Ha detto che in una certa fase della vita ti ritrovi tagliato fuori dalla, come dire, felicità non-autocosciente e dalla magia dell’infanzia, che solo chi ha gravi problemi psichici o i bambini autistici sono privi di quella gioia infantile, ma nella fase successiva della vita e durante la pubertà è possibile lasciarsi la libertà e la completezza infantili alle spalle e restare comunque totalmente immaturi. Immaturi nel senso di aspettare o desiderare una specie di papà o di salvatore magico che ti veda per quello che sei, ti conosca, ti capisca e tenga davvero a te come i genitori tengono a un bambino, e ti salvi. Ti salvi da te stessa. […] Ha detto che l’immaturità nelle donne giovani e nelle ragazze si manifesta così; negli uomini assume una forma un po’ diversa ma la sostanza è la stessa, vale a dire voler essere distratti da ciò che si è perso e aggiustati e salvati da qualcuno. Che poi è abbastanza banale, sembra uscito dal manuale del bravo dottore, al che io faccio e sarebbe questo il mio problema di fondo? […] e lui fa no, questo è il problema di fondo di chiunque


Il re pallido, David Foster Wallace