Non necessariamente la paura � determinata da un trauma. Ci sono persone che preferiscono una piatta routine ad un cambiamento che possa sconvolgerla. E' una questione di indole. E non solo a livello sentimentale.
Non necessariamente la paura � determinata da un trauma. Ci sono persone che preferiscono una piatta routine ad un cambiamento che possa sconvolgerla. E' una questione di indole. E non solo a livello sentimentale.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
Ci sono persone che hanno bisogni affettivi ed emotivi minori. C'� il basilico, che ha bisogno di tanta acqua, ed il cactus, cui va bene qualche goccia al mese. Se arrivi a soffrire moralmente, cambi. Se nonostante la sofferenza non riesci a prendere una decisione, il trauma c'� eccome.
Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
(George Bernard Shaw)
la paura che inibisce il soddisfacimento di un bisogno affonda sempre le radici in un trauma, anche se non lo vedi; ;
siamo talmente abituati a considerare la nevrosi come normalit� che nemmeno pi� ci rendiamo conto di fronte all'infelicit� del rattrappimento vitale, che declassiamo a vizio dell'indole; anche perch� illude di esserne immuni.
c'� del lardo in Garfagnana
Mah, io non ne sono affatto convinta. Ne vedo di persone che pur di non cambiare la propria routine si accontentano. I traumi qui non ci sono, � semplicemente mancanza di coraggio. Oppure ancor pi� semplicemente, si preferisce tenersi stretto il certo monotono che un affascinante incerto.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Ci son casi e casi, credo sia limitante e riduttivo generalizzare.
Sembra banale ma tant�. Avete tutti ragione, state classificando diversi tipi di relazioni e situazioni.
C'� chi si rende conto ma non � ancora esploso, chi fa finta di non rendersi conto e chi non si rende proprio conto e si adegua.
L'indole pigra esiste eccome. Ho esempi molto validi di persone che si accontentano nelle relazioni cos� come nella vita.
Poca voglia di stimoli nuovi. Troppa fatica e si, anche paura.
Ma essa non � sempre causata da un trauma, o perlomeno, non uno personale.
A volte si ha paura di qualcosa non perch� abbiamo vissuto una brutta situazione in prima persona ma abbiamo sentito o visto altri vivere le conseguenze spiacevoli di determinate scelte o azioni.
Un po' come il timore di prendere l'aereo perch� 'si, sa mai che possa cadere'..
..Spes ultima Dea..
beh, quello non � davvero un obiettivo, perch� se si � innamorati si vive di presente; non � detto che la gratificazione immediata non sia fondata su valori stabili;
ma il mio appunto va letto anche nel caso speculare dell'abbandono e relative paure; c'� una percezione di insostenibilit� fisiologica che segnala la necessit� immediata, magari sotto forma dell'infatuazione per un terzo, anche effimero, come nel caso che ha descritto Dark;
a me � capitato di provare momenti di autentica angoscia in relazioni con persone meravigliose, quando le cose non andavano pi�; � proprio una sensazione fisica che richiede una strategia immediata di sopravvivenza; quando si accende quella spia, qualunque decisione che successivamente potremmo rielaborare come avventata, � in realt� giustificata come difesa del proprio sistema essenziale.
c'� del lardo in Garfagnana
le conosci cos� bene al punto da escludere insicurezze primarie, fondamentali ?
io non parlo di routine serene ma noiose; stiamo parlando di routine infelice, malata;
una persona che a 30 o 40 anni rinuncia consapevolmente ad una relazione appagante sta certamente male, ma molto; altro che comodit�...
c'� del lardo in Garfagnana
Dark, ma non pu� essere che si tratti di una probabile e probabilmente a qualcuno necessaria scopata?
Semplicemente.
Avevi detto che potevi dare un parere super partes, ma stai dando un giudizio morale.
Il coraggio a 'stu due non gli fa difetto: si sono addirittura reciprocamente contattati!
