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Discussione: L'apostolo Pietro era mai stato a Roma?

  1. #1
    Opinionista L'avatar di andreric
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    L'apostolo Pietro era mai stato a Roma?

    Roma � menzionata in nove versetti delle Sacre Scritture, nessuno dei quali dice che Pietro si trovasse l�. Primo Pietro 5:13 indica che egli era a Babilonia. Questo era forse un riferimento allusivo a Roma? Che egli si trovasse a Babilonia era coerente con l�incarico affidatogli di predicare ai giudei (come indicato in Galati 2:9), dal momento che Babilonia ospitava una folta comunit� ebraica. L�Encyclopaedia Judaica (Gerusalemme, 1971, Vol.*15, col.*755), parlando della stesura del Talmud babilonese, menziona le �grandi accademie [del giudaismo] a Babilonia� durante l��ra volgare.
    Qualcuno mi pu� spiegare come mai la chiesa ha edificato una grande cattedrale e stato a Pietro se non era mai stato l�? ciao Riccardo

  2. #2
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    Mi pare elementare, era il potere imperiale di roma che ha dato enfasi a quella religione mediorientale di limitato rilievo.
    Va da se che la sede legale se la sceglie l'azionista di maggioranza, poi se pietro sia stato a roma � secondario, se serve all'impero ce lo porti e se pietro non esiste lo crei, sono le prerogative divertenti del potere vero, quello che puote ci� che li si vole.

    Comunque non so se ci sono storie archeologiche collaterali che ci dicono la storia delle comunit� cristiane a roma e dei personaggi che vi gravitavano al contorno.

    Le indagini archeologiche sono simili a quelle giudiziaria, servono prove probanti e riconosciute.
    Pure pompei sembrava una citt� leggendaria e servirono diverse prove probanti a che qualcuno ci mettesse i decamilardi di allora per iniziare gli scavi che fortunatamente trovarono delle conferme e alimentarono economicamente la ricerca.
    La fede non produce certi effetti, per fede credi, non scavi.

  3. #3
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Che Pietro non sia mai stato a Roma, nemmeno da turista, lo ignorano solo i cattolici. La leggenda che sia stato martirizzato l� risale al III-IV secolo. Gi� Voltaire ironozzava sul fatto che, siccome � scritto che era a Babilonia, era ovvio che si trovava a Roma, cosiccome se fosse stato scritto che si trovava a Cartagine, si sarebbe sicuramente concluso che si trovava a Parigi. Ignoro che cosa racconti il buon cattolico del pazzo furioso Paolo, ma resta il fatto che anche di lui si perdono le tracce e non si sa che fine abbia fatto. Io spero con tutto il cuore che gli abbiano dato tutte le legnate che merita.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  4. #4
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    Qua la pensano diversamente e non mi sembra letteratura cattolica.

    Soggiorno e morte di Pietro a Roma

    Il fondamento su cui poggia la tradizione romana relativa a Pietro � costituita da tre testimonianze di fonti, cronologicamente vicine tra loro, che prese insieme acquistano un tale peso da equivalere praticamente ad una certezza storica. La prima testimonianza � d'origine romana e si trova nell'epistola che Clemente scrive a Corinto a nome della propria comunit�. In essa Clemente viene a parlare di avvenimenti del recente passato in cui dei cristiani �per gelosia ed invidia� furono perseguitati e lottarono fino alla morte. Tra loro emergono Pietro e Paolo; �Pietro, che per un'iniqua gelosia dovette sopportare non uno o due, ma molti travagli e, resa cos� testimonianza, raggiunse il posto a lui dovuto nella gloria� (7). Con lui sub� il martirio un gran numero di cristiani, tra cui anche delle donne che furono mandate a morte travestite da Danaidi e da Dirci. � questa un'allusione alla persecuzione dei cristiani sotto l'imperatore Nerone, di cui si parler� in seguito (8), che permette di porre la morte di Pietro in questo contesto e di fissarla cronologicamente alla met� del sesto decennio del secolo. Sul modo e il luogo dell'esecuzione, Clemente non fornisce alcun dato; il suo silenzio in materia presuppone evidentemente nei suoi lettori una conoscenza dei fatti, a lui stesso certo ben noti per conoscenza diretta, essendo avvenuti al suo tempo (nella sua generazione) e nel luogo stesso dove egli viveva.

