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Discussione: la voglia di lavorare

  1. #16
    abstract L'avatar di Yele
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    Le scelte non le patiscono solo loro, ma anche le loro famiglie.
    Comunque s� sul discorso dei parenti concordo, devono essere situazioni altamente irritanti. Anche io mi sono sentita rinfacciare la fortuna. Fortuna? Ho lavorato per 2 anni 12 ore al giorno a 400 euro al mese, tutte le domeniche, sempre l'ultima ad andare via... perch� la gavetta � durissima. E prima di riuscire ad avere uno stipendio degno di tale nome sono passati altri 3 anni. La fortuna non c'entra nulla, � farsi il culo che paga.
    Farsi il culo non sempre paga. Ma non fare niente, di sicuro non paga mai.
    Io penso che sia sbagliato accettare qualunque cosa, nel senso che lavorare solo per essere sfruttati � un vicolo cieco.
    Per� bisogna darsi un progetto e cercare di portarlo avanti.
    Io anni fa ho lasciato un lavoro a tempo indeterminato e ben pagato, che non mi piaceva, per avviarmi in un'altra direzione. Ho ricominciato da precaria, ho fatto anche due o 3 lavori nei periodi difficili e poi le cose si sono consolidate e sono migliorate.
    Oggi, secondo me, da un lato il mondo � diverso, ossia non ti presenta dei percorsi possibili di crescita come un tempo; dall'altro non c'� pi� la cultura del lavoro, dell'impegno, della progettazione di una traiettoria.
    In pi� tanti genitori compatiscono i figli e permettono loro di farsi mantenere... e questo � orrendo, perch� i genitori non sono eterni.

  2. #17
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Hai pienamente ragione Yele!!!
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  3. #18
    abstract L'avatar di Yele
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    Hai pienamente ragione Yele!!!
    Penso anche che uno degli aspetti del problema sia il fatto che la societ� occidentale ha visto decadere l'importanza delle dimensioni sociale e politica a favore di quella economica. Finch� � l'aspetto economico a predominare, avanza la polverizzazione del lavoro del singolo. Il grande business ha bisogno di lavoratori fragili, disuniti, privi di potere contrattuale, e lo stanno ottenendo.

  4. #19
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Penso anche che uno degli aspetti del problema sia il fatto che la societ� occidentale ha visto decadere l'importanza delle dimensioni sociale e politica a favore di quella economica. Finch� � l'aspetto economico a predominare, avanza la polverizzazione del lavoro del singolo. Il grande business ha bisogno di lavoratori fragili, disuniti, privi di potere contrattuale, e lo stanno ottenendo.
    *
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  5. #20
    Opinionista L'avatar di Escolzia
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    Lo so che c'� la crisi e che trovare un lavoro � difficilissimo, oggigiorno. Per� mi faccio anche delle domande su quanto la gente abbia effettivamente voglia di lavorare. E quanto incida questa svogliatezza sulla difficolt� di trovare lavoro. Lo dico analizzando alcuni casi di persone che conosco. Gli suggerisco proposte di lavoro (con il lavoro che faccio io, di qui passano parecchie segnalazioni), e iniziano a tirare fuori obiezioni: "Ma � lontano, come ci arrivo senza auto?" "No, fare consegne a domicilio no, che in inverno fa freddo e poi mi ammalo". "No, questo no, � un lavoro troppo pesante per me". E via di seguito. Ora, io dico. Se vuoi lavorare, ti adatti a fare qualsiasi cosa, anche il raccatta cacche di cane. O almeno, io l'ho sempre vista cos�.
    Voi cosa ne pensate? Avete notato pure voi questa tendenza, soprattutto tra i giovani?
    Concordo che trovare lavoro attualmente sia molto difficile: le opportunit� sono poche, e la richiesta tanta.
    Nel mio piccolo vedo persone che si rimboccano le maniche, accettando lavori poco retribuiti; ma quello che mi fa pi� tristezza � vedere che molti pur di lavorare accettano di stare in situazioni di lavoro nero. Non � una critica la mia perch� so bene che una persona deve pur mangiare e pagare le bollette, ma quello che mi chiedo se e quando si potr� uscire da questo limbo in cui le persone non hanno la possibilit� di fare progetti, a breve o lunga scadenza

