Ho notato che tu hai dato la soluzione che emergerebbe dal discorso di Bruco, ma denota uno sbilanciamento all'estremismo.
Gesù ha istruito alla conoscenza di Dio fino a morirne; gli istruiti si sono chiamati apostoli,discepoli, seguaci, alla sua sequela, ma soprattutto erano obbedienti perché solo lui conosceva a fondo il bene ed il buono, ed anche il male ed il cattivo.
Sembra sia stato così convincente che dopo una prima straziante fuga i suoi discepoli abbiano conosciuto la morte come l'ha conosciuta lui: per propria convinzione
E quella comunità che lui ha lasciato, dopo debite istruzioni, si è nel tempo imbastardita dando anche grande scandalo ai fedeli zelanti. Quello che, dalla Pentecoste, è andato continuamente e misteriosamente avanti invece è lo spirito che si nasconde nel Vangelo o buona novella o notizia buona di un fatto avvenuto ( dal greco Vangelo, era la notizia che riguardava una certa vittoria sul nemico (Termopili), nel vangelo la vittoria è stata quella sulla morte, di cui Satana è padrone) ovviamente la buona novella non riguarda solo chi l'aspetta con ansia, ma tutto il genere umano perché è soggetto alla schiavitù della morte. La possibilità della resurrezione non è affatto né scontata e né evidente e e neanche superficiale perché ci coinvolge in prima persona se ovviamente ci crediamo.
Quindi sintetizzando lo spretare, da te detto, ai fini o alle esigenze divine, non significa niente perché la vita è bella quando è sana e varia, senza recinti religiosi psicanalizzanti, sperando che le pecore siano già scappate, non dalla chiesa che serve, ma dal cattivo maestro che non serve a niente, simile al sale che non sala non ha valore, e ciò che non ha valore l'uomo lo calpesta.
La finale non l'ho detta io ma Gesù![]()