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Comunque visto che me lo ero preparato e se lo porto evidentemente un po' lo condivido vado avanti tornando indietro.
Secondo C. G. Jung, anima nel caso dell'uomo e animus nel caso della donna sono termini tecnici o figure simboliche, che rappresentano l'inconscia appartenenza controsessuale dell'anima. Sicché, per il pieno sviluppo personale, l'uomo deve realizzare ed integrare esistenzialmente la sua anima e la donna il suo animus, cioè essi devono vivere la componente complementare della loro struttura psichica. Nell'uomo l'anima, come risulta dall'esperienza, si esprime nelle figure simboliche femminili dei sogni; nella donna, l'animus parla nelle figure simboliche maschili. Essi si integrano nella misura in cui il significato inerente ai simboli aderisce alla coscienza, la quale con ciò viene potenzialmente dilatata e resa più idonea ad un'adeguata azione. E quanto il processo di integrazione progredisce, tanto più le simbolizzazioni retrocedono: anima e animus diventano sempre più delle funzioni psichiche abituali.
In effetti io ritengo, dice l'autrice, che questa concezione dell'anima-animus di Jung, con le conseguenti affermazioni sull'integrazione e l'individuazioni dell'uomo, sia fondamentale per la maturazione psichica e per una ulteriore coscientizzazione dell'umanità.
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