La bossi fini, piuttosto grezza e raffazzonata, prevedeva di dare al clandestino l'alternativa fra l'arresto e l'andarsene in altri lidi, senza considerare che, ad un ambiente variegato che perseguiva altri scopi, dava i mezzi giuridici per fare stare il clandestino sul territorio libero di circolare in attesa di un processo a di la da venire.
Tanto, se e' vero che c'e' l'obbligo dell'azione penale, non c'e' una regola sul quando trattarla, cosa che permetteva di tenere sine die la pratica sul fondo, secondo scuola di pensiero del giudice che trattava la pratica.
Questa errata valutazione dell'intero sistema ha fatto si che uno strumento che perseguiva uno scopo fosse trasformato in uno strumento che otteneva quello opposto.
E lo otteneva talmente bene che il governo contrario si e' ben guardato dal cambiarla potendolo fare.
Ne nulla osta fare una legge che dia ai titolari di posto di lavoro adeguato a mantenersi decorosamente un visto di permanenza, ricalcando la sanatoria di allora.
Cosa che va in carico alla maggioranza di governo.
Poi ci possono essere dei dubbi su quanti lavori neri emergano, ma questo e' un problema piu' generale visto che anche le tanto vantate assunzioni stabili sono andate a farsi benedire quando sono cessate le sovvenzioni di stato.
Ovvero allora c'era una congiuntura favorevole per cui del lavoro nero, spiacevole nelle mansioni, poteva essere fatto emergere a fronte di maggiori costi di impresa.
Oggi il lavoro nero potrebbe essere motivato in gran parte dalla possibilita' di sfruttamento della manodopera che non reggerebbe i costi aziendali di regolarizzazione.