Originariamente Scritto da
axeUgene
non è il mestiere mio...
comunque, che ci vuoi fare quando scappa il matto ?
se ti vuoi porre un problema sociale in termini razionali, devi pensare statisticamente al contesto generale su cui si appoggiano gli eventi-picco, come per gli incidenti stradali;
in una certa misura, puoi legiferare in modo deterrente per i casi di violenza privata e lesioni in generale, che sarebbe comunque una buona cosa; ma, come per gli spericolati abituali in strada o gli occasionali imprudenti, avrai sempre dei casi;
in strada, è utile l'esperienza per riconoscerli e riconoscere le circostanze in cui si attivano;
ma gli "incidenti" femminicidi si appoggiano su una piattaforma sociale di violenze molto più ampia, esattamente come in strada solo una parte minima dei comportamenti a rischio determina incidenti, o danni gravi;
il paradosso è che quasi più dei colpevoli, sarebbe utile la terapia delle vittime, perché sono quelle, senza loro colpa, a scegliersi un carnefice, a parte casi disgraziati di frequentazione appena iniziata;
il potenziale morboso di una persona il subconscio probabilmente lo avverte in pochi minuti, ma lo occulta alla coscienza se quella relazione configura una sfida confacente alle nevrosi di una persona; beninteso, solo una parte dei rapporti nevrotici è potenzialmente pericolosa;
il punto è che se due persone si frequentano intimamente - e per intimità intendo la convivenza, non il letto - per più di sei mesi vuol dire che i loro ruoli nevrotici sono compatibili; nella maggior parte dei casi, il potenziale di infelicità è distribuito tra i due in modo da non esplodere in un picco, e le violenze sono eventualmente somministrate a dosi non letali e in una reciprocità sostenibile;
la maggior parte delle donne che conosco abbastanza bene è relativamente serena, o solo moderatamente infelice, in misura fisiologica e accettabile, nel senso che probabilmente starebbe allo stesso modo in un'altra coppia, a prescindere dal partner; ma si tratta sempre di persone reattive e vigili, che non ho mai visto impelagate in situazioni rischiose;
al contrario, quelle poche reduci da partner sospetti, sono ritonfate su altri soggetti quantomeno "eccentrici";
penso sia una questione di autostima, sia per le vittime, sia per i carnefici; se la tua storia, educazione, ecc... te ne ha data poca, sono guai; pensi di valere poco, e ti accontenti di pochissimo, anche se ti avvelena;
per le nevrosi famigliari si può far poco; a scuola e dintorni, invece, si potrebbero studiare strategie mirate per sostenere l'autostima fin da piccoli, boicottare le odiose ideologie "gender", che non sono quelle arcobaleno tanto temute dalla "sentinelle", ma proprio quelle della famiglia tradizionale e dei ruoli stereotipati, da cui cominciano precocemente a generarsi sentimenti di inadeguatezza rispetto ad un modello;
certo, è poco probabile finché gli adulti "pubblici" sono privatamente essi stessi modelli di quella stortura; il loro messaggio sarebbe specularmente efficace quanto quello di quei noti paladini della famiglia tradizionale, tanto devoti da averne due o tre