Lo deduci dalla frase in grassetto? Spiegati, che sono curioso anch'io.
Ma era solo una battuta per scherzare e prenderti un po' in giro.
Comunque a volte è quello che dicono le persone quando si sentono giudicate, che poi è anche giusto, perché ognuno è come è e non possiamo cambiare a piacimento. Secondo me è impossibile vivere senza mai voler compiacere le persone che si amano, forse proprio perché sappiamo di essere come siamo e di non poter cambiare.
Poi a volte c'è anche un aspetto di gratificazione. Ma forse questo è più presente per le donne, che sembrano più disposte a cambiare dove possono per amore dell'altro o dei figli
E io che speravo in chissà quale mirabolante dimostrazione di intuito femminile.
Le donne in genere si identificano meno nel loro ruolo pubblico, danno più peso alla sfera familiare e privata, e forti delle loro risorse si scoraggiano di meno di fronte agli imprevisti. Non è un caso se i suicidi fra le donne rimaste vedove sono dieci volte meno frequenti che fra gli uomini nelle stesse condizioni.Comunque a volte è quello che dicono le persone quando si sentono giudicate, che poi è anche giusto, perché ognuno è come è e non possiamo cambiare a piacimento. Secondo me è impossibile vivere senza mai voler compiacere le persone che si amano, forse proprio perché sappiamo di essere come siamo e di non poter cambiare.
Poi a volte c'è anche un aspetto di gratificazione. Ma forse questo è più presente per le donne, che sembrano più disposte a cambiare dove possono per amore dell'altro o dei figli
Forse però mi sono spiegato male. Ho scritto che non vivo per compiacere gli altri nel senso che non ne faccio una ragione di vita, non che non mi piaccia compiacere qualcuno. Ma lo faccio appunto perché mi piace e finché mi piace: la vera ricompensa per me sta in questo. Se ricambia bene, se non ricambia io non mi sento in credito, e resto comunque padrone di regolarmi come meglio credo.
Quindi la dimensione strumentalizzante della faccenda, che pure esiste e ha un peso significativo nei rapporti, a me risulta completamente estranea. A volte ricevo favori da qualcuno da cui non me li sarei mai aspettati, ma non glieli ho chiesti e applico la stessa logica di cui sopra. Se invece mi serve un favore da qualcuno che per qualsiasi motivo non mi ispira, magari anche sapendo che me lo concederebbe, preferisco chiedergli quanto costa oppure soprassedere direttamente.
queste argomentazioni,specialmente ora sotto le feste,sono interessanti da analizzare;
non tutti danno/donano al prossimo e dimenticano ..difficile dire no alla richiesta di un favore quando quella persona ha fatto tanto per te..
chi puo sentirsi veramente serenamente libero?
ieri al cenone c´era sta signora che dalla Sicilia ha portato nella valigia regalucci di poco valore ma decisamente ingombranti da caricare nel bagaglio(poteva comodamente acquistarli qua)
quello che ti viene a prendere in auto e si aspetta che magari gli paghi la benzina...
quella che ci da cosi tanto ma cosi tanto che ci si sente automaticamente obbligati...
quelli che danno e poi si sentono poi vittime sfruttate..
quelli che prendono e chiedono aiuto a tutti appena immigrati qua all´estero poi....appena stabilizzati con buon lavoro e casa spariscono!
insomma bisogna essere dei gran signori/re dare spensieratamente senza un minimo di aspettativa
" Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui
Questo vale per quello che puoi controllare e decidere di fare o non fare. I comportamenti spontanei sono difficili da controllare, per quanto ti impegni non puoi evitare di essere come sei. Appunto non ha senso prendersela per le critiche a come siamo, a meno che non ne siamo ancora consapevoli e quindi non vogliamo ammettere di essere in quel certo modo.
Cioè non mi scompongo se uno non accetta le critiche, magari lo faccio anche io, ma se uno non vuole neanche parlarne mi sembra un po' infantile.
Può aver fatto tanto dandoti ciò di cui avevi realmente bisogno, oppure può aver fatto tanto nuocendoti, anche in buona fede. In tal caso sarebbe opportuno dire basta, anche se non sempre è sufficiente: il mondo è pieno di persone invadenti ed egoiste, che si aspettano che gli altri ragionino come loro.
Può darsi, ma non è ciò che ho detto: anche la gratificazione personale è un'aspettativa, sebbene non implichi un ritorno da parte dell'altro. Anzi, se vuoi è la forma più pura di egoismo: sono contento di ciò che ho fatto a prescindere da te.insomma bisogna essere dei gran signori/re dare spensieratamente senza un minimo di aspettativa
Però ciò che sei oggi non è ciò che eri ieri, né ciò che sarai domani. I circuiti sinaptici cambiano continuamente, anche se il più delle volte questo processo non produce effetti visibili. Ogni abitudine e ogni comportamento si può modificare, se c'è una motivazione abbastanza forte.
Le critiche migliori sono proprio queste, ammesso che abbiano ragion d'essere: non è detto che tutte le critiche siano veritiere. Dopodiché distinguere ciò che ha senso da ciò che non ne ha dipende solo da noi: gli algoritmi di sopravvivenza possibili sono virtualmente infiniti, e ciascuno è metro e misura degli avvenimenti e delle persone che a qualsiasi titolo lo coinvolgono.Appunto non ha senso prendersela per le critiche a come siamo, a meno che non ne siamo ancora consapevoli e quindi non vogliamo ammettere di essere in quel certo modo.
