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Discussione: Il nudo

  1. #1
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Il nudo




    Venere di Urbino di Tiziano, databile al 1538, Galleria degli Uffizi di Firenze

    (Volevo aprire un thread più ampio: sarebbe molto bello che indicassimo l'autore, la data - anche la percezione dell'estetica cambia col tempo- e l'attuale collocazione)

  2. #2
    Cosmo-Agonica L'avatar di Bauxite
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    E le ancelle che frugano per trovarle un vestito...
    un po' di possibile, sennò soffoco.
    G. Deleuze

  3. #3
    Astensionista L'avatar di nahui
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    Felice Casorati, La conversazione platonica. Lei si mostra è lui rimane vestito, incappottato, incapellato. È vicino, ma non si svela. Rimane sul teorico, imprigionato.
    Il vero castigo per chi mente non è di non essere più creduto, ma di non potere credere a nessuno.
    (George Bernard Shaw)

  4. #4
    Opinionista L'avatar di Monia
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    La storia della Venere di Urbino comincia con un solenne capriccio. Nel 1538 Guidobaldo II della Rovere, giovane erede del ducato di Urbino e assiduo frequentatore di Venezia e della bottega di Tiziano Vecellio, scrive con somma agitazione all’ambasciatore Leonardi perché impedisca in tutti i modi a Tiziano di vendere ad altri la conturbante «donna nuda» (cosi dice nella missiva) che egli aveva visto poco prima nella sua bottega e che voleva assolutamente per sé, anche se sua madre, Eleonora Gonzaga, si era rifiutata di finanziare l’acquisto. Guidobaldo, innamorato pazzo della «donna nuda», garantiva al suo interlocutore che, pur di avere quell’opera, sarebbe stato disposto «a impegnar qualche cosa del mio».

    Sappiamo che Guidobaldo la spuntò sulla madre taccagna e che il quadro approdò quell’anno a Urbino, anche se non si sa esattamente chi l'abbia pagato. Il giovane erede del Ducato si era sposato quattro anni prima, nel 1534, con la giovanissima Giulia Varano da Camerino e il quadro, forse, era destinato alla loro camera nuziale, per scaldare il sangue a Guidobaldo e insegnare a Giulia ad essere sensuale e fedele al tempo stesso.

    Quando Vasari, dieci anni più tardi (1548), vide il dipinto nel Guardaroba Ducale di Urbino, ne rimase turbato e parecchio tempo dopo, nel 1568, lo descrisse in modo a dir poco imbarazzato: «Sono, nelle guardaroba del medesimo duca, di mano di Tiziano, due teste di femmine molto vaghe ed una Venere giovinetta a giacere con fiori e certi panni sottili molto belli e ben finiti».
    Salta all'occhio il fatto che la «donna nuda» di Guidobaldo è diventata per Vasari una «Venere giovinetta» e che Vasari evita di soffermarsi sulle conturbanti beltà della dea facendoci notare, invece, dettagli francamente secondari come i panni «belli e sottili». Insomma, il ritratto lascivo si nobilita in una più accettabile rappresentante dell'Olimpo mitologico. Nel dipinto, in effetti, si ravvisa la posa classica della Venere Pudica che con una mano nasconde il pube, come accade nell’analogo quadro di Giorgione oggi a Dresda, considerato il modello di Tiziano. Questo:


    Giorgione, Venere Dormiente (Venere di Dresda), c. 1507-1510


    Osservando la Venere di Urbinosi nota che ha in mano delle rose (fiore sacro alla dea) che però stanno cadendo e sfiorendo, così come sfioriranno la giovinezza e la bellezza. Anche sul davanzale della finestra, sul fondo della stanza, è posto in bella evidenza un vaso di mirto, pianta notoriamente sacra a Venere. E mentre il cagnolino è un tradizionale attributo di fedeltà, qualcuno ha ravveduto nell'anello, nel bracciale e nell'orecchino di perla indossati dalla dea i simboli del matrimonio. Va detto subito che i moderni esegeti hanno letteralmente preso d’assalto il quadro, speculando su ogni dettaglio nel tentativo di cavarne i significati più sofisticati e reconditi. Ma alcune di queste "ricerche" lasciano alquanto perplessi; una per tutte: la scenetta sul fondo delle due donne, che stanno estraendo degli abiti da un cassone per farli indossare alla «donna nuda», sono state interpretate da alcuni come allegorie della fertilità coniugale. Sarà vero? Il dubbio serpeggia.

