Il caso pi� vistoso di riduzione del superman all'everyman lo abbiamo in Italia nella figura di Mike Bongiorno e nella storia della sua fortuna.
Idolatrato da milioni di persone, quest'uomo deve il suo successo al fatto che in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui d� vita davanti alle telecamere traspare una mediocrit� assoluta unita (questa � l'unica virt� che egli possiede in grado eccedente) ad un fascino immediato e spontaneo spiegabile col fatto che in lui non si avverte nessuna costruzione o finzione scenica: sembra quasi che egli si venda per quello che � e che quello che � sia tale da non porre in stato di inferiorit� nessuno spettatore, neppure il pi� sprovveduto. Lo spettatore vede glorificato e insignito ufficialmente di autorit� nazionale il ritratto dei propri limiti.
Per capire questo straordinario potere di Mike Bongiorno occorrer� procedere a una analisi dei suoi comportamenti, ad una vera e propria "Fenomenologia di Mike Bongiorno", dove, si intende, con questo nome � indicato non l'uomo, ma il personaggio.
Mike Bongiorno non � particolarmente bello, atletico, coraggioso, intelligente. Rappresenta, biologicamente parlando, un grado modesto di adattamento all'ambiente. L'amore isterico tributatogli dalle teen ager va attribuito in parte al complesso materno che egli � capace di risvegliare in una giovinetta, in parte alla prospettiva che egli lascia intravvedere di un amante ideale, sottomesso e fragile, dolce e cortese.
Mike Bongiorno non si vergogna di essere ignorante e non prova il bisogno di istruirsi. Entra a contatto con le pi� vertiginose zone dello scibile e ne esce vergine e intatto, confortando le altrui naturali tendenze all'apatia e alla pigrizia mentale. Pone gran cura nel non impressionare lo spettatore, non solo mostrandosi all'oscuro dei fatti, ma altres� decisamente intenzionato a non apprendere nulla.
In compenso Mike Bongiorno dimostra sincera e primitiva ammirazione per colui che sa. Di costui pone tuttavia in luce le qualit� di applicazione manuale, la memoria, la metodologia ovvia ed elementare: si diventa colti leggendo molti libri e ritenendo quello che dicono. Non lo sfiora minimamente il sospetto di una funzione critica e creativa della cultura. Di essa ha un criterio meramente quantitativo. In tal senso (occorrendo, per essere colto, aver letto per molti anni molti libri) � naturale che l'uomo non predestinato rinunci a ogni tentativo.
Mike Bongiorno professa una stima e una fiducia illimitata verso l'esperto; un professore � un dotto; rappresenta la cultura autorizzata. � il tecnico del ramo. Gli si demanda la questione, per competenza.
L'ammirazione per la cultura tuttavia sopraggiunge quando, in base alla cultura, si viene a guadagnar denaro. Allora si scopre che la cultura serve a qualcosa. L'uomo mediocre rifiuta di imparare ma si propone di far studiare il figlio.
Mike Bongiorno ha una nozione piccolo borghese del denaro e del suo valore (�Pensi, ha guadagnato gi� centomila lire: � una bella sommetta!�).
Mike Bongiorno anticipa quindi, sul concorrente, le impietose riflessioni che lo spettatore sar� portato a fare: �Chiss� come sar� contento di tutti quei soldi, lei che � sempre vissuto con uno stipendio modesto! Ha mai avuto tanti soldi cos� tra le mani?�.
Mike Bongiorno, come i bambini, conosce le persone per categorie e le appella con comica deferenza (il bambino dice: �Scusi, signora guardia...�) usando tuttavia sempre la qualifica pi� volgare e corrente, spesso dispregiativa: �Signor spazzino, signor contadino�.
Mike Bongiorno accetta tutti i miti della societ� in cui vive: alla signora Balbiano d'Aramengo bacia la mano e dice che lo fa perch� si tratta di una contessa (sic).
Oltre ai miti accetta della societ� le convenzioni. � paterno e condiscendente con gli umili, deferente con le persone socialmente qualificate.
Elargendo denaro, � istintivamente portato a pensare, senza esprimerlo chiaramente, pi� in termini di elemosina che di guadagno. Mostra di credere che, nella dialettica delle classi, l'unico mezzo di ascesa sia rappresentato dalla provvidenza (che pu� occasionalmente assumere il volto della Televisione).