Anche questa è una scelta, e come tale comporta delle conseguenze.Cioè non mi scompongo se uno non accetta le critiche, magari lo faccio anche io, ma se uno non vuole neanche parlarne mi sembra un po' infantile.
Guarda secondo me si cambia nelle aspettative, nelle illusioni, nella durezza della scorza, anche nelle abitudini magari, ma non nel carattere.
Certo ognuno giudica dal proprio punto di vista e in questa prospettiva ogni critica ha le sue buone ragioni, infatti a un certo punto se si è incompatibili non ha senso criticare, né prendere tali critiche in considerazione. In questo senso chi se ne frega di compiacere l'altro, ma le critiche che ci interessano sono quelle delle persone che ci interessano in qualche modo, cioè quelle con cui può esserci un vero scambio e non quelle che sono un mondo opposto e incompatibile.
Se un amico lagnoso e chiuso di carattere mi critica per essere troppo spensierata o aperta mentalmente, che c'è da dire?
Il problema sta nel rendersene conto prima di finire a litigare.
E che cos'è il carattere se non la risultante dei valori da ciascuno perseguiti che, sebbene non sempre riconosciuti come tali, in maniera conscia o inconscia determinano l'insieme dei comportamenti e delle abitudini?
Dici che non possa esistere la critica puramente strumentale, tesa soltanto a ricondurre l'altro al proprio volere?Certo ognuno giudica dal proprio punto di vista e in questa prospettiva ogni critica ha le sue buone ragioni, infatti a un certo punto se si è incompatibili non ha senso criticare, né prendere tali critiche in considerazione.
Però è proprio chi vive in un mondo opposto e incompatibile a offrirci un punto di vista più diversificato. La persona in sé potrebbe anche non interessarci, ma le sue parole potrebbero anche offrire qualche spunto interessante.In questo senso chi se ne frega di compiacere l'altro, ma le critiche che ci interessano sono quelle delle persone che ci interessano in qualche modo, cioè quelle con cui può esserci un vero scambio e non quelle che sono un mondo opposto e incompatibile.
Ecco, io questo tabù del litigio non lo capisco proprio. Mettere le carte in tavola in qualsiasi modo giova alla trasparenza del rapporto, il quale messo alla prova può uscirne rafforzato o indebolito.Se un amico lagnoso e chiuso di carattere mi critica per essere troppo spensierata o aperta mentalmente, che c'è da dire?
Il problema sta nel rendersene conto prima di finire a litigare.
È chiaro che non vale la pena litigare per cose che entrambi ritengono di poca importanza, ma per questioni fondamentali per almeno uno dei due forse sì, soprattutto se tacere il conflitto porta alla loro reiterazione. Ed è altrettanto chiaro che la paura del litigio fa da contraltare a quella della rottura del rapporto.
Tuttavia chi teme che un chiarimento, pur aspro ma in buona fede, con qualcuno a cui tiene, possa rovinare il rapporto, forse dovrebbe interrogarsi sulla sua reale natura, ed è cosa che spesso e volentieri si evita, per paura di perdere il proprio investimento. Ma in tal caso questo già rivela parecchio sulla sua natura strumentale, e molti non sono disposti ad ammetterlo neppure a se stessi. E la cruda realtà è che ogni scelta ha un prezzo, sia quella della trasparenza sia quella dell'opacità. Entrambe sono legittime, purché non ci si meravigli quando giunge l'ora di pagare il conto.
Beh si, ma io per carattere intendo l'indole innata, quella che difficilmente puoi controllare a piacimento.
Probabilmente tutte le critiche sono tese ad ottenere un proprio 'vantaggio', ma tutti i rapporti umani sono in fondo giochi di potere e i rapporti di successo sono quelli che riescono a trovare un loro equilibrio in qualche modo.
Sicuramente il confronto anche con il mondo opposto offre la possibilità di misurarsi e conoscersi meglio, ma poi finisce lì. Non lo vedo molto possibile instaurare un rapporto duraturo e stretto con una persona totalmente diversa da come siamo noi.
Quindi mettere le carta i tavola è sempre utile secondo me, appunto mi lamentavo in apertura del thread. Spesso il non volerlo fare tradisce l'incapacità di accettare le critiche o di ragionarci su, oppure la rigidità nell'avere una propria idea ben definita e non voler approfondire la conoscenza con chi non si conforma a quella idea. Più si va avanti con l'età e più si hanno idee molto precise su cosa si vuole e cosa si è disposti a fare, si diventa sempre meno flessibili.
Poi in generale sul litigio, forse il tabù nasce dall'aver litigato tanto e non averne più voglia, soprattutto se basterebbe un po' di flessibilità e di generosità per comunicare efficacemente.
La riflessione è molto arguta e vera, secondo me: Dirsi le cose è fondamentale! Nei rapporti d'amicizia, parentali, di lavoro, di scuola eccetera. Non c'è cosa peggiore del silenzio o della mormorazione pur di evitare un litigio. Tante volte le critiche degli altri in un primo momento ci feriscono. Ma se prese nel giusto verso, alla lunga, ci fanno crescere e maturare.
amate i vostri nemici
Per esempio Cono, com'è che ricevi così tante critiche dai forumisti?