    Il nucleo essenziale di questa testimonianza si ritrova in una lettera che circa vent'ann� pi� tardi giunge dall'oriente alla comunit� cristiana di Roma. In essa il vescovo della chiesa orientale pi� ricca di tradizione tra quelle provenienti dalla gentilit�, Ignazio d'Antiochia, che pi� di ogni altro poteva essere a conoscenza della sorte toccata ai due principi degli apostoli, prega i cristiani di Roma di non volerlo privare, con un intervento presso le autorit� pagane, di quel martirio al quale doveva andare incontro nella loro citt�. Egli commenta la sua richiesta con una frase piena di rispetto: �Non vi comando come Pietro e Paolo� (9). Questi due quindi avevano avuto un tempo con la comunit� romana dei rapporti che avevano dato loro una posizione autorevole; il che vuol dire che vi soggiornarono abbastanza a lungo come membri attivi della comunit� e non vi capitarono di passaggio, quasi visitatori occasionali. L'importanza di questa testimonianza sta nell'essere un'indiscutibile conferma proveniente dal lontano oriente cristiano della conoscenza che la chiesa romana aveva di un soggiorno di Pietro in mezzo ad essa.

    Vicino all'epistola ignaziana ai Romani � il terzo documento, il cui valore di testimonianza per il soggiorno e il martirio di Pietro a Roma, � stato di recente nuovamente sottolineato (10). La �Ascensio Isaiae� (4,2s.), la cui rielaborazione cristiana va posta intorno all'anno 100 (11), esprime in stile profetico l'annuncio che l'opera dei dodici apostoli sar� perseguitata da Beliar, uccisore della propria madre (Nerone), e che uno dei dodici cadr� nelle sue mani. Questa dichiarazione profetica viene chiarita da un frammento dell'Apocalisse di Pietro, che va ugualmente assegnata al principio del II sec., in cui si dice: �Ecco, a te, Pietro, ho rivelato ed esposto, tutto. Va quindi nella citt� della fornicazione e bevi il calice che ti ho annunciato (12). Questo testo composito, che si dimostra a conoscenza del martirio di Pietro a Roma sotto Nerone, conferma e sottolinea considerevolmente l'attendibilit� della tradizione romana. A queste tre testimonianze fondamentali vanno ancora aggiunti altri due accenni che completano il quadro della tradizione romana riguardo a Pietro. Il redattore del capitolo finale del Vangelo di san Giovanni allude chiaramente al martirio di Pietro e sa chiaramente della sua crocifissione (Gv 21, 18s.), ma tace sul luogo del suo martirio. Si fa viceversa cenno a Roma, come luogo di residenza di Pietro, negli ultimi versi della sua prima epistola, che afferma esser scritta da �Babilonia�, e sotto questa designazione va intesa primariamente Roma, essendo ci� corroborato dall'identificazione Roma-Babilonia nell'�Apocalisse� di san Giovanni (14,8; 16ss.) e nella letteratura giudaica apocalittica e rabbinica (13).

    La tradizione romana di Pietro non fu mai incrinata nel corso del II sec. ed � abbondantemente comprovata da testimonianze provenienti dalle zone pi� disparate di diffusione del cristianesimo, come ad esempio per l'oriente dal vescovo Dionigi di Corinto (�Euseb. HE�, 2,25,8), per l'occidente da Ireneo di Lione (�Adv. haer.� 3,1-3), per l'Africa da Tertulliano (�Praescr. haer.� 36,3). Ben pi� importante � il fatto che questa tradizione non sia rivendicata da nessun'altra chiesa cristiana, n� contestata o messa in dubbio da una qualsiasi voce del tempo. Questa assenza quasi sorprendente di una qualche tradizione in concorrenza va senza dubbio valutata come un fattore decisivo nel vaglio critico della tradizione romana (Cos� in accordo con H. Lietzmann, �Petrus und Paulus in Rom�, Berlino 1927, nuovamente in Th. Klauser; M. Nardelli, �Pietro e Paolo apostoli a Roma�, Brescia 1967).
    http://www.storialibera.it/epoca_ant...icolo.php?id=6

    Mo servirebbe uno storico che verifichi l'attendibilit� delle fonti e del metodo

  5. #5
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    C'� pure questo

    Tomba di San Pietro in Vaticano: storia della scoperta

    Numerose sono le fonti scritte, dirette e indirette, che ci hanno tramandato la venuta di Pietro a Roma per predicare la parola di Cristo. Ad esempio, uno scritto anonimo in lingua greca chiamato Apocalisse di Pietro, datato alla met� del I secolo d.C., tramanda il martirio dell�Apostolo nel circo di Nerone (1). Poco tempo dopo troviamo una lettera scritta negli ultimi anni del I secolo d.C. da san Clemente Romano alla comunit� cristiana di Corinto che ricorda lo stesso tipo di martirio subito da Pietro e Paolo assieme �ad una grande moltitudine di eletti� (2).

