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Discussione: Gesù e le donne.

  1. #346
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    E io ti do la testimonianza delle tavole d'oro affidate a Joseph Smith, dopo che erano state sepolte migliaia di anni prima:

    Finalmente arrivò il momento di ottenere le tavole, l’Urim e il Thummim e la corazza. Il 22 settembre 1827, dopo essermi recato come al solito alla fine di un altro anno al luogo ove erano depositate, lo stesso messaggero celeste me le affidò con questa ingiunzione: che ne sarei responsabile e che, se le avessi perdute per negligenza o incuria, sarei stato reciso, ma che se avessi fatto tutto il mio possibile per preservarle finché le avesse richieste, sarebbero state protette.
    Mi resi presto conto della ragione per cui avevo ricevuto ordini così severi per tenerle al sicuro e perché il messaggero aveva detto che quando avessi compiuto ciò che mi era richiesto, le avrebbe reclamate di nuovo. Non appena, infatti, fu conosciuto che erano in mio possesso, i tentativi più strenui furono fatti per strapparmele. Ogni stratagemma che poteva essere inventato a questo scopo fu messo in opera. La persecuzione divenne sempre più accanita e delle moltitudini erano costantemente in agguato per cercare di strapparmele di mano, se fosse stato possibile. Ma per la saggezza di Dio, esse rimasero sicure nelle mie mani finché ebbi compiuto con esse quanto mi fu richiesto. Allorché, secondo gli accordi, il messaggero venne a reclamarle, io gliele consegnai ed egli le ha in suo possesso fino a questo giorno, 2 maggio 1838.

    TESTIMONIANZA DEI TRE TESTIMONI

    Sia reso noto a tutte le nazioni, tribù, lingue e popoli a cui giungerà questa opera: Che noi, per la grazia di Dio Padre e del nostro Signore Gesù Cristo, abbiamo veduto le tavole che contengono questi annali, che sono una cronaca del popolo di Nefi ed anche dei Lamaniti, loro fratelli, ed anche del popolo di Giared, che venne dalla torre di cui si è parlato. E sappiamo pure che sono state tradotte per dono e potere di Dio, poiché la sua voce ce lo ha dichiarato; pertanto sappiamo con certezza che l’opera è autentica. Noi attestiamo pure che abbiamo viste le incisioni che sono sulle tavole, e ci sono state mostrate per il potere di Dio e non dell’uomo. E dichiariamo con parole sobrie che un angelo di Dio scese dal cielo e portò e pose dinanzi ai nostri occhi le tavole, perchè potessimo vederle con le loro incisioni, e sappiamo che è per la grazia di Dio Padre e del nostro Signore Gesù Cristo che noi vedemmo, e portiamo testimonianza che queste cose sono vere. Ed è prodigioso ai nostri occhi. Nondimeno la voce del Signore ci comandò di darne testimonianza, per cui, onde essere obbedienti ai comandamenti di Dio, portiamo testimonianza di queste cose. E sappiamo che, se siamo fedeli a Cristo, purificheremo le nostre vesti del sangue di tutti gli uomini e saremo trovati senza macchia dinanzi al seggio del giudizio di Cristo e dimoreremo eternamente con lui nei cieli. E gloria ne sia resa al Padre ed al Figliolo ed allo Spirito santo, che sono un solo Iddio. Amen.

    Oliver Cowdery
    David Whitmer
    Martin Harris


    TESTIMONIANZA DEGLI OTTO TESTIMONI

    Sia reso noto a tutte le tribù, nazioni, lingue e popoli a cui giungerà questa opera: Che Joseph Smith jun., traduttore di questa opera, ci ha mostrate le tavole di cui si è parlato, ed hanno l’apparenza d’oro; ed abbiamo tenuto con le nostre mani i fogli che detto Smith ha tradotti; e ne abbiamo veduto le incisioni, le quali tutte hanno l’apparenza di un’opera antica, di esecuzione assai speciale. E rendiamo testimonianza con parole sobrie che il detto Smith ce le ha mostrate, poiché le abbiamo vedute e soppesate, e sappiamo con certezza che il detto Smith ha ottenuto le tavole di cui abbiamo parlato. E diamo i nostri nomi al mondo per testimoniare ciò che abbiamo veduto. E non mentiamo, Dio ce ne sia testimone.