    È certo, invece, che questo quadro malizioso e sensuale continuò per decenni a generare imbarazzi agli eredi di Guidobaldo. Sappiamo che i duchi di Urbino tendevano a non mostrarlo a nessuno. In una lettera del 1600 - che Francesco Maria II della Rovere aveva scritto ad un nobile milanese che gli aveva chiesto una copia - il duca confessò esplicitamente di aver pensato di distruggere quella tela imbarazzante, ma che a fermarlo era stato il fatto che il quadro fosse oggettivamente di «qualità» e soprattutto fosse «opera di Tiziano». E quando Vittoria della Rovere ereditò il dipinto, non a caso la Venere di Urbino non si trovava più a Urbino ma nella più appartata Villa Imperiale di Pesaro.
    Allo stesso modo, quando la «donna nuda» giunse a Firenze, per lunghi anni venne messa al sicuro da sguardi indiscreti nella Villa di Poggio Imperiale. La sublime bellezza del dipinto, però, non poteva sfuggire agli eruditi e agli artisti di Firenze, che cominciarono a lodare il quadro nei loro scritti e a farne copie e incisioni. In tal modo, avviarono l'eccezionale fortuna della composizione tizianesca, una fortuna che durerà ininterrotta fino a Ottocento inoltrato, ispirando, tra l’altro, l’Olympia di Édouard Manet, oggi conservata al Museo d'Orsay di Parigi:



    Édouard Manet, Olympia, 1863


    La Venere di Urbino venne appesa nella Tribuna degli Uffizi solo nel 1736. Ma anche in questo frangente si dovette prendere qualche precauzione per non scandalizzare troppo i visitatori più bigotti e timorati. E così si ordinò al pittore Carlo Sacconi di dipingere una tela con l’Amor Sacro e l’Amor profano da porre davanti alla Venere di Tiziano, in modo da lasciare in vista solo la testa e un braccio della dea. Su esplicita richiesta, i visitatori meno bigotti e timorati potevano far sollevare la composizione del Sacconi e ammirare la «donna nuda» in tutta la sua conturbante bellezza. Questo marchingegno di censura (rimosso nel 1784) non fece altro che attizzare la curiosità dei voyeur e accrescere la fama "erotica" del dipinto. È risaputo che moltissimi visitatori chiesero di alzare il "velo" del Sacconi, compreso il Marchese De Sade che però, davanti al quadro, si disse alquanto "turbato".

    La "venerazione" della Venere divenne così assidua che, alla fine, fu necessario proteggere la tela con una sottile rete di fil di ferro, in modo da impedire alle mani degli ammiratori di toccare le beltà della «donna nuda» e ai copisti di rovinare la tela con continui ricalchi. Ma poiché i copisti insistevano per avere accesso al quadro, venne messa a loro disposizione una bella copia antica che tutti liberamente potevano ricalcare. E palpeggiare.



    Liberamente tratto da «Venere» torna a turbare Urbino
    Ultima modifica di Monia; 07-01-2018 alle 23:13

  5. #5
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    Stupendo il tuo post, Monia.


    Citazione Originariamente Scritto da nahui Visualizza Messaggio
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    Felice Casorati, La conversazione platonica. Lei si mostra è lui rimane vestito, incappottato, incapellato. È vicino, ma non si svela. Rimane sul teorico, imprigionato.
    Credo sia del 1925 e dovrebbe appartenere ad una collezione privata.