    La tomba di Pietro

    Il Circo, di cui ci parlano le suddette fonti, era il monumento principale degli Hortis Neronis ed era posto sui declivi del colle Vaticano. Venne iniziato da Caligola e terminato da Nerone. Era al centro di questo monumento che si trovava l�obelisco fatto portare dall�Egitto e che poi, nel 1586, per ordine di Sisto V, venne trasferito in Piazza San Pietro, dove lo vediamo ancora oggi. Nell�area adiacente al circo vi era poi tutta una serie di tombe, alcune pi� ricche, altre pi� modeste, tra le quali dovette esserci anche la tomba di Pietro. Fu il luogo in cui i Cristiani, accusati di essere i responsabili del grande incendio che distrusse Roma nel 64, furono vittime degli spettacoli organizzati dallo stesso imperatore e per superare il tragico momento si raccolsero attorno agli Apostoli Pietro e Paolo. Sono sempre le fonti che ci informano che, dopo aver subito il martirio, l�Apostolo Pietro venne sepolto sul vicino colle Vaticano (3).

    Nella Historia Ecclesiastica Eusebio (4) ci racconta che a Roma un eretico di nome Proclo si vantava delle famose tombe apostoliche a Ierapoli, in Asia Minore, e che un romano fedele di nome Gaio lo confut� dicendogli che a Roma esistevano in Vaticano e sulla via Ostiense i �trofei� (intesi nel senso di �tombe�) di Pietro e Paolo. Lo stesso autore nella Teophania, scritto nel 333, descrive il meraviglioso sepolcro di Pietro davanti alla citt� al quale giungono per pregare numerosi fedeli cristiani. Negli Atti apocrifi degli apostoli il senatore Marcello (5), amico di Pietro, scrive che l�apostolo fu sepolto nel luogo chiamato Vaticano presso la Naumachia, ovvero, presso quel luogo dove avvenivano gli spettacoli di combattimento navale.

    Quando Costantino, all�inizio del IV secolo, edific� l�antica basilica di San Pietro, scelse il terreno sul quale sorgeva una necropoli, posta sul colle Vaticano, nella quale si trovavano numerose tombe e mausolei della comunit� romana dei primi secoli successivi alla nascita di Cristo. I costruttori del nuovo edificio livellarono le monumentali tombe fino alla quota prevista per l�impostazione della struttura e la piana che ne consegu� venne in seguito chiamata platea Sancti Petri.

    Col tempo altri monumenti sempre pi� imponenti e preziosi sostituirono la basilica costantiniana ma la tradizione vuole che la tomba dell�Apostolo fosse sempre presente esattamente sotto tutti gli altari che si susseguirono nei secoli. Rimase solo tradizione fino alla met� circa del secolo scorso quando l�allora papa Pio XII decise di instaurare un team di studiosi alla ricerca delle reliquie di Pietro nei termini di cui si parler� poco pi� avanti.

    Margherita Guarducci, la scopritrice

    Una delle principali protagoniste di questa importantissima scoperta dell�archeologia cristiana fu la professoressa Margherita Guarducci (Firenze, 20 dicembre 1902 � Roma, 2 settembre 1999), una delle pi� illustri epigrafiste a livello internazionale. Fu docente di Epigrafia e di Antichit� Greche presso �La Sapienza� Universit� di Roma e alla Scuola Nazionale di Archeologia di Roma. Dal 1956 divenne socia corrispondente dell�Accademia Nazionale dei Lincei e nel 1969 membro della Pontificia Accademia Romana di Archeologia.

    Nel corso della sua carriera ottenne due lauree Honoris Causa, una
    http://www.antika.it/007871_tomba-di...-scoperta.html

  6. #6
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    Tomba di San Pietro in Vaticano: storia della scoperta

    Numerose sono le fonti scritte, dirette e indirette, che ci hanno tramandato la venuta di Pietro a Roma per predicare la parola di Cristo. Ad esempio, uno scritto anonimo in lingua greca chiamato Apocalisse di Pietro, datato alla met� del I secolo d.C., tramanda il martirio dell�Apostolo nel circo di Nerone (1). Poco tempo dopo troviamo una lettera scritta negli ultimi anni del I secolo d.C. da san Clemente Romano alla comunit� cristiana di Corinto che ricorda lo stesso tipo di martirio subito da Pietro e Paolo assieme �ad una grande moltitudine di eletti� (2).

    La tomba di Pietro

    Il Circo, di cui ci parlano le suddette fonti, era il monumento principale degli Hortis Neronis ed era posto sui declivi del colle Vaticano. Venne iniziato da Caligola e terminato da Nerone. Era al centro di questo monumento che si trovava l�obelisco fatto portare dall�Egitto e che poi, nel 1586, per ordine di Sisto V, venne trasferito in Piazza San Pietro, dove lo vediamo ancora oggi. Nell�area adiacente al circo vi era poi tutta una serie di tombe, alcune pi� ricche, altre pi� modeste, tra le quali dovette esserci anche la tomba di Pietro. Fu il luogo in cui i Cristiani, accusati di essere i responsabili del grande incendio che distrusse Roma nel 64, furono vittime degli spettacoli organizzati dallo stesso imperatore e per superare il tragico momento si raccolsero attorno agli Apostoli Pietro e Paolo. Sono sempre le fonti che ci informano che, dopo aver subito il martirio, l�Apostolo Pietro venne sepolto sul vicino colle Vaticano (3).