    Christian Whitmer Hiram Page
    Jacob Whitmer Joseph Smith senior
    Peter Whitmer junior Hyrum Smith
    John Whitmer Samuel H. Smith


    Perché queate tavole sono ignorate dagli studiosi? Vogliono toccarle con mano? Non sono sufficienti le testimonianze e i contenuti per credere? A me sì. A loro no. Ma a restare ignoranti sono loro, altro che competizione per arrivare alla verità! L'unica loro competizione è su chi getta più discredito sui libri di Dio. Ma le loro restano solo ipotesi, mentre i Vangeli parlano chiaro.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  2. #347
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    Qui veramente non viene assegnato a nessuna chiesa il carisma dell'interpretazione della parola rivelata.
    Viene solo detto che le profezie non sono soggette a spiegazioni private.
    Sono soggette a spiegazioni pubbliche? Nemmeno questo viene detto.
    Se le profezie sono chiare, tutti sono in grado di capirle. Se non sono chiare, nessuno ha il carisma dell'interpretazione, a meno che sia illuminato dallo Spirito Santo.
    Possiamo senz'altro escludere che questo carisma sia stato assegnato alla Chiesa Cattolica, visti i grossi errori di interpretazione, che hanno portato all'invenzione di falsità non scritturali.
    Anche in questo caso la Chiesa Cattolica ha visto una mano e si è presa arbitrariamente tutto un braccio.
    Come nel caso del "Qualunque cosa legherete sulla terra...", che era rivolto a tutti gli uomini, ma la Chiesa Cattolica ha riservato a sacerdoti e monaci.
    Poi è arrivata la smentita di Dio, come abbiamo già visto in Liete Novelle e confermato da Ellen White.
    Martedì prossimo posterò il testo di Ellen White. Io, in precedenza, mi ero già espresso a favore di un'interpretazione universale di quei versetti.
    Arco, la Chiesa è realtà fragile e debole. Fatta di peccatori come me e te. Ma ha ricevuto da Cristo un mandato...un Carisma preciso:

