comunque, a prescindere dal merito della politica - che, come notano Acque e Bio, � quella che � in ragione dei poteri che vi presiedono - Renzi ha inaugurato una specie di rivoluzione che sembrava improcrastinabile, e cio� quella della contendibilit� del potere, a partire dall'interno degli schieramenti;
guardate che questa � una cosa assolutamente inedita in Italia nella misura in cui � riuscita a Renzi; aveva accennato a provarci Craxi nel'83, ma in un quadro che l'ha riassorbito immediatamente nella formula di sottogoverno del debito, il pentapartito;
il modulo del sottogoverno prevede la cooptazione dei leader per una successione guidata che, nella migliore delle ipotesi, avviene per esaurimento della leadership in carica; il fatto che le destre siano incapaci di esprimere un leader efficace e condiviso che soppianti Berlusconi � indicativo di quanto la prassi di cooptazione sia radicata;
la novit� di metodo di Renzi sta nel fatto di aver conteso la leadership contro le gerarchie del suo schieramento e di essersi affermato con un sostanziale consenso diffuso della maggioranza di quell'elettorato; e poi di avere anche vinto;
questa roba � destinata ad imprimersi come paradigma, in un modo che era stato aggirato dal finto bipolarismo dell'era berlusconiana;
certamente non perch� Renzi sia un genio o un uomo della Provvidenza, anche se � molto abile tatticamente;
come Berlusconi, anche Renzi � cerchiobottista e si espone poco a destra come a sinistra; solo che mentre l'ex-cavaliere era l� per conservare, Renzi ha un mandato ad innovare senza sbilanciarsi troppo nel merito;
dove si vada a parare si pu� intuire se pensiamo ad un campo di calcio dissestato, che Berlusconi conservava in quel modo, mentre Renzi deve ripianare le buche piantare l'erba;
il senso si capisce solo sapendo quali sono - o saranno in prospettiva - le squadre tecniche e da alta classifica, e quelle di zappe catenacciare che puntano allo 0-0 e gamba o palla in tribuna.