    Nella Historia Ecclesiastica Eusebio (4) ci racconta che a Roma un eretico di nome Proclo si vantava delle famose tombe apostoliche a Ierapoli, in Asia Minore, e che un romano fedele di nome Gaio lo confut� dicendogli che a Roma esistevano in Vaticano e sulla via Ostiense i �trofei� (intesi nel senso di �tombe�) di Pietro e Paolo. Lo stesso autore nella Teophania, scritto nel 333, descrive il meraviglioso sepolcro di Pietro davanti alla citt� al quale giungono per pregare numerosi fedeli cristiani. Negli Atti apocrifi degli apostoli il senatore Marcello (5), amico di Pietro, scrive che l�apostolo fu sepolto nel luogo chiamato Vaticano presso la Naumachia, ovvero, presso quel luogo dove avvenivano gli spettacoli di combattimento navale.

    Quando Costantino, all�inizio del IV secolo, edific� l�antica basilica di San Pietro, scelse il terreno sul quale sorgeva una necropoli, posta sul colle Vaticano, nella quale si trovavano numerose tombe e mausolei della comunit� romana dei primi secoli successivi alla nascita di Cristo. I costruttori del nuovo edificio livellarono le monumentali tombe fino alla quota prevista per l�impostazione della struttura e la piana che ne consegu� venne in seguito chiamata platea Sancti Petri.

    Col tempo altri monumenti sempre pi� imponenti e preziosi sostituirono la basilica costantiniana ma la tradizione vuole che la tomba dell�Apostolo fosse sempre presente esattamente sotto tutti gli altari che si susseguirono nei secoli. Rimase solo tradizione fino alla met� circa del secolo scorso quando l�allora papa Pio XII decise di instaurare un team di studiosi alla ricerca delle reliquie di Pietro nei termini di cui si parler� poco pi� avanti.

    Margherita Guarducci, la scopritrice

    Una delle principali protagoniste di questa importantissima scoperta dell�archeologia cristiana fu la professoressa Margherita Guarducci (Firenze, 20 dicembre 1902 � Roma, 2 settembre 1999), una delle pi� illustri epigrafiste a livello internazionale. Fu docente di Epigrafia e di Antichit� Greche presso �La Sapienza� Universit� di Roma e alla Scuola Nazionale di Archeologia di Roma. Dal 1956 divenne socia corrispondente dell�Accademia Nazionale dei Lincei e nel 1969 membro della Pontificia Accademia Romana di Archeologia.

    Nel corso della sua carriera ottenne due lauree Honoris Causa, una
    http://www.antika.it/007871_tomba-di...-scoperta.html
    La tradizione cattolica vuole che Pietro sia venuto una prima volta a Roma, sotto Claudio. Di tale viaggio non c�� traccia negli �Atti degli Apostoli� l�unica fonte pervenutaci, insieme alle Epistole di S.Paolo che abbia attendibilit� storica e che solitamente � ricca di dettagli.
    Negli �Atti�(12,17) invece si narra di come Pietro venne arrestato da Erode e poi liberato da un angelo.
    �Egli allora, fatto segno con la mano di tacere, narr� come il Signore lo aveva tratto fuori del carcere, e aggiunse: �Riferite questo a Giacomo e ai fratelli�. Poi usc� e s�incammin� verso un altro luogo�.
    Per far tornare i conti, ed usando una buona dose di fantasia, gli esegeti interpretano questo �altro luogo� come Roma. Il mese successivo Erode Agrippa, muore d�infarto:
    �Nel giorno fissato Erode, vestito del manto regale e seduto sul podio, tenne loro un discorso. Il popolo acclamava: �Parola di un dio e non di un uomo!�. Ma improvvisamente un angelo del Signore lo colp�, perch� non aveva dato gloria a Dio; e roso, dai vermi, spir� (Atti 12, 21).
    La storia, quella vera, ci dice che Erode Agrippa mor� qualche settimana dopo la Pasqua del 44. Quindi, a dar retta alla tradizione Pietro, senza mezzi, in meno di cinque anni avrebbe compiuto un viaggio lunghissimo e pericoloso (senza che ve ne fosse alcun motivo visto che aveva sempre combattuto l�idea di estendere ai Gentili la nuova dottrina ebraica di Ges�), avrebbe soggiornato a Roma durante l�imperium di Claudio per il tempo necessario a fondare la comunit� e sarebbe poi tornato a Gerusalemme nel 50, in tempo per partecipare al famoso concilio?

