beh, se intendeva questo, non è una cosa verificabile, e nemmeno probabile;
l'organizzazione di un pensiero religioso nasce da un'esigenza spontanea di attribuire intenzionalità agli eventi, dapprima naturali; puoi seguire un'evoluzione concettuale - soprattutto nel Cristianesimo, data la collocazione occidentale - del rapporto tra elaborazione teologica e minacciosità della natura;
il processo di colpevolizzazione è lo stesso della sublimazione ben nota in analisi, ma anche in psicologia clinica - cioè, la nevrosi cui accennavo - vale a dire l'elaborazione di una colpa da trasgressione del limite - e del relativo castigo-penitenza-sacrificio - gestibile come sostituto dell'angoscia per ciò di imprevedibile che può accadere; in sostanza, la persona si punisce da sé per indurre pietà nel soggetto cui attribuisce la facoltà di distruggere; però, una volta stabilito il limite - e questo fanno le religioni, o anche le superstizioni - riesce in qualche modo ad organizzare il desiderio e, in parte, neutralizzare l'angoscia.