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Discussione: Favole

  1. #1
    psicologicamente violento L'avatar di Insolente
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    Favole

    de vulpe et uva

    Fame coacta vulpes alta in vinea
    uvam appetebat summis saliens viribus;
    quam tangere ut non potuit, discendens alt:
    'Nondium matura est; nolo acerbam sumere.'
    Qui, facere quae non possunt, verbis elevant,
    adscribere hoc debebunt exemplum sibi.

    (Fedro, Favole esopiche espurgate, libro III)
    QUADRIGLIA - Pesce a quattro pinne; si distingue dalla triglia che ne ha tre, dalla biglia che ne ha due e dalla maniglia che ne ha una.

  2. #2
    Banned L'avatar di Gazzaladra
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    Excusatio non petita... ma doverosa. Chiedendo venia, rivolgo, orsù, alcuni chiarimenti insolentemente all'iscritto Insolente di svelare alcuni enigmi che affollano la mia mente...

    Qual era il messaggio recondito di queste strofe latine?
    A chi era rivolto, eventualmente, lo strale satirico ?
    Chi sarebbe dovuto essere la volpe o l'uva ?

    Era previsto che la discussione proseguisse con questo tipo di domande?

  3. #3
    psicologicamente violento L'avatar di Insolente
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    Questa è una delle più famose favole esopiche, per pura indolenza ho riportato solo la favola senza specificare i miei intenti e ne chiedo scusa. Volevo aprire un 3d per metterci le favole che mi vengono a mente quando vedo una certa situazione nella realtà, e magari per discutere sullo strumento della favola come insegnamento morale e disquisire su come sarebbe molto più utile e simpatico di tanti stupidi insegnamenti cristiani di cui siamo pieni fino alle orecchie. Non avevo previsto niente, come si fa per qualsiasi 3d si scrive e si aspetta di vedere cosa scrivono gli altri
    QUADRIGLIA - Pesce a quattro pinne; si distingue dalla triglia che ne ha tre, dalla biglia che ne ha due e dalla maniglia che ne ha una.

  4. #4
    ........
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    Io so Un po di cosucce su Pinocchio!
    Le ho studiate all'università..se vi interessa ....
    Diciamo che In pinocchio si parla molto di educazione e di crescita.......
    Ultima modifica di Jampa; 28-10-2005 alle 17:34
    E' il momento di andare

  5. #5
    Disappointed Idealist L'avatar di Kyra
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    su un piedistallo.
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    Questa e' la piu' classica delle "favole" zen:

    "Un uomo che camminava per un campo si imbattè in una tigre. Si mise a correre tallonato dalla tigre. Giunto ad un precipizio si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l'orlo. La tigre lo fiutava dall'alto.
    Tremando, l'uomo guardò giù, dove, in fondo all'abisso, un'altra tigre lo aspettava per divorarlo. Soltanto la vite lo reggeva. Due topi, uno bianco e uno nero, cominciarono a rosicchiare pian piano la vite.
    L'uomo scorse accanto a sè una bellissima fragola. Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l'altra spiccò la fragola. Com'era dolce!"
    I'm laying down, eating snow
    My fur is hot, my tongue is cold
    On a bed of spider web
    I think of how to change myself

    A lot of hope in a one man tent
    There's no room for innocence
    So take me home before the storm
    Velvet mites will keep us warm.

  6. #6
    ........
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    Il coraggio di un Topo
    [FONT="Arial Narrow"]Narra un'antica favola indiana
    Che un topo viveva
    in perenne stato di angoscia per paura dei gatti.

    Un mago ebbe compassione di Lui
    E lo trasform
    E' il momento di andare

  7. #7
    IL NIBBIO E IL SERPENTE

    Un giovane serpentello se ne andava tranquillo strisciando fra una pietra e l'altra, godendosi i caldi raggi del primo sole primaverile. L'aria era tiepida e carica di un buon profumo di fiori e ogni animale si sentiva rasserenato da quel clima dolce. Il piccolo serpente si muoveva piano nel prato quando all'improvviso una spaventosa ombra si proiettò sul suo cammino. L'animale preoccupato alzò il testino per guardare da dove provenisse la macchia scura e solo allora scopri che un terribile nibbio stava puntando dritto dritto su di lui!

    Il poverino non ebbe nemmeno il tempo di scappare perché in un lampo il volatile gli piombò addosso afferrandolo con il becco. Il serpente fu, così, sol levato in cielo da quel rapace che, senza avere pietà per le sue grida volò via il più velocemente possibile.

    "Lasciami andare!" Implorava lo sfortunato animaletto "Non ti ho fatto niente!" Ma il nibbio non l'ascoltò neppure.