  6. #6
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    1862, olio su legno
    Louvre, Parigi

    'Il Bagno Turco' è un dipinto del 1862, realizzato da Jean Auguste Dominique Ingres a 82 anni: l'opera era originariamente rettangolare, e solo nel 1863 lo stesso Ingres la convertì in un tondo.

    Ingres sottolineò l'ironia del dipingere un soggetto erotico alla sua età inserendo un'iscrizione nell'opera che recita AETATIS LXXXII, "all'età di 82": nel 1867 ebbe peraltro a dire che possedeva ancora il fuoco di un uomo di trent'anni. L'opera non fu tuttavia realizzata grazie a modelle in posa, bensì prendendo spunto da vari dipinti prodotti durante la sua carriera, riutilizzando la figura della 'Bagnante di Valpincon" (che qui si ripropone fedelmente e in maniera centrale) e della'Grande Odalisca'. La figura con le braccia sopra la testa a destra ricalca invece la bozza del 1818 della moglie dell'artista, Madelein Chapelle (1782-1849), sebbene la sua spalla destra sia abbassata mentre il braccio destro è alzato (un'incongruenza anatomica come molte nelle opere di Ingres: la Grande Odalisca ha tre vertebre in più).







    Il primo acquirente del dipinto lo restituì pochi giorni dopo in quanto sua moglie lo ritenne "poco conveniente", mentre fu nel 1865 che Khalil Bey, un ex diplomatico turco, lo aggiunse alla sua collezione di dipinti erotici che già includeva 'L'origine del Mondo' di Gustave Courbet. Edgar Degas chiese che il dipinto di Ingres fosse esposto al pubblico, ma il progetto incontrò vari dinieghi, e perfino all'inizio del Novecento il Louvre rifiutò il dipinto due volte prima di accettarlo nel 1911 grazie a un finanziamento economico di 150 mila franchi senza interessi per tre anni da parte della Société des Amis du Louvre.

    Da Altervista

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da follemente Visualizza Messaggio
    Stupendo il tuo post, Monia.
    Grazie... ma non era finito: quella era solo la prima parte.
    A proposito di Ingres, neppure lui è rimasto immune dal fascino della Venere di Tiziano, alla quale ha dedicato più di un dipinto; anzitutto, questa copia... che più copiata non si può:



    Jean-Auguste-Dominique Ingres, Venere sdraiata (copia da Tiziano), 1822
    Baltimora, Walters Art Museum


    E poi la celeberrima Odalisca, che pure si ispira all'opera di Tiziano, non solo nella postura ma anche nell'ambientazione:


    Jean-Auguste-Dominique Ingres, La grande odalisca, 1814
    Parigi, Museo del Louvre


    In realtà, La "Venere di Urbino" è stata fonte di ispirazione (e di scopiazzature) per tantissimi artisti, perché è difficile rimanere indifferenti di fronte ad un'opera simile. E non mi ha stupito leggere che De Sade (uno che con i nudi femminili aveva una certa familiarità) quando la vide ne rimase turbato. Avendo avuto io stessa la fortuna di osservare questo sublime quadro dal vero, credo che le ragioni del suo forte impatto sullo spettatore siano essenzialmente due: il fatto che la nudità della Venere è esibita in tutta la sua sensuale bellezza e il fatto che lei non se ne vergogna, guardando dritto in faccia l'osservatore. La mano che le copre il pube pare appoggiata lì casualmente, come potrebbe essere appoggiata da qualsiasi altra parte, piuttosto che essere stata messa lì a bella posta... a coprire "le vergogne".