    Non solo: da un�attenta lettura dell�epistola ai Galati, Pietro risulterebbe essere fra il 45 e il 48 ad Antiochia, dove si scontr� con Paolo:
    �11.Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perch� evidentemente aveva torto. 12. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominci� a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. 13. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasci� attirare nella loro ipocrisia. 14. Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verit� del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: �Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei�?

    Gli Atti, oltre a non parlare mai di una presenza di Pietro a Roma, ci mostrano Pietro come figura preminente nel gruppo giudaico � cristiano, ma sempre in posizione subalterna a Giacomo, il fratello di Ges�.

    Nel concilio citato, Pietro introduce la questione dell�accettazione dei Gentili nella comunit� dei cristiani senza che essi passino per la conversione all�ebraismo, sintetizzata e simboleggiata nella circoncisione, ma chi conclude e decide � Giacomo. Se Pietro fosse gi� stato riconosciuto come capo della nascente Chiesa, perch� il Concilio di Gerusalemme, pietra angolare di tutte le scelte che sarebbero state fatte da quel momento in avanti, venne convocato e presieduto da Giacomo e non da lui?
    La tradizione poi ci racconta che Pietro � ancora a Roma dopo il 55, dove morr� crocifisso a testa in gi� nel 64, durante la persecuzione neroniana.

    Contraddizioni ed incongruenze
    Che motivi avrebbe avuto Pietro di venire a Roma? Ebreo di umili origini e di credenze semplici, che mai avrebbe voluto contaminare le sue usanze e le sue tradizioni mischiandosi ai Gentili, aveva combattuto una battaglia lunga oltre 10 anni contro l�idea di Paolo (accettata poi obtorto collo), che intendeva dividere la sfera di evangelizzazione riservandosi i gentili, e lasciando al gruppo di Gerusalemme gli ebrei.

    Venire a Roma avrebbe per lui significato tradire le proprie convinzioni, la propria visione del messaggio di Ges� e - in fin dei conti - la propria fede.
    Ed ancora: mentre sappiamo tutto sulla geografia e la tempistica dei viaggi di Paolo, perch� non sappiamo nulla di quelli di Pietro? Ma soprattutto: conoscendo le difficolt� enormi incontrate da Paolo, cittadino romano, nel suo lungo e pericoloso viaggio verso Roma (oltretutto a spese del governo), ci domandiamo come un pescatore ebreo ignorante e semianalfabeta abbia potuto trovare i mezzi per affrontare ben due viaggi del genere.
    Stanti tali fatti, perch� gli Atti non menzionano neppure di sfuggita tali spostamenti di Pietro, di cui si parla diffusamente per oltre met� dell�opera?
    E, soprattutto, perch� Paolo nella sua �epistola ai Romani� del 58 (e in nessuna altra epistola) non nomina mai Pietro e una sua qualche attivit� a Roma?
    Infine, come mai nelle due epistole attribuitegli neppure Pietro fa alcun riferimento a Roma, ad ambienti romani, a personaggi o situazioni romane?

    Il silenzio delle fonti fino al 180 d.C.
    Non c�� nessuna testimonianza attendibile anteriore al 180 d.C. della presenza di Pietro a Roma ma, contestualmente � assordante il silenzio su tale presenza non solo da parte di Paolo, ma anche in testimoni come Giustino di Nablus, di cui abbiamo molti scritti e perfino gli atti del suo processo da parte romana, nel 168.
    Disponiamo invece solo di testimonianze di terza e quarta battuta come quelle dell�inizio del terzo secolo (Origene e Tertulliano) che poi esplodono dopo la rivoluzione di Costantino attraverso tutta la letteratura promossa da Eusebio di Cesarea al fine di fondare e dare organicit� ad una dottrina univoca.
    Chiunque legga le argomentazioni che la maggior parte dei teologi utilizzano per dimostrare che Pietro ha subito il martirio a Roma, si render� conto che essi citano come prova fonti del IV secolo: scritte da vescovi che erano CERTI di tale venuta, perch� (se proprio vogliamo accreditarli di buona fede) ne sentivano parlare come di cosa vera da oltre centotrenta anni!