    A quel punto il serpentello si rivoltò su se stesso e con un'abile mossa diede un morso al suo nemico. Finalmente il volatile colpito dal veleno della sua preda fu costretto ad aprire il becco liberando il serpente che cadde a terra senza farsi male Il nibbio invece, con la vista annebbiata e senza più forze a causa del morso velenoso, precipitò sul terreno a peso morto riportando parecchie ferite. Quando il volatile era ancora stordito, il serpentello gli si avvicinò e gli disse: "Ben ti sta! Io non volevo farti del male ma tu mi ci hai costretto e adesso ne paghi le conseguenze!"

    Trascorsero due giorni interi prima che il nibbio potesse riprendere a volare ma, a partire da quella volta egli si tenne sempre ad una certa distanza da tutti i serpenti!

    Fa il paio con la tua,Insolente.

  8. #8
    psicologicamente violento L'avatar di Insolente
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    Le vostre favole non le conoscevo e mi hanno decisamente accattivato.

    Oggi mi sono sentito in una certa maniera, e posterò un'altra favola di Fedro, con versione libera.

    Serpens ad fabrum ferraium

    Mordaciorem qui improbo dente appetit,
    hoc argumento se describi sentiat.
    In officinam fabri venit vipera.
    Haec cum temptaret, si qua res esset cibo,
    limam mordit. Illa contra contumax:
    'Quid me,' iniquit, 'stulta, dente captas laedere,
    omne assuevi ferrum que corrodere?'


    Il serpente dal fabbro ferraio.

    Chi attacca con dente malvagio uno ancora più feroce si veda descritto da questa favola.
    Nell'officina di un fabbro entrò una vipera. La quale cominciò a provare se alcuna cosa entro quella fosse buona da mangiare. Dette così un morso a una lima. Questa, resistendo, le disse: "Perché, stupida, cerchi di rodere me, che posso rodere qualsiasi tipo di ferro?"
    QUADRIGLIA - Pesce a quattro pinne; si distingue dalla triglia che ne ha tre, dalla biglia che ne ha due e dalla maniglia che ne ha una.

  9. #9
    psicologicamente violento L'avatar di Insolente
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    De vitiis hominum

    Peras imposuit Juppiter nobis duas:
    propriis repletam vitiis post tergum dedit,
    alienis ante pectus suspendit gravem.
    Hac re videre nostra mala non possumus;
    alii simul delinquunt, censores sumus.

    Dei difetti umani.

    Giove ci fece dono di due corbelli: uno, riempito dei nostri difetti, lo pose dietro le nostre spalle. L'altro, riempito dei difetti altrui, lo attaccò davanti al nostro torace. Per questo non siamo in grado di vedere i nostri difetti, mentre di quelli degli altri ci facciamo censori.
    QUADRIGLIA - Pesce a quattro pinne; si distingue dalla triglia che ne ha tre, dalla biglia che ne ha due e dalla maniglia che ne ha una.

  10. #10
    L'avatar di Stefi
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    Per Halloween...-Un povero Diavolo di Campagna-

