un dire infinito, mi sembra che 20 righe poi non esorbitino dalle capacità di trattazione effettimente in gioco e necessitino di quel bignameggiare.
    Vuoi trattare gli infiniti divini e mo non riesci a trattare in blocco 20 righe di scambi commerciali molto tangibili seppure trattati in "partita doppia", definizione molto azzecata in un sistema "commerciale" ben più complicato dei principi che lo disegnano per sommi capi.
    Ultima modifica di Il gatto; 18-07-2010 alle 11:36

  10. #10
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    eleva le persone sopra la materialità terrena
    Siamo nel campo dei santi e dei martiri, ovvero alla successione umana dei bisogni, dai primari agli evoluti, questi proseguono con la sublimazione ottenendo le risposte dell'avere nella loro realtà sublimata di ectoplasmi, ovvero danno ora e ricevono nei loro paradisi secondo la concezione astratta del divino fatto proprio in gradezze divinamente definite e di valutazione solo in quel loro sistema di scambi sublimati.
    Alla fine sempre però allo stesso gioco giocano allargando solo i confini del mercato globale dove operano includendoci le bancarelle trascendenti dove altre merci da pigliare sono in esposizione e su criteri sublimati sono valorizzate.

  11. #11
    Opinionista L'avatar di claire
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    Citazione Originariamente Scritto da Il gatto Visualizza Messaggio
    Dipende, perchè anche il predatore da nella sua parallela funzione di anello della catena alimentare o di regolatore biologico del sistema, togliendo di mezzo i sovrannumeri e gli inadatti, o semplicemente pulendo i cadaveri.
    La zanzare succhia sangue poi sono il cibo del pipistrello che pulisce dai succhiasangue e lo stesso abbiamo ritorni materiali, cibo e immateriali, servizi "pubblici".

    Nel naturale animale semmai manca la motivazione presente nel mentalmente evoluto che scaturisce dalla previsione di vario grado, con le sorelle paura e progettualità futura, cosette che richiedono l'azione produttiva in proprio di ora in previsione di un futuro, incerto, di allora, sempre valutato in proprio.
    Ciò complica a dismisura il problema comportamentale e si aggiunge l'ulteriore problema dato dal procedere nel dare e nell'avere determinato dai ruoli, qualora si abbiano funzioni non solo private ed anonime.
    Es un gestore di fondi deve fare proprie nel ruolo le aspirazioni piccole e individuali di milioni di investitori ed ecco come una semplice aspirazione privata con connotazioni umane diventa una aspirazione smisurata, effetto di una moltiplicazioni per milioni, che ha una natura impersonale sviluppandosi nel ruolo che il gestore ha come suo scopo e se non vi risponde "muore", sei sostituito da chi risponde meglio di te producendo a caduta milioni di risposte individuali.


    Certo, il contesto che al pari di te vuole avere, apparendoti come insieme, ma costituito dalla somma di tanti uni che vogliono e ottengono a gratisse, il meglio in proprio che si possa ottenere, ringrazia, ma tu ci muori salvo che oltre a dare non sei pure autosufficiente e mediamente non lo si è, nel ricevere, al che gli equilibri generali del dare e dell'avere generali sono ripristinati e il sistema si automantiene nella sua impostazione generale, che eccezionalmente può deviare un po, salvo subentrare immediatamente i meccanismi di ripristino.


    Dipende?
    Non dipende è implicito!

    E' implicito che i rapporti di lotta e/o di collaborazione vanno inseriti nel contesto della catena alimentare.
    In questa catena sta l'equilibrio naturale e, quindi, la sopravvivenza.
    Se un anello salta, tutto il sistema è a rischio.
    E la realtà odierna è segnata da questo rischio.