    Margherita Guarducci:
    come Schliemann ed Evans �trov� quello che aveva deciso di trovare�

    Poich� da diversi secoli la cripta sottostante l�altare papale accoglieva le tombe dei papi scomparsi, Pio XII ordin� di risistemare l�area perch� vi si potesse accogliere il sarcofago di Pio XI.
    Gli scavi vennero affidati al professor Enrico Josi, ai gesuiti Antonio Ferrua ed Engelbert Kirschbaum, all�architetto Bruno Maria Apollonj Ghetti e furono svolti sotto la direzione di monsignor Ludwig Kaas. Appena si inizi� a scavare fu chiaro che ci si era imbattuti in una �piccola Pompei� ricca di sepolture e resti di antichi muri, un�antica necropoli che sorgeva a nord del circo di Nerone con grandi stanze coperte a volta, ornate con pregevoli pitture, decorazioni a stucco e talvolta mosaici.
    In particolare sotto l�altare della Confessione venne ritrovato un piccolo campo funebre per tombe interrate, delimitato su un lato da un muro dipinto di rosso, databile al II secolo, circondato da un muro di protezione di era costantiniana con iscrizioni graffite che invocano Cristo e Pietro, oltre ad una scritta dubbiosamente interpretata in �PETRUS ENI� (vedi foto in testa di pagina).

    L�annuncio
    �Nei sotterranei della Basilica Vaticana ci sono i fondamenti della nostra fede. La conclusione finale dei lavori e degli studi risponde un chiarissimo s�: la tomba del Principe degli apostoli � stata ritrovata�.
    Cos� papa Pio XII diede l�incauto annuncio, a conclusione del Giubileo del 1950, del riconoscimento della sepoltura di Pietro, di cui aveva ordinato le ricerche per soddisfare le volont� di Pio XI, che nel suo testamento aveva chiesto di essere sepolto �quanto pi� vicino fosse stato possibile alla Confessione di San Pietro�.
    Tuttavia ulteriori ricerche confermarono che la tomba per� era priva di resti umani. Si evit� di fare altra pubblicit� e sull�intera faccenda cal� il silenzio.
    Tre anni dopo l�illustre storica ed epigrafista cattolica Margherita Guarducci (nella foto) scese sotto l�altare papale a studiare i graffiti. �Mentre mi scervellavo � scriver� poi la Guarducci - per trovare una via dentro quella selva selvaggia, mi venne in mente che forse mi sarebbe stato utile sapere se qualche altra cosa fosse stata trovata nel sottostante loculo, oltre i piccoli resti descritti dagli scavatori nella relazione ufficiale�.
    Parlando col sampietrino Giovanni Segoni, costui confess� che dei resti umani erano stati trovati nel loculo da lui e Kaas (nel frattempo deceduto), ma erano stati asportati per poterli archiviare. In un magazzino della Reverenda Fabbrica della Basilica di San Pietro, dunque, la Guarducci rinvenne la cassa fatidica, opportunamente catalogata.
    Padre Ferrua, anche a nome degli altri tre protagonisti dello scavo, su pressante invito del sostituto mons. Giovanni Benelli, entr� in polemica con la Guarducci, facendo pervenire alla Segreteria di Stato un memoriale di 11 pagine in cui affermava ancora una volta che non s�era trovata alcuna reliquia di san Pietro.
    Tuttavia la Guarducci continu� a sostenere la sua tesi di fronte a Paolo VI, con una replica di ben 45 pagine. �La solita valanga di parole in mancanza di fatti precisi�, comment� Ferrua su �Civilt� Cattolica�.
    Paolo VI, per�, cosciente del potenziale scoop, dette ragione alla Guarducci.

