Ho cercato invano il topic dei sogni, ma non so proprio dove sia finito. Se qualcuno lo scopre sposti pure l� questo post. Fatto sta che stanotte ne ho fatto uno che vale la pena di raccontare. L'unica persona riconoscibile a parte me era una mia ex collega, che per la sua conclamata inaffidabilit� mi sono tolto da un pezzo il piacere di frequentare. Non so proprio per quale motivo mi fossi lasciato trascinare da lei in questo posto, anche perch� non eravamo affatto soli, ma in un gruppo numeroso di uomini e donne, molti dei quali a me sconosciuti; a lei piace circondarsi di gente, quindi l'atmosfera si accordava col personaggio reale, e anche per questo sono sicuro che fosse proprio lei. Insomma ci siamo trovati davanti a una montagna con un ingresso alla base, era questo il luogo. Superato l'ingresso abbiamo realizzato che la montagna era cava all'interno, con un sentiero che s'inerpicava a spirale lungo i fianchi arrivando presumibilmente in cima; in pratica un bel connubio fra paradiso e inferno danteschi, il tutto illuminato da una fioca luce artificiale di non so quale genere. Il sentiero aveva dunque un lato appoggiato alla montagna, l'altro a volte andava direttamente nel vuoto, a volte aveva la protezione di pareti o gallerie. Avevamo appena iniziato la salita e gi� lei si atteggiava come un'amabile padrona di casa nell'intento di mettere a loro agio i propri ospiti; sapendo di avere addosso gli sguardi di tutti parlava ora di qua ora di l�, per non far torto a nessuno. Ogni secondo che passava ero sempre pi� pentito di aver accettato il suo invito, sicch� a un certo punto rallentai il passo lasciando a poco a poco passare davanti a me tutta l'allegra combriccola. Ormai avevo messo almeno una ventina di metri fra me e loro e nessuno ci aveva fatto caso, bene bene. Spostando lo sguardo lungo il fianco della montagna avevo intravisto una via parallela pi� bassa con delle piccole sponde da entrambi i lati; chiss� perch� mi ero convinto che fosse una scorciatoia e mi ci diressi. Questa via era lunga e curva come l'altro sentiero, ma per il resto aveva le caratteristiche di una vasca per il letame. Per� non si sentiva puzza e infatti non c'era letame, c'era fango, anche se per camminare dovevo portare le ginocchia quasi al petto. Tuttavia sembrava che il fondo sotto il fango fosse viscido e instabile, e in breve cominciai a udire di quando in quando orrendi sibili e muggiti, amplificati dall'eco delle pareti. Ebbi la netta impressione che il fondo fosse costituito da un enorme serpente, largo quanto la vasca e di lunghezza indefinita. Ma dato che ormai non era pi� agevole raggiungere l'altro sentiero, e non volevo n� tornare indietro n� farmi scoprire dagli altri di cui sentivo ancora le voci, per quanto mescolate a quelle di altri gruppi che si comportavano come se stessero facendo una scampagnata, udendo i soliti sibili e muggiti continuai ad andare avanti lungo quella specie di vasca, per quanta fatica e paura potessi avere. Dopo un paio di tornanti individuai un punto da cui potevo raggiungere facilmente quello che mi sembrava l'altro sentiero, ma non c'era traccia n� di schiamazzi n� di gruppi di gitanti.In ogni caso proseguii verso la cima, e di quando in quando mi imbattevo in qualche rado viandante a cui chiesi lumi a proposito di quella vasca, ma nessuno sembrava saperne nulla. Finalmente ne trovai uno, con in testa uno strano cappello a met� fra quello di uno gnomo e quello di mago Merlino, che mi disse: "Ormai siamo rimasti in pochi, qui non arrivano turisti. Il fondo della vasca � effettivamente la schiena di un serpente, e hai fatto bene a non lasciarti vincere dalla paura. I versi che hai sentito li hai provocati tu, perch� gli hai fatto sentire il tuo peso; ma non � cattivo, anzi ha tollerato la tua presenza. Se avesse voluto ti avrebbe rovesciato come un guanto, e se non ci fosse saresti sprofondato nel fango." Lo ringraziai e continuai a salire. Arrivato in cima non capivo se ci fosse un buco a cielo aperto o meno, perch� era notte; in ogni caso non si vedevano stelle. Ma percorso l'ultimo passo verso il punto pi� alto mi ritrovai di colpo all'ingresso da cui ero partito. Era notte, in effetti non c'erano stelle, e mi sentivo tranquillo e felice. Degli altri nessuna traccia, e non potevo sapere se fossero gi� arrivati e ripartiti prima di me, oppure se fossero stati inghiottiti da qualche trappola lungo il percorso principale. Ma il mio sospetto era questo, dato che molti erano partiti ma pochi erano arrivati fino alle zone pi� alte.