    Il problema sul dare e l'avere. così posto, è vasto, per cui deve essere visto nei vari aspetti della vita umana.
    Esaminiamo il dare e l'avere nel ruolo professionale.
    I ruoli professionali sono spersonalizzati in vista di un profitto individuale e collettivo che ha la priorità sull'umanità.
    Chi produce, quindi ha la capacità di dare, ha dirito di esistere in quel ruolo, al contrario muore professionalmente chi, per ragioni varie, non riesce a produrre/dare.
    Il fatto che oggi le leggi di mercato sono queste, non vuol dire che, dal punto di vista umano, sono corrette.
    Ci si interroga sui mezzi che si usano e sui percorsi attraverso i quali si riesce o si diventa così abili nel dare?
    Gli animali per i loro loro comportamenti hanno l'alibi: l'istinto.
    Tutto in natura è predeterminato, per cui non c'è responsabilità alcuna.
    Gli uomini vogliono imitare il mondo degli animali?
    Vogliono mettere in essere l'ordine istintivo/ naturale?
    Non vogliono sviluppare la potenziale umanità che li contraddistingue?
    Hanno la libertà necessaria per farlo!
    Diventare "animali" dotati di mente è una prospettiva!
    E' una tra le tante possibili.

    Non è necessario essere o diventare santi, sarebbe sufficiente diventare umani!
    Ultima modifica di claire; 18-07-2010 alle 12:01

  12. #12
    Astensionista L'avatar di nahui
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    [QUOTE=Bruco;1214775]
    Nella pratica, non ti meravigliare di questa tua eventuale "superiorit
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  13. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Bruco Visualizza Messaggio
    ma nell'uomo, questa solidarietà - questo Dare - può avvenire anche senza un ritorno - Avere - oppure no?
    Certamente, ma solo nel caso di altruismo, filantropia oppure di sentimenti/emozioni e desideri che inducono a comportamenti diretti ad offrire e donare qualcosa di sè all'altro, fine a se stessi e piacevoli in quanto tali.

    Per il resto, è evidente che in un mondo in cui le risorse sono limitate (cioè quantificabili e non in quantità scarsa) lo scambio ad utilità reciproca sia fondamentale (direi ovvio e quasi spontaneo) in tantissimi ambiti, della vita quotidiana e professionale.
    Ultima modifica di Sousuke; 18-07-2010 alle 12:38

  14. #14
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    fine a se stessi e piacevoli
    Gi

  15. #15
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    Non vogliono sviluppare la potenziale umanità che li contraddistingue?
    Hanno la libertà necessaria per farlo!
    Diventare "animali" dotati di mente è una prospettiva!
    E' una tra le tante possibili.
    Purtropp suona come la solita invocazione, inflazionata, ad operare per la collettività rinunciando alle soddisfazioni dell'orticello proprio.
    Invocazione disattesa quanto invocata, dagli altri, tanto da rimanerne inflazionata.

    Ma il punto cruciale sempre quello resta, fare comporta perdite di vario genere proprie, quindi dolore proprio e fare del dolore lo scopo di vita proprio non è scopo di nessuno, nel ragionevole almeno.
    Quindi è necessario almeno un ritorno proprio di piacevolezza che, nei criteri di partita doppia, da qualche parte, diretta o indiretta, deve comunque arrivare.

    Fatto salvo il meccanismo generale poi s'ha da trovare la semplice idea e meno semplice realizzazione concreta che trasforma il proprio fare in un risultato concreto che da ritorni propri passando per il collettivo, ovvero va bene a tutti perchè tutti ci guadagnano e la quota parte propria è comunque superiore al "dolore" iniziale investito per ottenere un risultato differito da ottenere entro tempi utili pure.
    In difetto torna in scena il bistrattato orticello proprio che da risultati limitati, ma appunto propri e ben più facilmente raggiungibili e gestibili quindi di ben altra appetibilità perchè c'è una notevole differenza e separazione fra il proprio e l'altrui.

    Il proprio lo si percepisce, subendone le conseguenze piacevoli e spiacevoli per via diretta e immediata, senza attenuazioni, ne intermediazioni, l'altrui invece può essere solo raccontato e segue le vicissitudini di mille intermediazioni.
    Ciò è ben diverso dalla percezione immediata e senza mediazione e ovviamente produce ben diversi risultati e motivazione ad investire e soffrire il dolore che comunque resta a carico proprio, indivisibile ed inamovibile.
    Potendo invece gestire il sedere degli altri per risultati altrui si hanno maggiori margini di inventiva e sperimentazione futuristica, anche ad alto rischio, tanto il materiale rischiato e degli stessi che vogliono i loro risultati.
    Ultima modifica di Il gatto; 18-07-2010 alle 15:11

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