Originariamente Scritto da
axeUgene
se sono argomenti di fede, per definizione sono indimostrabili e non possono essere smantellati da argomentazioni razionali;
ma l'idiozia pratica della cosa è analoga a quella dl proibizionismo;
se c'è un cartello mafioso che spaccia - e magari taglia in modo letale - il proibizionista che grida "drogarsi fa male", per quanto vero, è il miglior alleato dello spacciatore, il quale teme molto di più la legalizzazione;
con le questioni di fede è la stessa identica cosa, e l'ho spiegato più volte:
i nostri preti sono astutissimi; da 5 secoli perseguono la strategia dell'ignoranza, che garantisce loro l'esclusiva; loro sanno perfettamente che c'è un bacino enorme e irriducibile di interesse per la "spiritualità", di vario spessore intellettuale, interclassista e interculturale, ma in genere popolare;
l'Odifreddi che abbaia di "scienza" spinge le greggi nell'unico stazzo disponibile e fa il gioco del pastore; chi è anticlericale viene gratificato dal senso di superiorità culturale di fronte ai trogloditi superstiziosi, e batte le mani istupidito da quella gloria da stronzi;
ma la maggioranza, se ne strabatte le palle delle pretese confutazioni scientifiche; prima di tutto perché non confutano nulla di ciò che nei suoi rimandi ultimi è fede;
ma soprattutto perché, in modo più o meno consapevole o intuitivo, tutti si rendono conto che i postulati etici - la ragion d'essere delle religioni - sono ugualmente arbitrari per tutti, allocazioni autoritative di valore, si dice;
inciso: il dogma dell'uguaglianza per nascita che. suppongo, tu ed io condividiamo, non ha nulla di razionale o scientifico, dato che in realtà nasciamo tutti diversi, non tutti uguali; tu e Yele avete la passera, io il bacchiolo; e noi tre siamo diversi da una persona down, razionalmente meno efficiente in termini di capacità misurabili; non di meno, stabiliamo arbitrariamente un valore; ora, che lo attribuiamo alla cultura, alla coscienza o ad una dottrina religiosa, è irrilevante;
il risultato di questa dialettica, è che da 5 secoli la massa degli italiani, che aderisca o meno, recita la parte nel copione scritto dal card. Borromeo e consegna il monopolio della materia a quei preti; esattamente il risultato che quelli volevano, e con la collaborazione attiva degli scienziati ateisti;
da secoli i preti accettano gli atei, accettano gli ebrei, e tollerano altre formichine che non contendono lo stesso bacino di utenti; ma sono irremovibilmente ostili a qualsiasi presenza di concorrenti seri sullo stesso terreno;
perché hanno constatato sulla loro pelle che quello che toglie loro potere politico, li relativizza e riduce al loro stato proprio di agenti religiosi tra altri colleghi, non è l'ateismo, e tantomeno la scienza, bensì il pluralismo religioso, che è stato storicamente la premessa allo sviluppo scientifico, via liberazione filosofica e teologica;
non succede quasi mai, e quando succede evitano per cortesia di argomentare esplicitamente, ma se si confrontano un dottrinario cattolico e uno protestante, sulle conseguenze concrete, scoppia una guerra dialettica serratissima, nella quale il cattolico esce sconfitto in partenza, perché è quello che ha bisogno dell'esclusiva; lo spettatore ignaro - come nella storia d'Europa degli ultimi secoli - realizza che la religione è in definitiva una questione di sensibilità personale, e che nessun prete è in grado di rappresentare una "verità"; con la differenza che per i protestanti - come per i laicisti - questa è la norma; cioè, la patta è una vittoria, come per chi ha il nero a scacchi;
perciò, l'odifreddismo opera come un antibiotico a caxxo, e rafforza la resistenza del ceppo, è un comportamento selezionato da secoli per fare questo lavoro; lo stato unitario è stato anticlericale per decenni, e anticlericali erano anche i fascisti della prima ora; poi l'Italietta clericale blob si è mangiata e ha normalizzato tutto nel '29;
in seguito, ci hanno provato anche i comunisti, sempre sulla stessa falsariga di assalto alla cittadella del soprannaturale, e sono stati annichiliti anche loro;
le poche tracce superficiali di laicità di questo paese sono arrivate solo con le mitologie americane dei consumi, ma non è che abbiano una presa tanto incisiva, dato che ti ritrovi comunque con spazi ancora grandi di agibilità politica del clericalismo;
tu puoi anche divertirti a punzecchiare l'ingenuo sull'ancestrale propensione al soprannaturale - anche quello esoterico o altro;
ma nessuna riflessione è più potente del raffronto tra autonomia della coscienza e obbedienza ad una divinità che remunera, perché su quel piano la partita è vinta in partenza;
ora, Odifreddi mi può sembrare un idiota, ma siccome dopo anni che tratta l'argomento mi sembra improbabile che non abbia incrociato questo punto di vista evidente per chiunque abbia studiato un po' di storia, devo sospettare che il suo contributo sia nascostamente sponsorizzato dai preti, poiché a loro in effetti giova.