    "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno mai contro di essa.
    A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli" (Matteo 16)
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  3. #348
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    Ogni vita, che venga vissuta soltanto dalla coscienza del proprio io, fa un’impressione cupa, per quanto possa brillare in intelletto. Solo se dietro ad essa risplende una coscientità più grande, una tale vita diventa chiara, illuminata, o trasparente, o anche veramente viva, creativa e spontaneamente produttiva. Di questo non ci si può convincere, ma ci si può arrivare. Che questo fatto fondamentale dell'analisi possa essere di aiuto immediato per una comprensione dell'atmosfera che si creava intorno a Gesù, almeno nel senso di facilitarla, è fin troppo ovvio. Questa atmosfera è piena di impulsi alla coscientizzazione. Qui avviene qualcosa nell'incontro, nel semplice contatto, spesso attraverso il solo sguardo.
    Che non esista un rapporto neutrale e a distanza con quest’uomo Gesù è appunto ciò che impressiona e provoca quello ‘stupore’ di cui abbiamo parlato. Gunter Bornkamm suggerisce che si dovrebbero mettere insieme questi tratti così capaci di trasformare, per poter afferrarne con più esattezza il significato, perché qui siamo in presenza di "un tratto assolutamente essenziale del Gesù storico". Certo, ma di quale tratto si parla? Bornkamm sottolinea anche. " Il suo modo di comportarsi ed il suo metodo vengono a trovarsi ogni volta in aspro contrasto con quello che gli uomini si aspettano da lui e con ciò che, dal loro punto di vista, sperano per sé". Certamente, ma perché è così?
    Gesù, questa è la risposta alle due domande, non si pone sul piano cosciente che è proprio del semplice rapporto, ma piuttosto pensa e agisce a partire da una più ampia coscientità. Questo produce, come primo effetto, quell'impressione e quello stupore di cui si parla in modo così caratteristico nel Nuovo Testamento; e subito dopo provoca il momento della decisione. L'uomo chiuso entro i suoi limiti angusti, o s'irrigidisce oppure si apre a più ampie possibilità. " Chi invece non crede è già giudicato" (Gv 3,18), dice il Vangelo di Giovanni. Ciò vuol dire che, nel momento decisivo del confronto con Gesù, avviene l'attivazione del profondo oppure la stagnazione e la regressione. Del resto è proprio del Vangelo di Giovanni il pensiero del qui e ora, dell'immediatezza nell'incontro esistenziale con Gesù, riguardo ad ogni "giudizio" esecutivo: è un pensiero tutto specifico e veramente "ortodosso", proprio del Vangelo di Giovanni. Soltanto per questo pensiero fondamentale, l'antica chiesa fece bene ad accoglierlo nel canone. L'antica cristologia, così si può quindi dire, principalmente ebbe già ragione quando affermò che tutto dipende da quello che Gesù è. In effetti questo terapista, così può essere tranquillamente denominato nel senso più alto,è il suo metodo. Questo risulta del tutto evidente dall'intero Nuovo Testamento. Se tuttavia si vuole citare qualche esempio allora basti ricordare la pericope dell'inattesa visita di Gesù a Zaccheo, l'appaltatore di imposte. "Allora tutti coloro che videro una tale cosa mormoravano dicendo: E' andato ad alloggiare da un peccatore (Lc 19,7). Costui s'era arrampicato sopra una pianta per poter meglio vedere Gesù: " Zaccheo, scendi in fretta perché oggi devo fermarmi a casa tua". " Con gioia" reagisce Zaccheo, ed esce prontamente con queste parole: " Signore, ecco: io do ai poveri metà dei miei beni e, se ho frodato qualcuno, gli restituisco quattro volte di più". Zaccheo non è stato esortato né in alcun modo indotto a nulla di tutto ciò. Non gli è stata fatta nessuna predica penitenziale, né gli è stata fatta alcuna minaccia per il suo riprovevole sevizio all'establishment, né è stato spinto a migliorarsi. Non esiste alcun motivo esterno che spieghi quel suo cambiamento. Eppure Zaccheo ha avuto un'improvvisa illuminazione su se stesso, ha ricevuto un impulso verso una ulteriore coscientità; e ciò significa eo ipso una coscienza di sé del tutto nuova, gravida di conseguenze. L'incontro con Gesù ha attivato il suo inconscio. Gesù ha fondamentalmente cominciato a renderlo cosciente.
    Oppure si pensi alla pericope della pesca miracolosa di Pietro. Dopo una prima pesca senza risultato – vi si racconta – succede che, in seguito al rinnovato ordine di Gesù di tornare al largo, le barche rientrano stracariche. “Dovettero chiamare i pescatori dell’altra barca perché venissero loro in aiuto”. Della storicità di questa pericope non si può garantire, soprattutto dal punto di vista della singolarità propria di Gesù che occorre tenere presente. Comunque qui si racconta che una persona, nel caso presente Simon Pietro, non viene né esortato né spinto a forza, eppure egli cade ai piedi di Gesù del tutto spontaneamente, uscendo nell’inaudita parola della confessione: “Signore, allontanati da me, che sono peccatore”. Nel suo incontro con Gesù, ricco di doni, Pietro è trasportato in una più alta coscientità. Ciò gli fa dire, di se stesso, quel che mai prima di allora egli avrebbe detto: ma ora egli deve parlare in tal modo, perché è un evento travolgente il vedere sè per la prima volta da un’angolazione più ampia di coscientità. Questi due testi risultano essere dei passi classici che documentano la prima affermazione di cui abbiamo parlato: che cioè colui che è conscio rende consci gli altri.
    In un simile contatto, giunge all’uomo la parola che risveglia le forze più profonde che stanno in lui e alle quali egli non avrebbe altrimenti accesso. Può naturalmente accadere il caso limite che l’uomo si chiuda a queste sue più proprie possibilità, ma allora egli lo farà con cattiva coscienza, sapendo di diventare in questo modo bugiardo con se stesso.
    La massima coscientizzazione equivale a trasformazione, equivale a divenire nuovi. Tutto il movimento inconscio che ciecamente ci sollecita, tutti i complessi che agiscono su di noi autonomamente, il nostro abbandono acritico a quel che si fa gioco di noi, tutto ciò è finito. La svolta decisiva è avvenuta. Il Nuovo Testamento chiama riconciliazione questo coraggio profondamente esistenziale e largamente onnicomprensivo.
    Questo evento ha sempre un carattere numinoso, ed è quindi sperimentato come un miracolo.
    Gesù è semplicemente il signore della trasformazione: e questa è la più esatta caratterizzazione del centro del cristianesimo. Gesù ci mette sulla via del nostro divenire coscienti.
    Perciò Kierkegaard ha parlato di ‘esercizio’ del cristianesimo, che si verifica là dove esso esiste nella sua verità. E Lutero ha assegnato all’homo viator, a colui che è sempre ‘in cammino’, il compito veramente importante dell’ ‘agricultura sui ipsius’, cioè dell’ ‘arare in sè’ – dove, noi aggiungiamo, il seminatore è Gesù. Chi segue lui “non camminerà più nelle tenebre” – che vuol dire nell’ottusità e nell’incoscienza. Ma “avrà la luce”, dice ancora la Scrittura: e questo vuol dire che vivrà nella chiarezza dello stato massimale della coscientità.

