Hai ragione Gatto, però ho avuto quella sensazine. Infatti, più volte lasciamo la strada del tema principale, prendendo direzioni molto lontane, al punto che non ci ricordiamo più quello che si voleva discutere; ma in questo caso si parlava sempre delle ingiustizie, anche se commesse dalla chiesa.Il gatto
Si direbbe che consideri IT ciò che sorregge il tuo ragionamento e su di esso si allinea, però la situazione è ben più ramificata e i costruttori di mondi diversi che si oppongono gli uni agli altri neutralizzandosi altro non sono che le cause dell'immobilismo affermato che si percepisce.
Oltre ad essere i vari commenti al contorno quelle opposizioni punto punto che bloccano ogni proposta come atto ingiusto da contrastare e a cui reagire, cosa che si perorava lo stesso, però è facilissimo che la stessa cosa capiti al giusto proprio percipito ingiusto da tutti gli altri.
Quello che proponi è molto interessante e veritiero, ed è stato paventato anche da un avvocato che frequenta il circolo; però la domanda che mi pongo è la seguente: innanzi tutto fare il paragone con accredito improprio bancario, a mio modo di vedere, è errato, poiché in quel caso io so esattamente a quanto ammonta il mio conto, e se lo vedo lievitare in modo anomalo subito m’insospettisco e vado a controllare. Mentre per il calcolo delle pensioni non è così facile, giacché dei tecnici specializzati predisposti solo per quello, sbagliano, non vedo perché il piccolo pensionato non possa sbagliare. Qui stiamo parlando di gente con una certa cultura, è vero, però non è detto che sapessero svilupparsi, in proprio, il piano della propria pensione. Invece, se noi andiamo a prendere il pensionato illetterato e magari malato, che colpa ha se i "tecnici" gli hanno attribuito 250 € in più di pensione, e l'INPS se ne accorge dopo dieci anni, pretendendone la restituzione? Ovvero: il pensionato illetterato ha organizzato la propria vita in conformità di quell'importo, accendendo dei debiti dilazionati che doveva onorare e che ora non potrà farlo più. In questo caso esiste un danno economico, poiché al seguito del mancato pagamento delle rate è passibile di pignoramento. Inoltre esiste il danno morale, poiché non ha potuto mantenere la propria parola del pagherò e, anche un danno esistenziale, perché da quel momento tutta la sua vita peggiorerà a causa di un errore commesso da altri. Io credo che questo tema è meritevole di essere affrontato in sede giudiziaria, e porre davanti alle proprie responsabilità chi ha commesso l'errore, permettendo che accadessero tutti quei danni sopra accennati, nei confronti di una persona fragile quale sono i pensionti. Porto un esempio: un autista di un Bus, per propria negligenza fa accadere un incidente, i passeggeri hanno diritto ad un risarcimento o no? Ora mi spiego meglio: tutti quelli che commettono degli errori, a parte i giudici, sono responsabili del loro comportamento; e allora: perché gli impiegati dell'INPS devono essere perdonati dalla loro negligenza che, come abbiamo visto, ha causato un danno economico, morale ed esistenziale, a una persona fragile che non ha saputo calcolare l'importo della propria pensione? E perché il patronato ne dovrebbe sapere più dei tecnici INPS? Inoltre il patronato, ammesso e non concesso che controlli l'importo, e ti assicura che è tutto a posto, non ti rilascia mica un documento su quello che dichiara. Per altro il patronato non ha mica l’obbligo di avere degli impiegati migliori di quelli dell’INPS.Comunque vediamo dove ci riporti.
Mi sa tanto che i giusti che dovrebbero intervenire però sono quelli che ingiustamente pagavano maggiori contributi per far percepire ingiustamente a questi altri nuovi giusti una cifra maggiore di quella spettante.
Siccome non è l'inps a generare la ricchezza erogata, facendo solo da redistributore di un prelievo fatto ad altri, sarebbero i vari giusti a doversi accordare fra loro, cosa ben dubbia.
Mediamente è richiesta a tutti la diligenza del buon padre di famiglia a che chi riceve non si appropri ingiustamente di una cifra erroneamente erogata essendo i meccanismi di calcolo facilmente verificabili quantomeno tramite patronati.
(e l'io non sapevo chi pagava e perchè....non gode di molte simpatie)
Più eclatante il caso in cui la banca ti accredita per errore una somma non tua, non è opponibile la storia del me l'hai data, mo me la tengo, visto che esiste pure l'indebito arricchimento per cui hai a fronte di un debito e non di un errore che va solo che corretto.
E l'inps ci va pure leggera perchè in genere offre l'opportunità di una restituzione rateizzata senza interessi.
Una storia di indebito arricchimento l'ho vista dal vero anni fa, un fornitore ha fatturato per errore due volte la stessa fornitura e il sistema di convalida ha passate entrambe le fatture non facendo cotrolli incrociati.
Quando alla revisione contabile si sono accorti della cosa insieme alla richiesta di risarcimento è partita pure la denuncia per truffa.
Ovvero l'bbligo di sapere quello che pigli e perchè lo pigli lo hai pure tu che pigliando più del dovuto e avendo ottemperato io al completo obbligo mio ti ritrovi nel torto e non potevi non sapere.