    Paul Gauguin, La moglie del Re, 1896
    Mosca, Pushkin Museum


    Probabilmente, non è un caso il fatto che lo scrittore Mark Twain, dopo averla ammirata agli Uffizi durante un viaggio in Italia, nella sua opera A Tramp Abroad (1880) disse che la "Venere" di Urbino è «il quadro più indecente, il più vile, il più osceno che il mondo possiede». Twain, da bravo bigottone qual era, ipotizzò che «venne dipinta per un bagnio (bagno) e che probabilmente venne respinta poiché era una sciocchezza troppo forte», aggiungendo - nel tentativo assai poco riuscito di fare dell'umorismo - che «in verità, è una sciocchezza troppo forte per qualsiasi posto se non per una galleria d'arte pubblica». Se lo dice lui...


    Lorenzo Bartolini, Venere (copia da Tiziano), c. 1830
    Montpellier, Museo Fabre

  8. #8
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    Bellissimo, Monia.


    Sempre di Ingres:

    la Venere Anadiomene è stata composta tra il 1808 e il 1848; attualmente si trova esposta al Museo Condé a Chantilly.






    E La sorgente, composta tra il1820 e il 1856, Musée d'Orsay, Parigi



    Ultima modifica di follemente; 09-01-2018 alle 11:10

  9. #9
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Anche qualche nudo maschile non guasta.




    Bronzi di Riace, V secolo a.C.

    Le due statue – rinvenute il 16 agosto 1972 nei pressi di Riace Marina, in provincia di Reggio Calabria – sono considerate tra i capolavori scultorei più significativi dell'arte greca.

    I Bronzi si trovano al Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.

  10. #10
    whatever.. L'avatar di Misterikx
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    possibile che non ci sia un nudo decente senza ravanare nel giurassico..
    " Non siamo in un salotto borbonico col mignolo sollevato e l'inchino obbligatorio. Qui siamo tutti uguali. Non ti aspettare in un forum cose difficili da trovare pure tra amici e parenti." Nahui

  11. #11
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    Tutto quello che vuoi, ma lentamente...

    Spiegami, cosa non ti piace dell'arte dei secoli passati?

    Io ne sono affascinata.
    Ultima modifica di follemente; 09-01-2018 alle 18:26

  12. #12
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Sto iniziando a pensare che io sarei stata un'ideale di bellezza, nel passato.
    Peccato che adesso vadano ideali di bellezza con almeno 10 kg in meno!
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

  13. #13
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Quello che mi piace di meno, nei nudi postati e secondo criteri estetici attuali, è la pancia, ma per il resto le linee morbide mi sembrano molto attraenti.

    Manca Dietrologo che sicuramente apprezzerebbe le rotondità...
    Ultima modifica di follemente; 10-01-2018 alle 15:07

  14. #14
    Opinionista L'avatar di follemente
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    Le Tre Grazie è il nome assegnato a due sculture di Antonio Canova ritraenti le tre famose dee della mitologia greca e realizzate tra il 1812 e il 1817. Ne esistono due versioni: la prima è conservata al Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, mentre una sua replica successiva è esposta al Victoria and Albert Museum di Londra.

  15. #15
    whatever.. L'avatar di Misterikx
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    non mi é possibile postare foto per problemi tecnici sul sito mai risolti ,e manco possso cancellare gli allegati vecchi come ho ripetuto da troppo tempo..(uso Chrome e window7)

    anyway
    l´esigenza ,forse dell´etá , mi fa tenere in considerazione;
    1)se é ritratto o nudo deve essere in bianco e nero per il potente gioco di ombre
    2)deve comunicare qualcosa. Una sbudellona che se la gratta stesa su un divano cosa comunica? (pur morbida che sia )
    3)fate caso comé raro il nudo da dietro cioé del posteriore giá dal "Giurassico".. ma perché ...e quindi abbiamo la tramandazione(o come cazzo si scrive) del nudo di allora estremamente limitato..o no?!
    4)il vedo non vedo da quel pizzico di mistero alla fantasia

    c´mom non mi dite che la vostra visione del nudo (pur bello che sia)sia "bloccato" a duemila anni fa
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