    (da H. Wolff, Gesù, la maschilità esemplare, Queriniana)

  4. #349
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    Arco, la Chiesa è realtà fragile e debole. Fatta di peccatori come me e te. Ma ha ricevuto da Cristo un mandato...un Carisma preciso:

    "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno mai contro di essa.
    A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli" (Matteo 16)
    Citiamo tutto il passo per capire meglio:

    [15] Disse loro: "Voi chi dite che io sia?".

    [16] Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".

    [17] E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.

    [18] E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.

    [19] A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".

    Pietro viene premiato perché ha riconosciuto la vera natura di Gesù, così gli viene assegnato un ruolo di guida.
    La domanda è: questo premio viene esteso automaticamente ai suoi successori? E, eventualmente, in quale misura?
    Per i meriti di Abramo tutti i suoi discendenti vennero benedetti. Divennero così tutti perfetti e infallibili?
    La storia ci dice di no.
    Lo stesso ragionamento vale per i successori di Pietro. E' la storia a testimoniare che molti successori di Pietro furono dei grandi mascalzoni e molti altri corrotti dal potere e dal denaro. Sono la storia e le stesse rivelazioni successive di Dio a testimoniare che i Papi non hanno più da gran tempo le chiavi del regno dei Cieli. Persecuzioni, semina di dottrine errate, comportamenti stragisti, omicidi e torturatori rappresentano forse la correttezza del giudizio dei Papi? Hanno assassinato degli innocenti: è questo il legare sulla Terra che hanno fatto. E' il giudizio della storia, non l'ipotesi di Axe e dei suoi teologi.

    Quanto al legare e sciogliere sulla Terra, in altri passi dei Vangeli sono rivolti a tutti gli uditori.
    Fate l'amore, non la guerra.
    Lavorare tutti, lavorare meno.

