Accabadora di Michela Murgia
Letto d'un fiato, bellissimo, ben scritto. Ma sono di parte, con mezza famiglia sarda, mezza calabrese, e queste figure arcaiche, nere, ancora impresse nella memoria. Nonno fu fill'e anima di bisnonna 'Stina, che aveva capelli rossi e occhi tanto azzurri da sembrare bianchi, indossava sempre per voto il saio dei monaci domenicani, ma in casa teneva amuleti stregoneschi, come il grande putto col ventre prominente ed il ghigno diabolico, che mia madre ancora si sogna la notte. L'altra, la madre naturale, rossa pure lei, era peggio che prostituta: era donna libera, nonna Margherita, morta pazza. Non c'entra nulla, ma questo libro mi ha fatto pensare a loro.