-
Gi� l�Aurora, levandosi a Titone
D�allato, abbandonava il croceo letto,
E ai Dei portava, ed ai mortali il giorno;
E gi� tutti a concilio i Dei beati
Sedean con Giove altitonante in mezzo,5
Cui di possanza cede ogni altro Nume.
Memore Palla dell�egregio Ulisse,
Che mal suo grado appo la ninfa scorge,
I molti ritesseane acerbi casi.
O Giove, disse, e voi tutti d�Olimpo10
Concittadini, che in eterno siete,
Spoglisi di giustizia, e di pietade,
E iniquitate, e crudelt� si vesta
D�ora innanzi ogni Re, quando l�imago
D�Ulisse pi� non vive in un sol core15
Di quella gente, ch�ei reggea da padre.
Ei nell�isola intanto, ove Calipso
In cave grotte ripugnante il tiene,
[p. 128 modifica]
Giorni oz�osi, e travagliosi mena;
E del tornare alla sua patria � nulla,20
Poich� navi non ha, non ha compagni,
Che il carreggin del mar su l�ampio tergo.
Che pi�? Il figliuol, che all�arenosa Pilo
Mosse, ed a Sparta, onde saver di lui,
Tor di vita si brama al suo ritorno.25
Figlia, qual ti sentii fuggir parola
Dal recinto de� denti? a lei rispose
L�adunator di nubi Olimpio Giove.
Tu stessa in te non divisavi, come
Rieda Ulisse alla patria, e di que� tristi30
Vendetta faccia? In Itaca il figliuolo
Per opra tua, chi tel contende? salvo
Rientri, e l�onde navigate indarno
Rinavighi de� Proci il reo naviglio.
ODISSEA CAP. 5
Permessi di Scrittura
- Tu non puoi inviare nuove discussioni
- Tu non puoi inviare risposte
- Tu non puoi inviare allegati
- Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
-
Regole del Forum