  6. #21
    whatever.. L'avatar di Misterikx
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    Io anni fa ho lasciato un lavoro a tempo indeterminato e ben pagato, che non mi piaceva, per avviarmi in un'altra direzione. Ho ricominciato da precaria, ho fatto anche due o 3 lavori nei periodi difficili e poi le cose si sono consolidate e sono migliorate.
    idem
    ma moolti anni fa
    la gabbia o la libert� (di scelte) te la costruisci e gestisci con le tue stesse mani..
    lasciare un lavoro a tempo indeterminato e ben pagato denota gia una forte personalit� che non � da tutti
    " Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui

  7. #22
    Posh&Rebel L'avatar di efua
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    Io me lo terrei, sulla pagnotta sicura non ci penserei sopra.
    Poi farei in modo di abbellirlo questo terribile lavoro a tempo indeterminato.
    -Healthy body, clear mind, peaceful spirit-

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  8. #23
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Mah, oggigiorno non � che ci sia pi� tanta differenza tra un tempo indeterminato e un precario. Tanto ti lasciano comunque a casa come e quando vogliono, senza passare dal via. Io ho lasciato il tempo indeterminato dove ero sottopagata e senza possibilit� di crescita per il precariato pi� assoluto, e non tornerei mai indietro.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

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  9. #24
    Io gi� dopo gli esami di diploma, andai a fare il cameriere in una pizzeria. Avevo 18 anni, avevo voglia di guadagnare e rendermi un tantino indipendente. Da allora ho svolto molti lavori come quello di bracciante agricolo (ma solo come qualifica perch� non ho mai lavorato nei campi, piuttosto in una grande serra con sistemi computerizzati, dove il clima si generava automaticamente e in maniera diversa, a secondo del tipo di pianta d'arredamento si coltivava) portiere notturno, addetto al ricevimento d'albergo, informatore turistico, impiegato in un agenzia finanziaria (principiante per�), agente marittimo e ultimamente, anche agente immobiliare, prima di riprendere il lavoro di agente marittimo.

    Tutti bei lavori. Una cosa per� ricordo bene. Dopo aver fatto per alcuni anni il cameriere (anche in Germania, come sapete), ad un certo punto mi rifiutati di continuare a farlo perch� ero pienamente convinto che se avessi continuato con quel mestiere, alla fine non avrei pi� avuto chance di trovare altro. Cos� ricordo che pass� anche pi� di un anno prima di lavorare nuovamente. Nel frattempo mi iscrissi in un corso di programmatore di computer, giusto per non stare con le mani in mano e migliorare la mia professionalit�. Per carit� nulla da dire su questo nobilissimo mestiere, per� lo devi amare, perch� � molto sacrificante. Poi quando sei giovane, hai voglia pure di scoprire il mondo che c'� attorno, ma quando 6 giorni su 7 lavori 12 ore al giorno... il tuo mondo rimane circoscritto tra le mura del ristorante. Oggi che sono pi� grande ed ho girato un p�, probabilmente mi piacerebbe chiudermi a riccio in un locale mio ed accogliere gli ospiti, ma questo � fare il ristoratore, non il cameriere... � leggermente diverso.

    Mi dispiace per tutti i giovani laureati che faticano a trovare il lavoro per il quale hanno studiato e speso tanti soldi ed energie. Ma sono convinto che solo all'estero si investa sulla persona e quindi su chi ha studiato e dimostra talento... qui da noi si continua con il sistema delle raccomandazioni, delle segnalazioni, voto/lavoro di scambio.... figli di farmacisti che fanno i farmacisti, di avvocati, che fanno gli avvocati, di professori, che fanno i professori e persino di marescialli che a loro volta fanno marescialli (e ne ho visti tanti).