  5. #350
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    E' il giudizio della storia, non l'ipotesi di Axe e dei suoi teologi.
    guarda che in questa tua interpretazione, tu stai ripercorrendo esattamente i passi di quei teologi che mi vorresti cassare, ma, siccome non li vuoi studiare, non lo sai:

    stai facendo teologia-dottrina, esattamente come loro, e dimostri la mia tesi, che non è una presa di posizione a favore di una o l'altra teologia, benché io ritenga alcune più coerenti, e nel caso in questione la tua:
    siccome il passo in questione è controverso, si dimostra la sua inattitudine a formulare una legge vincolante per il credente;
    la riprova è che tu - nella tua lettura, che è teologico-dottrinaria - ammetti il divorzio - come la maggioranza dei cristiani - e Cono no; se il passo in questione fosse inequivoco, non ci sarebbe spazio per alcun dissenso sul significato dell'investitura petrina e dell'autorità delle gerarchie ecclesiastiche, così come su quello dell'indissolubilità del matrimonio e altro;

    io mi limito a constatare un mero fatto che avviene qui e ora, e cioè che voi non siete d'accordo; questa è la mia unica tesi, mi pare inconfutabile.
    c'� del lardo in Garfagnana

  6. #351
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    Citiamo tutto il passo per capire meglio:

    [15] Disse loro: "Voi chi dite che io sia?".

    [16] Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".

    [17] E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.

    [18] E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.

    [19] A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".

    Pietro viene premiato perché ha riconosciuto la vera natura di Gesù, così gli viene assegnato un ruolo di guida.
    La domanda è: questo premio viene esteso automaticamente ai suoi successori? E, eventualmente, in quale misura?
    Per i meriti di Abramo tutti i suoi discendenti vennero benedetti. Divennero così tutti perfetti e infallibili?
    La storia ci dice di no.
    Lo stesso ragionamento vale per i successori di Pietro. E' la storia a testimoniare che molti successori di Pietro furono dei grandi mascalzoni e molti altri corrotti dal potere e dal denaro. Sono la storia e le stesse rivelazioni successive di Dio a testimoniare che i Papi non hanno più da gran tempo le chiavi del regno dei Cieli. Persecuzioni, semina di dottrine errate, comportamenti stragisti, omicidi e torturatori rappresentano forse la correttezza del giudizio dei Papi? Hanno assassinato degli innocenti: è questo il legare sulla Terra che hanno fatto. E' il giudizio della storia, non l'ipotesi di Axe e dei suoi teologi.

    Quanto al legare e sciogliere sulla Terra, in altri passi dei Vangeli sono rivolti a tutti gli uditori.
    Il passo fondamentale rimane questo: "Le porte degli Inferi non prevarranno mai contro di Essa" Gesù Cristo stà parlando della Chiesa come Sacramento universale di Salvezza, Arco. Non stà parlando di Pietro in quanto persona, capisci? Ci sono stati e sempre ci saranno Angeli e bestie nella Storia dell'Umanità e nella Storia della Chiesa. Tutti passeranno! Solo ciò che viene da Cristo rimarrà. Fino alla fine dei Tempi....
    amate i vostri nemici