    La contestata cassetta conteneva dunque le ossa di Pietro?
    La Guarducci era eccitata e convinta di aver trovato le reliquie dell�apostolo e le fece sottoporre ad esame antropologico che conferm� trattarsi dello scheletro di un uomo anziano (60/70 anni), avvezzo alla fatica fisica. Tali ossa risultavano essere sporche della terra del colle, e di frammenti dell�intonaco del muro rosso ed erano state avvolte, prima della deposizione, in un elegante panno di lana colorato di porpora e intessuto d�oro.
    Invece di pensare, come farebbe un normale uomo di scienza non accecato dall�appartenenza religiosa, che tutto quello che aveva dimostrato era che in quel punto era stato sepolto un ricco, anziano e robusto romano del II secolo, la Guarducci concluse che la scritta che �forse� recitava PETRUS ENI era la prova che quelle erano le ossa del giudeo del I secolo, apostolo di Ges�, e non forse che si trattasse di qualcuno che, magari per devozione ai vangeli, si fosse ugualmente chiamato Pietro.
    Quanto al fatto che i resti erano stati dimenticati, secondo la Guarducci si tratt� di una somma di strane coincidenze: lo scavo era avvenuto in condizioni difficili, c�era la guerra e la consegna del silenzio era molto forte. Della Guarducci il vicepresidente del Senato Domenico Contestabile ebbe a scrivere:
    �La professoressa Guarducci (non voglio metterne in discussione la buona fede) � una archeologa che ha grandi ed illustri precedenti, Schliemann ed Evans: trova quello che ha deciso di trovare�.
    Il 26 giugno 1968 Paolo VI, durante l�udienza pubblica nella Basilica Vaticana, con una certa impudenza, ma attento a perpetuare quel culto delle reliquie che tanti pellegrini ed offerte aveva portato in Vaticano da secoli, ebbe il coraggio di annunciare :
    �Nuove indagini pazientissime e accuratissime furono in seguito eseguite con risultato che noi, confortati dal giudizio di valenti e prudenti persone competenti, crediamo positivo: anche le reliquie di san Pietro sono state identificate in modo che possiamo ritenere convincente, e ne diamo lode a chi vi ha impiegato attentissimo studio e lunga e grande fatica. Non saranno esaurite con ci� le ricerche, le verifiche, le discussioni e le polemiche. Ma da parte nostra ci sembra doveroso, allo stato presente delle conclusioni archeologiche e scientifiche, dare a voi e alla Chiesa questo annuncio felice, obbligati come siamo a onorare le sacre reliquie, suffragate da una seria prova della loro autenticit� [...] e nel caso presente tanto pi� solleciti ed esultanti noi dobbiamo essere, quando abbiamo ragione di ritenere che siano stati rintracciati i pochi, ma sacrosanti, resti mortali del Principe degli apostoli�.
    Poi ordin� di sigillare nel loculo le ossa, chiuse in scatole di plexiglas insieme ad una iscrizione in cui si dice che quei resti �si pensa� siano dell�Apostolo Pietro.
    Oggi tali resti sono nuovamente visibili dai fedeli, che si accostano trepidanti e devoti come facevano 1.700 anni fa con le fasulle reliquie eleniane come i tre chiodi ed i frammenti della croce di Cristo.
    � singolare che ancora oggi, ignorando la dinamica dei fatti, ci siano un�infinit� di cattolici che sostengono come quei resti e quella sepoltura siano la prova del soggiorno di Pietro a Roma!!!


    La mitologia su Pietro
    Le numerose leggende sugli eventi relativi alla permanenza di San Pietro a Roma, come ad esempio quella di �S.Pietro in vinculis� o quelle sulla sfida di fronte a Nerone tra San Pietro e Simon Mago, nascono dopo il 400, quando la presenza di Pietro a Roma � ormai un fatto assodato e sono legate alla grande importanza delle reliquie per l�economia di quel periodo.

    Le leggende sulla sfida tra San Pietro e Simon Mago di fronte a Nerone nascono dopo il 400, quando la presenza di Pietro a Roma � ormai un fatto assodato e sono legate alla grande importanza che le reliquie rivestivano per l�economia di quel periodo.
    Quanto a Simon Mago, tutto ci� che abbiamo di lui � in Atti, 9-20: �V�era da tempo in citt� un tale di nome Simone, dedito alla magia, il quale mandava in visibilio la popolazione di Samar�a, spacciandosi per un gran personaggio. A lui aderivano tutti, piccoli e grandi, esclamando: �Questi � la potenza di Dio, quella che � chiamata Grande�. Gli davano ascolto, perch� per molto tempo li aveva fatti strabiliare con le sue magie�.
    Dopo aver ascoltato le prediche del diacono Filippo, Simone decise di farsi battezzare. Successivamente, per�, cerc� di comperare da san Pietro il potere di conferire, con la semplice imposizione delle mani, lo Spirito Santo, incorrendo nelle ire dell�Apostolo. Da questo antico tentativo di commercio di cose sacre deriva il termine di simonia.
    Ulteriori testimonianze sulla sua vita sono pura agiografia, in quanto derivano da tardi testi apocrifi come gli Atti di San Pietro (posteriori alla compilazione dell�elenco dei primi papi da parte di Egesippo e scritti intorno al 200 d.C. da un tal Leucio Carino, che si proclamava discepolo di Giovanni. In questi �Atti� si racconta anche la leggenda della crocefissione a testa in gi�.) o le Pseudo-clementine che lo vogliono a Roma sotto Claudio e Nerone.
    Qui ottenne fama e gloria, ma fu sfidato ad un confronto pubblico da San Pietro e san Paolo.
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  7. #7
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    Per valutare il tutto ci vuole appunto uno storico visto che quelli che portano la presenza a roma non sono preti e non si basano su precetti di fede e gli elementi materiali che espongono sono elencati.
    Quanto siano validi e probanti, inclusi quelli dell'antitesi, solo uno storico lo puo' valutate e senza nemmeno poyer dare allo stato dei fatti una certrzza materiale visto che anche analizzando il dna della tomba mancherebbe il termine di confronto.