    La spinta dei genitori conta molto e forse per questo molti genitori tendono a proteggere il loro "cucciolo" finch� non trovi il lavoro adatto... si perch� c'� anche questa becera mentalit� che per l'onore della famiglia, mica il proprio figliolo pu� andare a fare lo spazzino, per dire (anche di questi ne ho visti diversi).
    Ultima modifica di bumble-bee; 12-11-2016 alle 10:43
    Bambol utente of the decade

  10. #25
    Sylvia L'avatar di SilviaR
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    Lo so che c'� la crisi e che trovare un lavoro � difficilissimo, oggigiorno. Per� mi faccio anche delle domande su quanto la gente abbia effettivamente voglia di lavorare. E quanto incida questa svogliatezza sulla difficolt� di trovare lavoro. Lo dico analizzando alcuni casi di persone che conosco. Gli suggerisco proposte di lavoro (con il lavoro che faccio io, di qui passano parecchie segnalazioni), e iniziano a tirare fuori obiezioni: "Ma � lontano, come ci arrivo senza auto?" "No, fare consegne a domicilio no, che in inverno fa freddo e poi mi ammalo". "No, questo no, � un lavoro troppo pesante per me". E via di seguito. Ora, io dico. Se vuoi lavorare, ti adatti a fare qualsiasi cosa, anche il raccatta cacche di cane. O almeno, io l'ho sempre vista cos�.
    Voi cosa ne pensate? Avete notato pure voi questa tendenza, soprattutto tra i giovani?
    Chi non ha un bisogno reale e non ha voglia di sacrificarsi trova le scuse pi� assurde per non lavorare.
    Al contrario c'� chi per bisogno lavora in nero e dalle mie parti � una regole non l'eccezione. Meno lavoro c'� e pi� � facile ricattare la gente.
    La colpa � dello Stato. Che mandino ispettori ovunque e agevolino le assunzioni per il datore di lavoro .
    Io sono il problema e io la soluzione
    "L'attesa del piacere � essa stessa il piacere" G.E.L

  11. #26
    Sylvia L'avatar di SilviaR
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    Farsi il culo non sempre paga. Ma non fare niente, di sicuro non paga mai.
    Io penso che sia sbagliato accettare qualunque cosa, nel senso che lavorare solo per essere sfruttati � un vicolo cieco.
    Per� bisogna darsi un progetto e cercare di portarlo avanti.
    Io anni fa ho lasciato un lavoro a tempo indeterminato e ben pagato, che non mi piaceva, per avviarmi in un'altra direzione. Ho ricominciato da precaria, ho fatto anche due o 3 lavori nei periodi difficili e poi le cose si sono consolidate e sono migliorate.
    Oggi, secondo me, da un lato il mondo � diverso, ossia non ti presenta dei percorsi possibili di crescita come un tempo; dall'altro non c'� pi� la cultura del lavoro, dell'impegno, della progettazione di una traiettoria.
    In pi� tanti genitori compatiscono i figli e permettono loro di farsi mantenere... e questo � orrendo, perch� i genitori non sono eterni.
    Hai scritto una cosa importantissima.
    Mia sorella laurea 110 e lode il lettere, non contenta, anche perch� non c'� nessuno sbocco lavorativo, cambia prospettiva e diventa promotore finanziario studiando economia e commercio. Neanche in questo campo trova qualcosa. Poi prova a lavorare in una scuola privata, per iniziare, ma c'� sempre quella raccomandata che le fa le scarpe, dopo tot prove, si � demoralizzata e ha smesso di cercare. Si accontenta di dare lezioni private.
    Sulla base di esempi come questo, i giovani si sono fatti l'idea che studiare non serve a nulla, perch� tanto non c'� lavoro, pertanto si risparmiano in termini di sacrifici e non hanno aspettative.
    Una generazione senza sogni e progetti, che si avvilisce e si ubriaca
    Io sono il problema e io la soluzione
    "L'attesa del piacere � essa stessa il piacere" G.E.L

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