  7. #352
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    Credo sia anche importante capire cosa significhi avere le chiavi del regno dei Cieli.
    All'epoca di Gesù, evidentemente, consisteva nel conoscere e aderire al suo nuovo messaggio. Viene, quindi, assegnato a Pietro il compito di diffondere il messaggio di Cristo, aprendo così le porte del regno dei Cieli. Il significato imposto dalla chiesa Cattolica è diverso, credo: noi imponiamo dei precetti umani, a volte inventati, e voi obbedite. E chi non obbedisce è fuori dal regno, colpevole.
    I Papi per secoli e secoli impedirono addirittura la lettura diretta della Bibbia da parte dei credenti, e quindi chiusero, almeno parzialmente, quelle porte.
    Quando finalmente tutti poterono conoscere direttamente la fonte della loro fede, ognuno di loro divenne possessore delle chiavi del regno, nel senso che potè diffondere il messaggio di Gesù tra i vicini.
    Quindi, ciò che a prima vista può sembrare la nomina di Pietro a plenipotenziario di Dio, si riduce ad essere un compito affidato a tutti i credenti: diffondere le parole di Dio. Anche perché, come ho già detto, il "tutto ciò che legherete ... e tutto ciò che scioglierete" è rivolto a tutti gli uomini, atei compresi.
    Quindi, Pietro fu nominato capo, ma non con la libertà di stabilire precetti umani di sua iniziativa.
    Si può comunque escludere che i Papi siano le pietre fondanti della chiesa di Gesù: la pietra è una sola, Gesù. Pietro iniziò la costruzione, assieme agli altri apostoli e discepoli, di una chiesa numerosa.
    Fate l'amore, non la guerra.
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  8. #353
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    Non riesco a capire dove sta il problema. Se io seguo coscientemente gli insegnamenti di Gesù riconoscendolo come il Cristo qualsiasi chiesa ( assemblea ) che segua quegli insegnamenti ben venga; se poi l'assemblea ( se due parlano in nome di Gesù è già chiesa) non segue tali insegnamenti per me non vale ed è da evitare.
    Faccio un esempio, se mi imbattessi in un missionario che ha rinunciato a tutto in nome di Gesù e fa del bene al suo prossimo per me rappresenta il Cristo, se invece un ecclesiastico non da a Dio quello che è di Dio ma da a Cesare per me non è nessuno. Noi siamo sempre al centro del nostro mondo e delegare chissà chi su questioni di Dio è segno di infantilismo poiché la maturità cristiana dovrebbe portare a riconosce i Cristi dai falsi Cristi come ha chiaramente detto Gesù. Quindi massima attenzione e riflessione per evitare che la nostra casa venga derubata. In fondo nei Vangeli sta scritto che il regno è dei semplici in quanto lì le cose non sono complicate.
    Ultima modifica di crepuscolo; 12-10-2017 alle 15:32

  9. #354
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    Non è così semplice, Crep. Le differenze dottrinali tra Cattolici e Protestanti ci sono e non sono di poco conto. In gran parte hanno ragione i Protestanti, ma nel caso del divorzio, ad esempio, la presa di posizione di Gesù a favore dell'indissolubilità del matrimonio è inequivocabile. Ora io ho cambiato le cose, ma qualche Protestante ha ricevuto rivelazioni divine a favore del divorzio? Nemmeno io ho ricevuto rivelazioni divine, ma ho fatto dei ragionamenti che mi hanno portato ad aggiornare il messaggio di Gesù.

    In modo generico si può dire che sono tutte chiese cristiane, ma per farle andare d'accordo... bisogna abolire i riti.
    Per poterle accettare tutte bisogna guardarle dall'esterno e non sottilizzare sulle differenze; viste dall'interno ognuna ha le sue peculiarità e considera le altre come concorrenti.
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  10. #355
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    Non è così semplice, Crep. Le differenze dottrinali tra Cattolici e Protestanti ci sono e non sono di poco conto. In gran parte hanno ragione i Protestanti, ma nel caso del divorzio, ad esempio, la presa di posizione di Gesù a favore dell'indissolubilità del matrimonio è inequivocabile. Ora io ho cambiato le cose, ma qualche Protestante ha ricevuto rivelazioni divine a favore del divorzio? Nemmeno io ho ricevuto rivelazioni divine, ma ho fatto dei ragionamenti che mi hanno portato ad aggiornare il messaggio di Gesù.

