« Ma signora, "assalire" è una parola un po' grossa, non crede? Gli uccelli non hanno mica l'abitudine di assalire la gente senza motivo, no? »
(lo sceriffo Al Malone alla signora Brenner)
Uno sta tranquillamente potando le rose del bersò - in questo strano inverno in cui continuano a fiorire - quando, improvvisamente, sente salire un chiacchiericcio indistinto di cinguettii che continua a crescere di volume fino al punto che costringe a voltarsi per vedere cosa diavolo sta succedendo.
Si volta e un brivido di terrore lo scuote: centinaia di uccelli incombono su di lui, appollaiati sugli spogli rami della quercia, continuando imperterriti a saturare le orecchie con un rumore di fondo che ricorda la vecchia TV analogica quando si staccava l'antenna.
Ma non c'è spazio per la nostalgia archeotelevisiva: è Hitchcock che balza alla mente con la sua maledetta abilità di instillare la paura con le cose della vita quotidiana.
Fortunatamente però non sono una biondina slavata e timorosa come Tippi Hedren in "Uccelli" e, superato il primo momento di ordinario terrore, provvedo a immortalare col telefonino la scena hitchcockiana.
Il tempo di scattare una foto col cellulare e subito quelli, finita la pausa chiacchiere, se ne volano via tutti come esuli pensieri.