    Sto qua da mille anni, più o meno, e le cose sono sempre andate così.Così… s'intende, con me che sto di qua e loro che stanno di là.Con me che li guardo e loro che mi fissano, distrattamente e non sanno.E' curioso come qualcuno di loro, specialmente quelli colti - i colti di campagna, s'intende - ogni tanto declami : "Se potesse parlare, oh quante cose avrebbe da dire!" e lo pensa con orgoglio, lo dice con boria, con quella modestia finta che non sa nascondere la superbia, come se io fossi di sua proprietà, fossi merito suo… e io che per sbaglio, o per caso, so parlare, rido…Cioè….. non è che proprio parlo o rido, forse è più un pensiero, una cosa simile a quella che loro chiamavano Anima e che è rimasta qua a vigilare, una cosa che loro non chiamerebbero linguaggio e che invece li capisce bene, una cosa che si è sviluppata a forza di sentirli, e che ora li capisce e li scruta.All'inizio erano gli stanchi "Orapronobis" dei contadini, poi i più teologici "GloriaineccelsiiiisDèèèo" dei frati, poi a poco a poco i bisbigli delle donne, i fruscii delle vesti e poi ho sentito i miei "suoni", che Loro non sentono, e la mia mente che si è mossa, si è stiracchiata, si è sentita vivere e ha cominciato a pensare."Cogito ergo sum" ha poi detto un tizio, per Loro grande pensatore, ma per me fu "Sum ergo cogito".Piccoli pensieri, pensieri muti, speranze minime e insieme Minima Immoralia, come dicevano Loro - s'intende - per me sono solo pensieri un po' più salati, forse più caldi…. pensieri che loro non vogliono pensare, che loro non possono pensare, ma che Io posso - s'intende.
    Ecco, credo proprio di essere una specie di Anima, andata a finire per sbaglio, nella testata d'angolo di una Pieve di campagna.E forse è questa, quella cosa che Loro chiamano Purgatorio: questo continuo poter vedere i loro pensieri, i loro sentimenti, le loro azioni… e non poter far altro che pensare, rimuginare…Ma Io, proprio Io, me ne sono accorto, mi sono accorto di essere vivo (o forse Qualcuno, ha lasciato che me ne accorgessi) e da allora è tutta un'altra vita.
    Cioè, sempre con Me che sto di qua e Loro che stanno di là - s'intende - ma più movimentata, più dispettosa,
    una vita degna di un buon Diavolo di campagna.
    Le mie risa assomigliano ai loro rutti, i miei pensieri ai loro Peccata Mundi, alle cose che non dovrebbero esistere, agli errori del Creatore, …che poi, se di errori non ne ha fatti, e questo lo so Io meglio di Loro, vuol dire che devo starci qui a vigilare, a vigilare su di Loro, non su di Me, s'intende . Su di me vigilano loro, che pregano e- ehehehhehe - mi insegnano a peccare, s'intende.E allora ascolto e vibro e scruto e vedo Loro che passano, transitano, cambiano le loro vesti, cambiano il loro modo di parlare, le loro voci, le loro donne, si sposano, nascono e poi muoiono, accendono candele e pregano, mettono fiori e pregano, puliscono e cantano e pregano….Con qualche pensiero dispettoso da parte mia, e tanti "Libera nos a malo" da parte Loro, - Che, a ripensarci, adesso non parlano più in latino…. ma questo sì che è un vero peccato ! -la mia vita è comunque, da sempre, questa.Con Loro che stanno di là e Me che sto di qua - s'intende.A dire il vero, qualcosa c'è che mi fa stare sveglio,
    che mi risparmia la noia.In mezzo a quello che crede di cambiare e resta sempre uguale, c'è qualcosa che non cambia e che da sempre crede di essere diverso…Ci sono due OcchiGrigi, che pensano, che vengono e tornano da mille anni, che da sempre abitano qui, cioè di là - s'intende.
    Sono occhi femminili, ma qualche volta li ho visti dentro un corpo maschile, ed erano proprio loro.Sono occhi che sembrano di animale: di salamandra o di un animale che aveva portato con sé un missionario dall'Africa, una specie di gatto molto più grande e pauroso - per Loro, s'intende - e lo chiamava pantera (che poi gli occhi non li aveva nemmeno, perché era imbalsamato, ma erano quelli, erano gli OcchiGrigi).Sono occhi che ti guardano come se non ti vedessero da fuori, ma da dentro,come se sapessero chi sei.Sono occhi che sanno di essere di passaggio, sanno di essere un respiro, e quel respiro lo assaporano, lo cullano, lo ascoltano entrare ed uscire, lo sentono dentro e non cercano il perché, cercano l'Essere… e non lo trovano mai.Così rinascono dentro un altro volto, in un altro di Loro, sempre uguali, sempre tesi, sempre lucidi, sempre gli OcchiGrigi.Sono occhi che si sentono diversi dagli altri occhi, sono occhi soli.
    Io, a quegli occhi ho cercato di parlare: e sono diventato Drago - un drago di campagna, un drago da niente, s'intende, ma un Drago - sono diventato una Strega, un Cattura Vergini, e poi un Appestato, un Untore, un Omonero, un Canino Bianco, un Soldato Tedesco, un Teschio nelle Grotte,…. Ho spaventato mezzo paese, mi sono agganciato alle Loro sicurezze e non li ho fatti dormire tranquilli, sono diventato una Paura.
    E loro - gli OcchiGrigi, s'intende - mi hanno visto, ma non hanno capito.Sono gli unici ad avermi visto, gli altri lo hanno solo raccontato: tra Loro aver visto una Paura è una cosa che rende speciali, e allora in tanti hanno creduto di avermi visto, si sono spaventati di nulla e hanno urlato per il paese, tornando a casa dai campi … poveri diavoli!!!Erano omaccioni che tornavano dalle veglie, aiutati dal vino rosso, di quello buono, erano donne impaurite dai racconti delle nonne, o bambine che sognavano matrimoni che le avrebbero portate via, o personaggi strani, gli Scemi che stanno "dentro" ogni paese e che ogni paese mette "fuori".Ma io volevo incontrare solo gli OcchiGrigi, perché solo loro potevano vedermi per come sono.Io, quegli OcchiGrigi, non li volevo spaventare.
    Volevo solo dirgli - a quegli Occhi, s'intende - che non sono mica i soli ad essere rinchiusi dentro qualcosa, non sono mica la sola Anima che sa di essere una specie di inganno, volevo dirgli che ci sono anch'io.
    E che magari possiamo raccontarci qualcosa, un qualcosa da niente, storie di campagna, storie di Anime chiuse, ma pur sempre un qualcosa, s'intende.E invece loro, adesso, hanno il volto di una biondina che se ne va in giro come se niente fosse, come se non sapesse di portare con sé gli occhi che vedono le Paure.. Diteglielo! Se la vedete, diteglielo che guardi bene dove cammina, diteglielo che Io ci sono e che potrei guarirla, che non si sentirebbe più sola, diteglielo che.. … che un povero diavolo, chiuso in una pietra, la cerca, che…
    No, no davvero, scherzavo, s'intende, mica ho bisogno di due OcchiGrigi, Io, mica ho bisogno di parlare Io, Io mi diverto a spaventare Loro, questi campagnoli creduloni, questi contadinotti, questi "Animi rustici".
    Sono un Diavolo, Io Sto qua da mille anni, Io - più o meno, s'intende - e le cose sono sempre andate così.Così… s'intende, con Me che sto di qua e Loro che stanno di là.