    In modo generico si può dire che sono tutte chiese cristiane, ma per farle andare d'accordo... bisogna abolire i riti.
    Per poterle accettare tutte bisogna guardarle dall'esterno e non sottilizzare sulle differenze; viste dall'interno ognuna ha le sue peculiarità e considera le altre come concorrenti.
    Caro Arcobaleno quello che volevo dire è che la costruzione del cristiano non è cosa facile, e questo te lo garantisco personalmente, ma nello stesso tempo bisogna essere, come d'altronde lo era Gesù, il più possibile liberali, nel senso di lasciare piena libertà agli altri di scegliere; non dovrebbero esistere regole o regolamenti se si ha la coscienza a posto. Io non ammetto il divorzio ma se mia moglie me lo avresse chiesto, anche se a malincuore lo avrei concesso. Esprimere le idee e comportarsi di conseguenza è segno di massima coerenza, ma ciò non deve togliere la possibilità agli altri di scegliere che cosa fare.
    A mio avviso le chiese vanno bene nell'infanzia dell'uomo ma nella sua maturità, a volte, possono essere sono d'inciampo per la completa realizzazione.

  11. #356
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Non è così semplice, Crep. Le differenze dottrinali tra Cattolici e Protestanti ci sono e non sono di poco conto. In gran parte hanno ragione i Protestanti, ma nel caso del divorzio, ad esempio, la presa di posizione di Gesù a favore dell'indissolubilità del matrimonio è inequivocabile.
    mica tanto; infatti:
    Ora io ho cambiato le cose, ma qualche Protestante ha ricevuto rivelazioni divine a favore del divorzio? Nemmeno io ho ricevuto rivelazioni divine, ma ho fatto dei ragionamenti che mi hanno portato ad aggiornare il messaggio di Gesù.
    posto il sistema evangelico - tu ad intuito, i teologi protestanti secondo metodo deontologico - l'indissolubilità - anche vista alla luce del precedente richiamo al ripudio - e vorrei consultare un filologo sulla testualità della figura reciproca, donna che abbandona l'uomo; mi puzza di aggiornamento, dato che per l'epoca è inverosimile - deve soccombere di fronte ad un principio di amore, che costruttivamente si colloca al vertice della predicazione evangelica;

    infatti, non sarebbe concepibile in quel quadro un matrimonio afflittivo e formalista, in cui Gesù istigherebbe un coniuge a trattenere l'altro contro la sua volontà e a prezzo dell'infelicità, del conflitto famigliare permanente;


    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    Io non ammetto il divorzio ma se mia moglie me lo avresse chiesto, anche se a malincuore lo avrei concesso.
    se lo concedi ad altri, lo ammetti come principio;
    altrimenti, sarebbe come dire: io non rubo, ma a malincuore concedo che altri rubino;
    un comportamento è ammissibile, oppure no, in via generale e astratta per un motivo morale;

    altrimenti scade a mera preferenza, come dire io non mangerei mai la pizza con l'ananas, ma se uno vuole, affari suoi;

    se una dottrina religiosa non stabilisce norme concrete cui attenersi, in un quadro coerente di filosofia morale, diventa un manuale di cucina, dove ognuno pesca le ricette che più preferisce.
    c'� del lardo in Garfagnana

  12. #357
    Opinionista L'avatar di axeUgene
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    Non riesco a capire dove sta il problema. Se io seguo coscientemente gli insegnamenti di Gesù riconoscendolo come il Cristo qualsiasi chiesa ( assemblea ) che segua quegli insegnamenti ben venga; se poi l'assemblea ( se due parlano in nome di Gesù è già chiesa) non segue tali insegnamenti per me non vale ed è da evitare.
    il problema è esattamente che nessuna chiesa, né tu, siete in grado di mettervi d'accordo su quali siano inequivocabilmente gli insegnamenti di Gesù; almeno sin tanto che vi sono interpretazione e precetti diversi; che vuoi contestare a "chi non segue", quello che pare a te, la tua mera opinione ?
    che chiesa fanno due che, affermando entrambi di parlare a nome di Gesù, dicono cose opposte quanto a precetto concreto ?
    c'� del lardo in Garfagnana