Pi� ci mettiamo di mezzo l'amore e meno capiamo delle relazioni e delle persone.
un po' di possibile, sennò soffoco.
G. Deleuze
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
o N�da...
una persona che ti appare inattiva sta comunque pensando ed elaborando strategie di adattamento o reazione alla sua condizione che, evidentemente in quel momento non offre immediate remunerazioni all'azione; altrimenti il desiderio avrebbe il sopravvento;
la definizione di pigrizia appartiene ad un rango concettuale inadeguato a descrivere efficacemente la condizione di una persona, ma utile per chi la proferisce in termini di presa di distanze (io non sono cos�).
c'� del lardo in Garfagnana
Esatto � quello che penso pure io. C'� semplicemente gente che si accontenta, a cui non interessa migliorare. Vuoi per mille motivi, ma non per forza perch� abbiano subito traumi. E' proprio una questione di indole, come tu dici.
Ad esempio io ricordo di essere fuggita da certe compagnie di persone perch� ogni giorno facevano sempre le stesse cose: ritrovo serale sempre al solito locale, chiacchierate, una birra, poi a casa. In un ripetersi infinito. A me andava bene qualche mese, poi scleravo perch� le routine mi stanno strette. Eppure c'� invece gente che ci sta bene, che ci si adegua. Che se gli proponi di fare qualcosa di nuovo o di diverso ti guarda storto. L'abitudine per molti � rassicurante.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Non so, mi sembra che tu abbia troppa fiducia nella presa di conscienza del prossimo.
Dall'osservazione dei microcosmi intorno a me mi pare pi� il contrario.
Gente che non si conosce e che non si vuole conoscere.
Un rincoglionimento misto ad assuefazione.
Per non parlare di dinamiche logistico-affettive (la casa, la famiglia, i figli, il giro amicizie etc. etc.), che il pi� delle volte non si ha la minima intenzione di toccare/spostare.
..Spes ultima Dea..
no, questo � quello che ti pu� comprensibilmente apparire dall'esterno, perch� inevitabilmente tendi a proiettare te stessa in quelle persone, e in circostanze che non puoi conoscere come loro; quindi hai una distorsione doppia della realt�;
del resto, considera: il cervello, che si sia intelligenti o stupidi, istruiti o analfabeti, non smette mai di elaborare; chi si trova in una situazione che deplori e non tollereresti e non la cambia, magari ci si trova bene; oppure, sta elaborando strategie per migliorarla, se ha speranza, o si sta adattando alla disperazione;
ma si tratta comunque di un'attivit�, che a te non appare;
pensa alle decine di migliaia di donne maltrattate in casa; non sono delle minus habens pigre; sono persone che cercano di sopravvivere e purtroppo finiscono spesso per adattarsi ai maltrattamenti; beh, lo stesso succede per infelicit� o miserie di tenore minore.
c'� del lardo in Garfagnana
Se a regime, passati i primi momenti di euforia, lo stare assieme fosse una semplice questione di costi e benefici, non si giustificherebbe la persistente procrastinazione di tante coppie giudicate male assortite non solo dall'esterno, ma perfino dai loro stessi componenti, laddove oltretutto non ci sono nemmeno figli di mezzo a complicare la questione.
Per conto mio casi del genere si possono spiegare col fatto che solo cos� ciascuno, vedendo gli endemici difetti dell'altro, pu� evitare di fare i conti coi propri. Un po' come le carte dei castelli, che se unite a coppie possono anche riuscire a trovare un precario equilibrio, ma in caso contrario cascano senza appello.
Si chiama "sindrome della rana bollita" e non riguarda solo rapporti di coppia arrivati alla frutta ma anche, pi� in generale, adattamenti a sistemi e paradigmi vari delle cui "inossidabili" verit� siamo bombardati ogni giorno, tanto che per quanto lo stato delle cose ci faccia schifo ci siamo affezionati come Linus alla sua coperta.