Citazione Originariamente Scritto da axeUgene Visualizza Messaggio
o forse non mi sono spiegato bene io;
allora, nella versione conesca, del perdonarsi, o chiedersi scusa, il presupposto della rottura da evitare è un'offesa, un comportamento lesivo posto in essere dall'altro; ci siamo ?

ora, questa è una possibilità, ma non è affatto detto che sia l'unica; pensare in questi termini significa di fatto non contemplare la possibilità che, a prescindere da eventuali dissidi conclamati, sia venuta meno la ragion d'essere della coppia, oppure che vi sia mai stata in termini sostenibili;

per esempio, ci si può accorgere in un secondo momento che l'altro non condivide aspetti essenziali del nostro modo di vedere le cose, senza essere sgarbato o offensivo; semplicemente, non li capisce, non è interessato a capirli a causa dei suoi limiti; non lo ritiene necessario, e questa cosa non la potevamo comprendere prima;
magari ci apprezza perché la nostra presenza gli dà conforto e sicurezza, ci è affezionato, ma con quella persona abbiamo poco da spartire a parte le circostanze della routine quotidiana; non possiamo essere noi stessi e dobbiamo lasciar appassire passioni e interessi fondamentali per la nostra identità;

qui c'è poco da chiedere scusa, perché se una persona, dopo averti "conquistata" e aver conquistato lo status di accoppiata, torna ad essere se stessa - non una persona malvagia, ma semplicemente coi suoi limiti di carattere, personalità ed educazione - non è che cambia; se tu, per fare un esempio, dipingi e attribuisci un grande valore a quell'esperienza, che è il tuo filtro dell'esistenza e il tuo compagno o marito è completamente disinteressato a quel tuo mondo - magari nei primi tempi ha inconsapevolmente finto pure entusiasmo, che era entusiasmo mutuato dalla prospettiva di averti, cosa frequentissima, per poi lamentarsi del troppo tempo che dedichi a quella passione - quanto potresti vivere una relazione così, senza cercare altrove un'anima, se non gemella, almeno cugina, purché non estranea ?

tutto sto discorso per dire che al fondo il più delle volte in una coppia c'è un investimento egoistico - che, beninteso, non condanno, perché è una cosa naturale - che non può essere dato per scontato, dal momento che di fatto rispecchia una contrattazione, un equilibrio di potere e di possesso di una persona che diviene oggetto della transazione;
per cui, il pensiero sotteso è che non sia legittimo sottrarsi, per nessun motivo che non sia estremo; pensa ai cd "doveri coniugali";

l'impianto concettuale dell'idea tradizionale di coppia, persino quella ufficializzata nei codici, contempla l'idea che un partner possa desiderare legittimamente anche l'altro che non voglia, e pretendere l'adempimento della prestazione; cioè, facci un attimo mente locale e poi mi dici...
Eh sono errori di gioventù oppure di inesperienza e ingenuità. Casomai bisogna chiedere scusa a se stessi per non essersene accorti prima, anche perché non è così scontato accorgersene in fretta e magari nel frattempo sai quanti litigi? Ma chiedere scusa non è l'espressione esattamente corretta, l'ho usata per evitare la parola 'perdono'. In realtà è più giusto dire 'dimenticare', nel senso ovviamente non di perderne totalemnte la memoria, ma di non usarla per appenderci su un rancore o un senso di colpa.
Per stare a cuor leggero bisogna stare senza pensieri.

ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Donne e giovìnetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!

Infatti mi sembra che quello che Cono e tutta la banda chiamano 'perdono' sia il concetto corrispondente al più laico 'dimenticare'. Alcuni concetti cristiani onestamente li condivido, quello che mi dà l'orticaria è l'aureola e la porporina dorata che ci cospargono sopra, quando invece sono regole del buon vivere abbastanza universali. Cioè mi sembra un'appropriazione indebita di paternità artistica, un furto di copyright, un'occupazione abusiva di un bene pubblico.
E dimenticare è pure necessario per accettare il concetto del dovere. Che sia a tutti i costi è una faccenda è un bel po' complessa però. Idealmente posso concordare che è antiquato e sbagliato, soprattutto se mi immedesimo nel ruolo di quella che non vuole e viene costretta. Il fatto è che quanto intraprendi un'avventura o un progetto con un socio, la base è che si faccia lavoro di squadra e ci si possa fidare l'uno dell'altro. Non è che alla prima difficoltà mi molli e te ne vai? Il senso di quell'impianto lì è questo e lo dico come una che a volte fa cose per dovere, per forza, perché quando hai figli funziona così, sia che sei in coppia sia che sei da sola.
Ma è proprio per questo che è giusto e necessario il divorzio, perché quando la volontà viene a mancare in modo stabile e continuativo, la fine del contratto deve essere possibile, negoziabile e sottoscrivibile. Rimanere controvoglia significa dedicarcisi male e fare più danno che bene.
Cioè anche se viene riconosciuto il concetto di costrizione, viene tuttavia garantita l'opportunità di sottrarvisi. Così non si scontenta nessuno, da bravi avvocati