  11. #11
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    Storie Di Fate..

    Molti Molti anni fa,Vi era un giardino qui nei pressi,in Cui vivevano anche le fate.Certamente tu sai che esistono fate assai grandi,proprio come gli uomini,con lunghi capelli e ali luminiose come stelle.
    Invece le fate di cui voglio parlarti sono minuscole come un'unghia,portano abitini colorati e sono sempre allegre.
    Ma chi è cosi piccolo deve fare grande attenzione a non essere calpestato da animali e uccelli quando si trova nel giardino.
    Non che questi animali siano cattivi e vogliono fare del male alle fate.No,No è solo per disattenzione che i grandi danneggiano i piccoli senza volerlo.
    Perciò i piccoli devono fare grande attenzione a cercarsi un posto sicuro dove poter vivere in pace.
    Le nostre fate perciò cercarono e cercarono,scivolarono dalle foglie bagnate e risciarono di affogare nell gocce di rugiada dei grandi fiori,finchè scoprirono in mezzo al giardino,quel meravigioso fiore che gli uomini chiamano "Rosa"

    Ah,è una vera gioia assaporare il miele da quel fiore e poi nascondersi in mezzo ai suoi numerosi petali.
    E poi si poteva dormire bene al sicuro,perchè i petali sono compatti e fitti,e cosi le piccole fate potevano reggersi bene senza cadere quando il vento forte scrollava il fiore.

    Cosi le piccole fate si rallegravano di aver finalmente trovato una casa in cui stavano davvero bene,e giocavano a nascondino nel fiore,facevno l'altalena e cantavano canzoni di fate.

    Sarebbero state davvero molto felici se non ci fossero stai i troll ,dei tipi loschi che ogni sera cercavano di scuotere gli steli delle rose fino a che le piccole fate cadevano giù.
    E quando cadevano a terra ,le irritavano giocando loro brutti tiri
    Era una cosa veramente meschina,ma c'è sempre qualcuno che non sopporta
    che gli altri siano felici.

    Cosi le fate si riunirono per decidere che cosa fareovevano lasciare i loro fiori e cercarsi un'altra casa?I Troll dovevano raggiungere il loro scopo solo perchè erano i più forti?

    No,era ingiusto,E cosi le fate escogitarono un piano:
    Il giorno dopo,quando il sole fosse stato alto nel cielo e gli uccelli avessero cantato,loro sarebbero andate nel bosco e avrebbero raccolto le castagne.
    Con grande fatica staccarono le spine del guscio e le attaccarono agli steli delle rose con del succo di tasso.
    Fu un lavoro faticoso per le piccole fate,
    ma ne valse la pena:Quando la sera i troll cercarono di scuotere i gambi per far cadere le fate dai fiori,si punsero le manine,scapparono via gridando e da quel giorno lasciarono in pace le fate.

    E Da allora le Rose hanno le spine,e talvolta fra i petali puoi ancora trovare una piccola fata.In questo caso lasciala dormire tranquilla.


    Paul Eitner
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    E' il momento di andare

  12. #12
    psicologicamente violento L'avatar di Insolente
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    Carinissimi questi racconti
    QUADRIGLIA - Pesce a quattro pinne; si distingue dalla triglia che ne ha tre, dalla biglia che ne ha due e dalla maniglia che ne ha una.

  13. #13
    ........
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    Citazione Originariamente Scritto da Insolente
    Carinissimi questi racconti
    Mi affascinano tantissimo Le storie sulle fate.........
    E' il momento di andare

  14. #14
    [LEFT][COLOR=black]Una favola che mi
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    [RIGHT][I]L'ironia

  15. #15
    L'avatar di Stefi
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