beh, ha esercitato una violenza morale abusando della sua autorità; io al posto tuo sarei più prudente nel giudicare di cose di cui non sai, perché pensi di desumere categorie concettuali senza saperti orientare tra quelle;
appunto; non hai presente la l'esercizio abusivo dell'autorità, né la filosofia dello stato di diritto quanto alla concezione del reo in custodia; ragioni da "suor Yele", pensando che una perdona investita di autorità nell'esercizio delle sue funzioni possa aggiungere un carico personale di giudizio morale ed emotività;2. non c'è niente di fascista nel mostrare disprezzo per qualcuno che ha compiuto atti già intrinsecamente disprezzati dalla legge che il giudice è chiamato a interpretare, rappresentare e applicare. Semplicemente ha espresso in maniera più "personale" il giudizio della collettività che rappresenta.
ci potrebbe arrivare anche un quasi-analfabeta giuridico, purché usi i neuroni e non sia abbagliato dal desiderio di prevalere, quando non è il caso;
a chi ti riferisci ? a te o al giudice ?3. a me fa paura che continui ad usare questo tipo di frasi "a me fa veramente paura che una persona del tuo livello di istruzione non se ne renda conto", nello stesso momento in cui deprechi il fatto che un'altra persona abbia espresso le sue emozioni, senza fare male a nessuno. Sei totalmente contraddittorio e non te ne rendi conto.
il giudice ha abusato di un potere, fine; probabilmente la cosa in quell'ordinamento non ha rilievo disciplinare certo, ma culturale certamente;
quanto al tuo parere, la mia paura riguarda una concezione opportunistica dei valori di legalità e libertà che è molto diffusa in Italia, mi fa paura perché è da guerra civile permanente; cioè, la giustizia e la libertà sono cose bellissime, ma quando "quello" mi sta antipatico se gli danno un par di mazzate va bene lo stesso
saresti stata altrettanto accondiscendente nei confronti di un giudice che avesse svillaneggiato un messicano clandestino in circostanze analoghe oppure un reo che fosse anche omosessuale, manifestando ripugnanza o desiderio di umiliare ? perché è questa la domanda che ci si dovrebbe porre; il giudice di uno stato di diritto - in via generale - non può esprimere in aula e in pubblico suoi giudizi morali personali oltre a quelli legittimamente motivati in una sentenza, che lì devono esaurirsi;
se lo vuol fare, lo fa a casa sua con gli amici; oppure, se vuole fare il moralista si dimette;
quando svolgi un ruolo pubblico sei il ruolo, l'uniforme, rappresenti tutti e ti devi attenere alla tua disciplina; la persona la lasci libera nella sua veste privata; che è lo stesso motivo per cui negli uffici pubblici sono generalmente vietati i simboli diversi da quelli che rappresentano l'unità nazionale.4. non c'è una "inclinazione ideologica" in quello che ho scritto. Ho illustrato la differenza tra "ruolo" e "persona". Poi ci sono fior di studi che dimostrano che una società (ossia un sistema di comunicazioni) più attento alla persona, produce effetti positivi. Ma non lo dico io.