  8. #8
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Molto molto bene Gatto, a questo giro
    Il Martirio di Pietro e quello di Paolo hanno certamente basi storiche rilevanti, oltre naturalmente a testimonianze e tradizioni tramandatesi nei secoli che, ovviamente, i non credenti e gli anticlericali di professione considerano solo carta straccia....
    amate i vostri nemici

  9. #9
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    Ci vuole uno storico per dire quale delle due tesi entrambe supportate ha maggiori probabilita' per fonti e metodo di attendibilita'.
    Che siano a favore non li rende validi perche' confermano la propria tesi che e' vera a priori quimdi li convalida.

    Quello che ho messo puo' essere opinabile e solo con la comparazione analitica con quello messo da pazza, utilizzando un adeguto metodo di valutazione, si arriva ad un risultato, ignoto prima di quel momento che puo' essere tutto.

  10. #10
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    Grazie comunque: Alcune fonti erano sconosciute anche a me.
    Ciao, ci sentiamo.
    amate i vostri nemici

  11. #11
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    E' bastato cercare pietro a roma e pigliare le prime due voci non coinvolte negli interessi.
    Ci si rende conto che i movimenti di un tizio di 2000 anni fa sono difficilmente tracciabili visto che di suo non lascia niente se non qualche voce che accenna qualcosa

  12. #12
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    Condannato alla stessa pena capitale del suo Maestro, non se ne ritenne degno. chiedendo di essere crocifisso a testa in gi�.....

    Sub� il carcere e miracolosamente liberato, lasci� Gerusalemme, dove la vita era diventata molto rischiosa a causa della persecuzione di Erode Antipa, intraprese vari viaggi, poi nell�anno 42 dell�era cristiana dopo essere stato ad Antiochia, giunse in Italia proseguendo fino a Roma �caput mundi�, centro dell�immenso Impero Romano, ne fu vescovo e primo papa per 25 anni, anche se interrotti da qualche viaggio apostolico.
    A causa dell�incendio di Roma dell�anno 644, di cui furono incolpati i cristiani, avvenne la prima persecuzione voluta da Nerone; fra le migliaia e migliaia di vittime vi fu anche Pietro il quale fin� nel carcere Mamertino e nel 67 (alcuni studiosi dicono nel 64), fu crocifisso sul colle Vaticano nel circo Neroniano, la tradizione antichissima fa risalire allo storico cristiano Origene, la prima notizia che Pietro fu crocifisso per sua volont�, con la testa in gi�; nello stesso anno s. Paolo veniva decollato sempre a Roma ma fuori le mura.
    Il corpo di Pietro venne sepolto a destra della via Cornelia, dove fu poi innalzata la Basilica Costantiniana.
    La grandezza di Pietro consiste principalmente nella dignit� di cui fu rivestito e che trascendendo la sua persona, si perpetua nell�istituzione del papato. Primo papa, Vicario di Cristo, capo visibile della Chiesa, egli � il capolista di una gerarchia che da venti secoli si avvicenda nella guida dei fedeli credenti.
    L�umile pescatore di Bethsaida, si trov� a guidare la nascente Chiesa, in un periodo cruciale per l�affermazione nel mondo pagano dei principi del Cristianesimo; istitu� il primo ordinamento ecclesiastico e la recita del �Pater noster�.
    Indisse il 1� Concilio di Gerusalemme, fu ispiratore del Vangelo di Marco, autore di due lettere apostoliche nonostante la sua scarsa cultura, nomin� apostolo il discepolo Mattia al posto del suicida Giuda Iscariota.
    Il primo simbolo che caratterizza la figura di Pietro e dei suoi successori � la �Cattedra�, segno della potest� di insegnare, confermare, guidare e governare il popolo cristiano, la �cattedra� � inserita nel grande capolavoro della �Gloria� del Bernini, che sovrasta l�altare maggiore in fondo alla Basilica Vaticana, a sua volta sovrastata dall�allegoria della colomba, raffigurante lo Spirito Santo che l�assiste e lo guida.

    http://www.santiebeati.it/dettaglio/20350
    amate i vostri nemici

  13. #13
    Opinionista L'avatar di Il gatto
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    Ci hanno fatto pure il film e se non sono dimostrazioni queste non lo � niente

  14. #14
    ????? ???????????? L'avatar di Pazza_di_Acerra
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    Te li vedi i Romani crocifiggere Pietro a testa in gi� solo perch� lo chiede lui? Ma per favore...
    semel in anno licet insanire, cotidie melius

  15. #15
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Anche i nazisti concessero a Padre Massimiliano Kolbe di morire al posto di un altro.....
    Anche il centurione romano sotto la Croce, afferma a un certo punto: "Davvero Questi era davvero il Figlio di Dio!"
    amate i vostri nemici

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