Mike Bongiorno parla un basic italian. Il suo discorso realizza il massimo di semplicit�. Abolisce i congiuntivi, le proposizioni subordinate, riesce quasi a tendere invisibile la dimensione sintassi. Evita i pronomi, ripetendo sempre per esteso il soggetto, impiega un numero stragrande di punti fermi. Non si avventura mai in incisi o parentesi, non usa espressioni ellittiche, non allude, utilizza solo metafore ormai assorbite dal lessico comune. Il suo linguaggio � rigorosamente referenziale e farebbe la gioia di un neopositivista. Non � necessario fare alcuno sforzo per capirlo. Qualsiasi spettatore avverte che, all'occasione, egli potrebbe essere pi� facondo di lui.
Non accetta l'idea che a una domanda possa esserci pi� di una risposta. Guarda con sospetto alle varianti. Nabucco e Nabuccodonosor non sono la stessa cosa; egli reagisce di fronte ai dati come un cervello elettronico, perch� � fermamente convinto che A � uguale ad A e che tertium non datur. Aristotelico per difetto, la sua pedagogia � di conseguenza conservatrice, paternalistica, immobilistica.
Mike Bongiorno � privo di senso dell'umorismo. Ride perch� � contento della realt�, non perch� sia capace di deformare la realt�. Gli sfugge la natura del paradosso; come gli viene proposto, lo ripete con aria divertita e scuote il capo, sottintendendo che l'interlocutore sia simpaticamente anormale; rifiuta di sospettare che dietro il paradosso si nasconda una verit�, comunque non lo considera come veicolo autorizzato di opinione.
Evita la polemica, anche su argomenti leciti. Non manca di informarsi sulle stranezze dello scibile (una nuova corrente di pittura, una disciplina astrusa... �Mi dica un po', si fa tanto parlare oggi di questo futurismo. Ma cos'� di preciso questo futurismo?�). Ricevuta la spiegazione non tenta di approfondire la questione, ma lascia avvertire anzi il suo educato dissenso di benpensante. Rispetta comunque l'opinione dell'altro, non per proposito ideologico, ma per disinteresse.
Di tutte le domande possibili su di un argomento sceglie quella che verrebbe per prima in mente a chiunque e che una met� degli spettatori scarterebbe subito perch� troppo banale: �Cosa vuol rappresentare quel quadro?�. �Come mai si � scelto un hobby cos� diverso dal suo lavoro?�. �Com'� che viene in mente di occuparsi di filosofia?�.
Porta i clich�s alle estreme conseguenze. Una ragazza educata dalle suore � virtuosa, una ragazza con le calze colorate e la coda di cavallo � "bruciata". Chiede
alla prima se lei, che � una ragazza cos� per bene, desidererebbe di*ventare come l'altra; fattogli notare che la contrapposizione � offensiva, consola la seconda ragazza mettendo in risalto la sua superiorit� fisica e umiliando l'educanda. In questo vertiginoso gioco di gaffes non tenta neppure di usare perifrasi: la perifrasi � gi� una agudeza, e le agudezas ap*partengono a un ciclo vichiano cui Bongiorno � estraneo. Per lui, lo si � detto, ogni cosa ha un nome e uno solo, l'artificio retorico � una sofisticazione. In fondo la gaffe nasce sempre da un atto di sincerit� non mascherata; quando la sincerit� � voluta non si ha gaffe ma sfida e provo*cazione; la gaffe (in cui Bongiorno eccelle, a detta dei critici e del pubblico) nasce proprio quando si � sinceri per sbaglio e per sconsideratezza. Quanto pi� � mediocre, l'uomo mediocre � maldestro. Mike Bongiorno lo conforta portando la gaffe a dignit� di figura retorica, nell'ambito di una etichetta omologata dall'ente trasmittente e dalla nazione in ascolto.
Mike Bongiorno gioisce sinceramente col vincitore perch� onora il successo. Cortesemente disinteressato al perdente, si commuove se questi versa in gravi condizioni e si fa promotore di una gara di beneficenza, finita la quale si manifesta pago e ne convince il pubblico; indi trasvola ad altre cure confortato sull'esistenza del migliore dei mondi possibili. Egli ignora la dimensione tragica della vita.
Mike Bongiorno convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrit�. Non provoca complessi di inferiorit� pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perch� chiunque si trova gi� al suo livello.
Nessuna religione � mai stata cos� indulgente coi suoi fedeli. In lui si annulla la tensione tra essere e dover essere. Egli dice ai suoi adoratori: voi siete Dio, restate immoti.