  13. #358
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    se lo concedi ad altri, lo ammetti come principio;
    altrimenti, sarebbe come dire: io non rubo, ma a malincuore concedo che altri rubino;
    un comportamento è ammissibile, oppure no, in via generale e astratta per un motivo morale;

    altrimenti scade a mera preferenza, come dire io non mangerei mai la pizza con l'ananas, ma se uno vuole, affari suoi;

    se una dottrina religiosa non stabilisce norme concrete cui attenersi, in un quadro coerente di filosofia morale, diventa un manuale di cucina, dove ognuno pesca le ricette che più preferisce.
    No, perché come principio inderogabile ammetto la libertà altrui. Tu puoi pensare quello che vuoi ma io, in piena coscienza, cioè senza mentirmi per vantaggio, interpreto il Vangelo sempre in maniera materialmente svantaggiosa perché andando oltre il mero interesse materiale mi immedesimo nel trascendente ivi riportato, dove può esistere, anzi esiste, un altro mondo, precisamente quello annunciato da Gesù, dove Dio creò l'uomo e la donna e la loro fedeltà nella felicità dell'essere una cosa solo.

  14. #359
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    il problema è esattamente che nessuna chiesa, né tu, siete in grado di mettervi d'accordo su quali siano inequivocabilmente gli insegnamenti di Gesù;
    Sarà pure come tu dici ma io non mi devo accordare con nessuno se non con me stesso, in quanto sarebbe sgradevole per me vivere nello stesso tempo in due modi diversi.

  15. #360
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    No, perché come principio inderogabile ammetto la libertà altrui. Tu puoi pensare quello che vuoi ma io, in piena coscienza, cioè senza mentirmi per vantaggio, interpreto il Vangelo sempre in maniera materialmente svantaggiosa perché andando oltre il mero interesse materiale mi immedesimo nel trascendente ivi riportato, dove può esistere, anzi esiste, un altro mondo, precisamente quello annunciato da Gesù, dove Dio creò l'uomo e la donna e la loro fedeltà nella felicità dell'essere una cosa solo.
    benissimo, purché tu ti renda conto della portata di quanto affermi, e cioè che neghi l'indissolubilità come norma, che decade di fronte al principio della libertà, diventa non vincolante;

    qui, propedeuticamente ad ogni altro discorso, bisognerebbe mettersi d'accordo sulla natura delle Scritture - qualunque cosa ci si faccia rientrare, le lettere di Paolo, il libro di Mormon, ecc... con due ipotesi:

    a) sono meri consigli, facoltativi; oppure
    b) si tratta di una legge, ove si configurano obblighi, e precisi; perché se non sono precisi, non possono obbligare nessuno;

    nel primo caso, non c'è da discutere; si tratta di gusto personale, ognuno fa quel che gli pare, nessuno è peccatore e nessuno dannato;

    nel secondo, bisogna analizzare il testo, o i testi, secondo un metodo scientifico, per stabilire la gerarchia di principi e l'eventuale subordinazione o nullità di norme incompatibili o limitate; es.: se nel mio sistema vige l'uguaglianza come principio informativo generale e cogente, ma c'è anche una normativa che protegge alcune categorie svantaggiate, quest'ultima norma non può inficiare il principio generale, né può essere invocata a tal fine;

    quando si enuncia un comportamento come norma - es. non si deve divorziare - si stabilisce un principio generale ed astratto che implica una ratio, cioè il perché quel determinato comportamento è prescritto;
    se tu affermi l'indissolubilità, anche solo come tuo personale orientamento, stai pur sempre enunciando una ratio che non si limita alla tua personale valutazione, ma esprime un valore universale, che ha intenzione normativa; ma se poi contraddici quel valore con la libertà di ignorarlo, hai abolito la norma e anche la ratio; quell'indissolubilità è retrocessa allo statu della tua pizza preferita, di indifferenza.
    c'� del lardo in Garfagnana

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