questo è quello che sembra a te, ma non sono i fatti;
l'unico fatto vero, misurabile, è il quantum di democrazia e rappresentanza diffusa, al di fuori dal quale ci sono solo poteri più ristretti, benché questi si possano auto-eleggere come rappresentanti del tutto, il "popolo";
il concetto di "avidità dei singoli" è parente di quello religioso del "peccato", variabile a seconda delle dottrine, non condiviso; non vuol dire nulla, almeno finché non è condiviso, cioè che una maggioranza vota proposte politiche che stabiliscano soglie, valori, ecc...
ecco, appunto, hai colto il punto:Il punto è che se non c'è un ideale a ispirare il miglioramento, non si va da nessuna parte.
Faccio l'esempio di un singolo: se una persona ha in mente dove vorrà essere tra 10 o 20 anni, è probabile che ci arriverà, indirizzando tutti i suoi sforzi lì, o almeno arriverà ad una situazione ugualmente buona per lei, anche se adattata e rivista in base agli ostacoli incontrati lungo il percorso. Ma se una persona non ha nessun obiettivo, solo quello di farsi sospingere dagli eventi, probabilmente non arriverà da nessuna parte.
la società non è un individuo, ma una somma di individui, ognuno relativamente libero, o con l'aspirazione ad esserlo;
se ti rappresenti gli obiettivi in una prospettiva modellata su una presunta volontà globale, non capisci il funzionamento di un sistema che si fonda su aggregati che vanno in direzioni diverse;
prima di trasferire in politiche concrete le idealità di massima, come si possono concepire a livello individuale, si dovrebbe delineare l'orizzonte del concretamente possibile e probabile, e muoverti di conseguenza;
poi, non è che basta dire che la Danimarca è un paese diverso; alcune astrazioni e vincoli di causa si possono stabilire tramite l'osservazione, per desumerne suggerimenti e strategie, soprattutto su ciò che non si dovrebbe fare quanto ad avventure fantasiose.