purtroppo non è sempre così , ho acquistato anni fa un locale per una attività commerciale , pagato 180mila euro , al momento di realizzare la vendita ne ho intascati 120 con fatica , anzi correvo il rischio restasse abbandonato , dunque sono 60 mila euro che equivalgono a 120 milioni guadagnati lavorando e molti sacrifici gettati
questo per rimanere in tema , se mia moglie in quel momento mi avesse abbandonato io ora dormirei in auto con il marchio di fallito
si deve evitare lo sperpero , eticamente non è accettabile , ma la vita spesso ci fa strani scherzetti e se la gioca con noi , conoscevo un bravo ragazzo che ha aperto una impresa ed ha investito tutti i suoi guadagni per fare il tinteggiatore , la crisi lo ha sfiancato e una mattina leggo sul giornale che si è impiccato
be'... diciamo che il consumismo è un modo di pensare che fa perdere alle persone il senso della realtà... nel senso che invita a spendere, senza pensare che le cose costano e che per avere le risorse, bisogna lavorare molto. Tutti vorremmo continuamente comprare cose nuove, perché la pubblicità ci martella, ma nella storia dell'umanità no c'è mai stato un tempo in cui la gente abbia avuto così tanto come abbiamo oggi in occidente
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
I rovesci della sorte non sono una colpa e possono capitare a chiunque, povero o ricco.
ecco, una delle poche buone azioni che mi siano riuscite è stata quella di convincere una coppia di amici a non comprare una casa in più, una dozzina d'anni fa, coi prezzi al picco; venivamo da uno storico irreale di crescita gonfiata dei prezzi, per vari motivi, assolutamente privo di fondamento nella realtà dei valori;
ho dovuto rompere loro le palle da mane a sera, avvocato e funzionaria Giustizia, non due sprovveduti; ma intrisi del pensiero magico per cui le case crescono di valore;
con mi' ma', ovviamente, non m'è riuscito; sia mai che dia retta a'i figliolo...
c'� del lardo in Garfagnana
no, dai... il controllo lo perde solo chi si crede furbo e spende soldi grossi senza avere la padronanza della materia; ognuno di noi conosce bene un determinato settore commerciale - anche solo de relato, senza fare necessariamente il commerciante - e si rende perfettamente conto di ciò che verrà sempre apprezzato e ciò che ha un valore gonfiato; l'errore sta nel non rendersi conto che le cose funzionano esattamente nello stesso modo per tutto e nell'avventurarsi in terre incognite senza la necessaria preparazione; sai quante volte mi capita di essere tentato dal guadagno facile guardando i prezzi, ma mi trattengo perché mi rendo conto di non avere competenze sufficienti per gestire la cosa ?
cacciare i soldi è facilissimo; farli rientrare molto meno, perciò è necessario un sistema di allarme interiore che ti fa essere sempre presente a te stesso.
c'� del lardo in Garfagnana
ma guarda , conosco il mio lavoro , ebbene c'è stato il momento di investire per l'assistenza sui telefoni mobili , il primo etacs non so se ti ricordi , quelli con l'antenna estraibile come una radiolina , fatto contratto su insistenza delle case che assisto... speso 8 milioni di lire per analizzatore di spettro della HP by america , dovevo rientrare nel giro di un anno e incominciare coi guadagni , ma ne ho visto una decina in riparazione , poi è nato il gsm e i telefoni fuori garanzia dove si doveva guadagnare si buttano , come per gli smarphone , valore attuale di quell'HP nullo , se vado alla discarica mi fanno pagare come rifiuto speciale
ora o io sono un coglione che investo nel mio lavoro o non è possibile capire l'andamento commerciale ...perché ti danno la tecnologia in base ai loro programmi di cui io che sono nel giro sono tenuto alla larga
ti darei ragione se non vedessi in giro così tanta gente con in mano cellulari nuovi e vestiti alla moda.
Concordo che non è periodo di vacche grasse e che le sfighe possono capitare a tutti, però c'è anche che molta gente considera indispensabile robe che non lo sono.
Cioè io ho un divano che ha 23 anni e ancora me lo tengo, per dire. Conosco della gente che non considero stupida, anzi, tutt'altro, però magari ha un divano da 2000 € in casa e mi viene a dire che è sotto in banca di 2000 €. Ecco io ste robe non le concepisco.
appunto: quando una variabile essenziale del tuo lavoro sfugge al tuo controllo, dovrebbe accendersi la lucina della prudenza e la vecchia saggezza per cui nessuno ti regala nulla: se l'assistenza fosse stata lucrosa, le grandi imprese l'avrebbero internalizzata, assumendoti; se la esternalizzano loro, vuol dire che le prospettive - che hanno già analizzato - non sono buone; e questo vale per i franchising; ha'voglia a spiegare in termini di flessibilità, perché quella la cercano proprio pèer speculare sul breve; una volta che lo sai, ti sposti su settori dove la tua competenza è infungibile e il mercato lo fai tu;
ti racconto del mio socio buonanima: nel 1992, al picco del mercato dei cd, il negozio fatturava 60 mln di lire al mese, soprattutto con cd di metal, anche estremo, che andava allora; parevano belle cifre, ma il rischio era altissimo, dato che con quei ricarichi bassi bastava un flop per mangiartisi quel classico 10-13% di utile netto del settore; nel momento di picco, lui disse: basta così ! tutti buttavano il vinile, nonostante il ricarico fosse del 50% sul nuovo - 4mila al distributore, 8 alla vendita per una ristampa - e solo del 10% sul cd - 24/27; giustamente, lui pensò di rivolgersi al mercato dei collezionisti, servito poco, mentre il nuovo contava decine di negozi;
noi cominciammo ad andare in Inghilterra ogni mese, e poi negli Stati Uniti; nel giro di due anni avevamo il negozio più fornito d'Europa, e veniva gente apposta che girava l'Italia per turismo; i negozi di nuovo cominciarono a vendere gadget e casalinghi, per poi chiudere, e noi andavamo avanti, sempre più grandi; alla fiera di Novegro, attorno al 2003, avevamo uno stand di 20 mt, il doppio di quello più grande che ci fosse mai stato,
il succo è che il socio vendeva un servizio di cui sarebbe stato lui stesso cliente e di cui conosceva tutti gli ingranaggi; un servizio allora molto di nicchio, ma con una concorrenza ridicola che ribaltavamo solo con lo spostamento d'aria; siamo arrivati ad aiutare un concorrente con prezzi più alti dei nostri perché avevamo bisogno di consolidare l'alta fascia di mercato, dato che da soli rischiavamo di essere invisi per i prezzi alti, senza nessun riferimento "altro".
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